Razzismo, Tizzano: «La Federazione canottaggio apra un’inchiesta sull’attacco alla Canottieri»
L'ex vicepresidente della Federazione: «Bisogna colpire i colpevoli, lo chiedono soprattutto gli atleti del Nord». Ottima prova campana sul Lago di Pusiano
La foto dell'imbarcazione capovolta e con la scritta “merda” (tratta dal Mattino)
Episodio difficile da mandare giù
Questa storia delle barche dei canottieri napoletani danneggiate e coperte di insulti sicuramente a sfondo razzistico è difficile da mandare giù. Va bene tenerla bassa nelle reazioni – anche nella comunicazione, cosa a mio avviso più grave – e va benissimo il distacco aristocratico della reazione a caldo del presidente della Canottieri Napoli Achille Ventura – «se c’è stata, si è trattato di una ragazzata» – ma in certi casi l’eccesso di buonismo è dannoso e fa il gioco degli sconsiderati che, al contrario, vanno ricercati e possibilmente puniti. Altro che stendere un velo pietoso, come ha maldestramente tentato di fare Fabrizio Quaglino, presidente del Comitato regionale lombardo di canottaggio: «Il razzismo è un’altra cosa, si è trattato di un insulto che poteva essere rivolto a chiunque».
«I toni non devono essere troppo bassi»
Balle, se non è razzismo ci manca poco ed è robaccia che va in quella direzione. Caro signor Quaglino tra lei e Fabio Di Costanzo – il coach dei ragazzi della Canottieri – è sicuramente più credibile il nostro tecnico che, tra l’altro, ha riferito anche dei commenti poco civili di alcuni organizzatori ai quali si è rivolto per denunciare l’accaduto.
Davide Tizzano, vincitore di due ori olimpici e consigliere nazionale della Federcanottaggio della quale è stato vicepresidente fino a qualche mese fa
A lui, fortunatamente, ha ben risposto Davide Tizzano, vincitore di due ori olimpici e consigliere nazionale della Federcanottaggio della quale è stato vicepresidente fino a qualche mese fa: «Sono d’accordo sui toni bassi, ma se diventano troppo bassi da non essere ascoltati e presi in considerazione, sono rimedi peggiori del male. La Federazione deve disporre una inchiesta e percorrerla fino alla punizione dei colpevoli. Le cose, insomma, vanno messe subito in chiaro, lo chiedono soprattutto gli sportivi del Nord con i quali i campioni meridionali hanno sempre intrattenuto un ottimo rapporto. Loro ammirano la nostra classe meno costruita rispetto alla loro, noi apprezziamo le loro qualità: si lotta, si vince e si perde alla pari e se si fa così i razzisti, o come vogliamo definirli perché se non è zuppa è pan bagnato, non hanno spazio per le loro bravate».
Positivo il bilancio sportivo, con la Canottieri quinta
Ed ora occupiamoci del bicchiere mezzo pieno del Festival del canottaggio giovanile nell’incanto del bacino del lago Pusiano, un gioiello incastonato tra Como e Lecco, a casa Manzoni per intenderci. 1600 ragazzi tra gli 11 e i 14 anni provenienti da tutte le regioni del Belpaese si sono conosciuti e sfidati in un clima di grande spensieratezza che, per fortuna, non è stato sfiorato dal raid che è stato un episodio isolato.
Al centro i vincitori del 2 senza categoria allievi. A sinistra Davide Piovesana, a destra Adriano Marinelli. Del Circolo Posillipo
Ogni cinque minuti una gara ed un vessillo che saliva e dominava il lago. Il canottaggio napoletano ha chiuso alla grande con il quinto posto assoluto della Canottieri alle spalle del Lario, che remava in casa, e di colossi come la Tevere Roma. Molto positivo anche il bilancio del Savoia, dell’Italia, del Posillipo e dell’Irno di Salerno. La Campania del remo è viva e può ancora crescere, come si legge sui volti sorridenti di Davide Piovesana e Adriano Marinelli dopo la vittoria nel doppio. Non erano tra i favoriti, ma nel finale avevano più energie da spendere. Ad majora.
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