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Se il Napoli vuole essere una grande squadra, si abitui alla concorrenza Milik-Mertens

Per la prima volta, il Napoli di troverà ad affrontare una stagione con due attaccanti di pari livello: Milik e Mertens devono essere percepiti come una risorsa.

Se il Napoli vuole essere una grande squadra, si abitui alla concorrenza Milik-Mertens

Tormentone

Anche a noi, che di mestiere facciamo i giornalisti, piace giocare con le parole. Ieri sera, dopo Napoli-Carpi, abbiamo usato “tormentone” per definire il dualismo Mertens-Milik. Ecco, è stato un gioco. Una provocazione, più che altro. Una scelta lessicale che in qualche modo ci serve a fare gli scongiuri, soprattutto. Perché si possano evitare crisi di panico, endogene e non, derivanti da questa convivenza di due (grandi) attaccanti.

Le due grandi dimensioni del racconto sono quelle dei calciatori e dell’allenatore, da cui deve discendere la percezione del tutto. Semplicemente, il Napoli – tutto l’ambiente-Napoli – deve imparare a convivere con questa situazione. Con la presenza di due centravanti paritetici, con caratteristiche tecniche e fisiche diverse ma dal valore assoluto similare. La squadra cambia sostituendo Milik con Mertens o viceversa. Ma non scende la qualità, che resta altissima pur dirigendosi su altri scenari di gioco. Il discorso tattico, però, è ancora prematuro al 19 luglio. Da affrontare prima c’è l’approccio a questa convivenza. Che fa solo il bene del Napoli, che deve farlo. Che, in qualche modo, è la materializzazione di tutte le richieste fatte negli anni precedenti. Una sorta di mantra: la squadra completa in ogni ruolo, la panchina lunga. Ora c’è, anche in attacco. È una risorsa. Dobbiamo imparare a conviverci, serenamente.

I giocatori

Il professionismo è una cosa che deve valere sempre. Al momento della firma dei contratti, dei grandi rinnovi; in allenamento; e poi in campo e magari anche fuori, quando c’è da accettare un’esclusione. Anzi, una panchina può e deve diventare uno stimolo, magari controbilanciato dall’idea che il tuo conto in banca sta crescendo.

Non si tratta di fare i moralisti, è la legge del mercato e della vita. Lo sappiamo. Ma è anche una questione di rispetto, e finora Dries e Arek (con Lorenzo Insigne) sono stati perfetti. Convivenza, sana concorrenza, entrare e fare gol per dimostrare di essere in forma. Tutto giusto, anche le dichiarazioni ai giornali. Ecco, devono continuare così. È il loro compito, è il loro mestiere. Contro Carpi e Trento abbiamo visto due calciatori carichi, qualcuno ha letto del nervosismo nella loro prossemica, nella loro ossessione per il gol che scala le gerarchie. È una lettura possibile, ma spiega la voglia e la grinta di due calciatori che vogliono essere protagonisti.

È già successo

Mertens e Milik avranno l’opportunità di alternarsi, mettere il muso per una sostituzione o un mini-ciclo di partite fuori dai titolari non è un declassamento, ma una lettura della forza del Napoli. Che è un club che ambisce al titolo e a superare in carrozza un girone di Champions League, e quindi ha bisogno di sostituti all’altezza dei titolari. L’anno scorso abbiamo visto questa dinamica con Mertens e Insigne, il belga “rubò” il posto a Lorenzo – prima di reinventarsi centravanti – perché Lorenzo non aveva iniziato bene.

Ecco, questo deve essere l’esempio da seguire. Insigne si è messo a lavorare, ha recuperato tenuta e smalto mentale ed è esploso. Letteralmente. Anche i calciatori devono imparare a convivere con questa convivenza, e perdonate la ripetizione. Tutti e tre, che non potranno giocare quasi mai insieme e dovranno alternarsi di fianco a Callejon. A Sarri il compito di gestire l’alternanza in base ai momenti di forma e agli avversari, l’ha già fatto con successo l’anno scorso con Mertens e Insigne. Fare i professionisti vuol dire accettare e fare tesoro di una scelta negativa. Vuol dire lavorare per migliorare, in modo da ribaltare l’esclusione. Per convincere Sarri, per fare il bene del Napoli. Che è una squadra, non un concorso per prime voci bianche.

L’allenatore

Il ruolo di Sarri è chiaro, in questa vicenda. Dovrà fare da collante, essere regista e sceneggiatore, può decidere lui come andrà il film. Noi siamo del partito della calma, non vogliamo il thriller ma una trama-crociera, tranquilla, con un’alternanza ragionata che non viva di esasperazioni critiche e dialettiche. Non sarà facile, per Napoli sarà una prima volta assoluta senza riferimenti intoccabili lì davanti. Sarri avrà un compito arduo, ma piacevole: abbiamo sempre voluto una squadra completa, senza differenze tra titolari e riserve. Ora ce l’abbiamo.

Viviamo serenamente questa situazione, giudichiamo senza generare ansia di prestazione e di concorrenza. Mertens ieri sera non è stato un goleador letale? Bene, il Napoli ha Milik per sostituirlo. Il polacco è entrato e ha segnato. Alla prossima succederà il contrario, e magari Milik sbaglierà un gol a porta vuota. Non diventerà, non deve diventare un motivo per attaccare a gran voce Sarri che “doveva insistere con Dries”. Si può criticare in maniera costruttiva. Si dovrà farlo. La parola “tormentone” è un vezzo, si può vivere nel dualismo imparando ad accettare la convivenza. Che tanto decide l’allenatore, è lì per farlo. Ha la responsabilità di farlo, anche lui è un professionista. Proprio come Dries ed Arek.

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