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Il fair play finanziario blocca l’Inter, per il Milan se ne riparlerà ad ottobre

I nerazzurri hanno giocato in Europa, sono monitorari dall’Uefa: Perisic allo United per sbloccare il mercato. Il Milan non ha (ancora) di questi problemi.

Il fair play finanziario blocca l’Inter, per il Milan se ne riparlerà ad ottobre

L’articolo della Gazzetta

Milan-Inter-fair play finanziario. È il triangolo dell’estate calcistica, perché definisce i contorni entro cui i due club più attesi potevano e possono ancora muoversi. Le follie dei rossoneri, la circospezione di Suning: Marco Iaria, sulla Gazzetta dello Sport, spiega le differenze di approccio e le possibili conseguenze. E racconta di come l’Inter abbia deciso di muoversi con più “calma” anche a seguito delle delusioni dello scorso anno, vedasi Gabigol e Joao Mario.

E poi, certo, il fair play finanziario: l’Inter ha rispettato i parametri di bilancio concordati con l’Uefa attraverso il settlement agreement, e nell’ultima stagione ha giocato le coppe europee. In questo modo, ha “esposto” i suoi conti a un’indagine accurata da parte della Uefa. I passivi del recente passato non hanno aiutato, anzi, e ora i limiti entro i quali contenere gli investimenti sono quelli di tutti gli altri club europei. Scrive così, la Gazzetta: «La regola principale del FFP, quella del break even, impone una perdita aggregata massima di 30 milioni nelle ultime 3 stagioni. Il club di corso Vittorio Emanuele punta a tornare in Champions nel 2018­/19 e dovrà avere i bilanci a posto: conteggiando il ­30 del 2015­ 16 e lo 0 del 2016/­17 solo con un 2017/­18 in pareggio si potrà rientrare nel tetto complessivo di ­30». Quindi, come dire: un mercato d’attesa, necessariamente.

Milan

Semplicemente, il Milan non è ancora stato monitorato dalla Uefa. I rossoneri sono fuori dalle coppe dalla stagione 2013/2014, l’ultima in Champions. Quindi, nessuna limitazione da parte della confederazione europea per quanto riguarda spese di trasferimenti e bilanci. Resta in piedi la questione del voluntary agreement, già bocciato una prima volta perché l’idea di aumentare così tanto gli introiti commerciali dalla Cina non convinceva pienamente l’Uefa – se ne riparlerà ad ottobre. Nel caso in cui questo accordo venga accettato dal governo del calcio europeo, gli investimenti iniziali dei rossoneri verrebbero «sterilizzati», la Gazzetta lo spiega proprio così.

Tornando all’Inter, va in qualche modo segnalata la questione-Perisic. L’esterno croato, in rotta con il club nerazzurro, è il primo indiziato per “risolvere” i problemi di break even di cui abbiamo scritto sopra. La sua cessione porterebbe una plusvalenza importante, che permetterebbe a Suning di muoversi in maniera più libera sul mercato.

Un altro pezzo della rosea spiega proprio questa dinamica: «I neerazzurri non vogliono cederlo per meno di 55 milioni. Dopo aver provato a «strozzare» l’Inter prima della scadenza Uefa del 30 giugno, lo United per ora è arrivato a 42 milioni più bonus. Che appunto non bastano, anche perché da quest’anno i nerazzurri non fanno sconti. Ieri sera Espn ha rilanciato la notizia dell’accordo trovato per 46 milioni: notizia smentita dall’Inter. […] La cessione di Perisic darebbe un forte impulso al mercato. Garantirebbe una plusvalenza di circa 45 milioni che andrebbero a bilancio, mentre il suo sostituto verrebbe preso con pagamento rateizzato (lo fanno quasi tutti i club) in modo da poter spalmare l’investimento sui prossimi esercizi. Lasciando gli uomini mercato liberi».

 

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