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Ci sono gli avversari e contro l’Atletico Madrid (come Real e Juve) il Napoli può perdere

Contro il Napolicentrismo del tifoso del Napoli: perché una sconfitta non è solo demerito proprio, quanto a volte merito altrui. Specie contro i più forti.

Ci sono gli avversari e contro l’Atletico Madrid (come Real e Juve) il Napoli può perdere

Opinioni

Non vogliamo scivolare nel bielsismo puro, pure se siamo particolarmente eccitati all’idea che il Loco sia di nuovo tra noi, a Lille. Quindi non scriveremo che «esiste la sconfitta che insegna e la vittoria che non serve a nulla», anche se lo pensiamo. È solo che sono bastati pochi mesi e una sconfitta in amichevole (in amichevole!) per far ripiombare i tifosi del Napoli in un misto tra depressione e rassegnazione.

Il motivo non è il Napoli, perché ognuno di noi ha un punto di vista diverso sul modo di giocare, ha un proprio gusto calcistico, delle proprie idee, anzi meno male che esiste la difformità di vedute – ah, e in relazione a questo: ricordatevi che essere in disaccordo con qualcun altro presuppone l’idea che non esista una ragione assoluta, specie quando si tratta di opinioni, quindi cose non dimostrabili coi fatti. La cosa che non ci fa davvero dormire la notte è l’assoluto napolicentrismo del tifoso del Napoli. Come se la sconfitta contro l’Atletico Madrid (l’Atletico Madrid!) sia uguale a quella contro l’Atalanta, o al pareggio di Reggio Emilia con il Sassuolo.

No, signori. Non è così. È un’opinione, la nostra opinione – magari avete ragione voi -, ma davvero credete sia giusto caricare ogni volta la squadra dell’intera responsabilità della sconfitta? L’idea diffusa è che il Napoli giochi da solo, e con i suoi pregi e i suoi difetti orienti i risultati delle partite. Alla lunga, dei campionati. È come se gli altri non esistessero, come se non ci fosse spazio per la possibilità non tanto di un errore dei nostri, quello va sottolineato e criticato, quanto per i meriti altrui.

La forza degli altri

Il Napoli ha perso contro la Juventus, a ottobre scorso: colpa del Napoli. Il Napoli ha (stra)perso contro il Real Madrid a marzo 2017: colpa del Napoli. L’Atletico Madrid e il Sassuolo recuperano due partite in cui il Napoli è saldamente in vantaggio: colpa del Napoli. Quindi, processo al Napoli. Sempre, comunque, in ogni occasione.

Ecco, è questo a non andarci giù. La continua ricerca di un colpevole, di un colpevole interno. Che può andar bene quando il Sassuolo ti rimonta fuori casa in una partita decisiva. Ma che, lasciatecelo dire, stona quando di fronte a noi ci sono Real Madrid, Juventus, Atletico. Come se queste non fossero tra le migliori squadre del mondo. Come se contro di loro non potesse perdere chiunque, sempre. Siamo arrivati a un’autoreferenzialità tale che ci permettiamo di criticare il Napoli (Sarri, De Laurentiis, i calciatori, a turno e a seconda delle fazioni che sappiamo costruire) per una sconfitta al primo agosto contro una squadra reduce da due finali di Champions League negli ultimi tre anni. Siamo arrivati a pensare, dire e scrivere che se l’Atletico Madrid (l’Atletico Madrid!) ha vinto contro il Napoli è perché il Napoli non ha fatto mercato o non ha giocatori fisici. In pochi hanno sostenuto che l’Atletico Madrid è forte. Ma veramente forte. E che il Napoli può perdere contro una squadra così. Non che debba perdere. Ma può perdere. Sempre. Ogni volta. Senza rammarichi.

La crescita

La risposta di alcuni a questo ragionamento è scontata: sì, ma la crescita dov’è? In realtà, paradossalmente, è proprio in questo nostro atteggiamento: se siamo arrivati al punto da pretendere/presupporre che il Napoli possa (debba?) vincere agevolmente contro l’Atletico Madrid, al punto che un’eventuale sconfitta è colpa del Napoli, allora vuol dire che ci sentiamo grandi abbastanza. Sei anni fa, di questi tempi, il Napoli prendeva cinque gol a Barcellona. A zero. Do you remember?

Ecco, il punto è proprio questo: una sconfitta come quella, oggi, sarebbe vissuta come un’umiliazione assoluta. Parliamo per assurdo, rapportando l’atteggiamento per un 1-2 contro l’Atletico Madrid a un’ipotesi di match contro i catalani. Questa è crescita nell’autoconsiderazione, che vuol dire crescita nella considerazione della squadra. Che vuol dire crescita nella percezione della squadra, della squadra stessa. Oggi c’è un altro esame verso tutto questo sistema di significati e concetti, si gioca contro il Bayern Monaco. Ecco, i bavaresi di Ancelotti: una delle tre squadre più forti del mondo, secondo la sensazione comune, che ha perso contro Milan, Inter, Liverpool. Cosa dovrebbero fare, loro? Sì, ieri l’Allianz ha fischiato. Giustamente, ci mancherebbe. Ma è proprio questo il punto: loro sono il Bayern, hanno quasi il diritto di pensare di non poter perdere. Noi no. Non ancora, almeno.

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