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Fassone: «Faremo ancora mercato, entro il 2022 il Milan tra i primi cinque club al mondo»

L’intervista di Marco Fassone alla Gazzetta dello Sport: «Il nostro piano quinquennale prevede un Milan che passi da 200 milioni di fatturato a 400 o 500».

Fassone: «Faremo ancora mercato, entro il 2022 il Milan tra i primi cinque club al mondo»

L’intervista alla Gazzetta dello Sport

Torna a parlare Marco Fassone. Il Milan è senza alcun dubbio la squadra regina del mercato europeo, è reduce da un cambio ai vertici societari e quindi ha un vero e proprio bisogno di comunicare. Di mostrarsi, di presentarsi. Anche di rassicurare i tifosi sulla sostenibilità economica di un progetto faraonico. Il primo punto interessante della Gazzetta dello Sport è proprio questo: «C’è stata un po’ di paura dopo il mancato closing di marzo. Poi ho provato a dare una mano in prima persona e ce l’abbiamo fatta. Il fondo Elliott diventerà padrone del Milan? Da parte loro sono previsti controlli periodici sui conti del club, che inizieranno a novembre con cadenza bimestrale. Certo, il rischio default esiste come sempre in questi casi, ma lo considero un evento molto ipotetico, anche perché è un debito che ritengo rifinanziabile abbastanza facilmente».

Il concetto di rifinanziabile rientra molto nel racconto di questo nuovo Milan. Anzi, in questa intervista. Quando si parla del presidente mister Li, ad esempio. «Ti fa sentire parte di una squadra, è tranquillo per l’asset economico. In quasi nessun club da cui sono passato ho visto una tale sequenza di aumenti di capitale. Significa che il proprietario crede così tanto nella sua creatura da volerla ricapitalizzare. Sono iniezioni che danno ossigeno alla cassa e aumentano il patrimonio. L’assemblea dei soci inoltre ha deliberato un aumento di capitale di lungo periodo e questo tranquillizza manager e tifosi».

Il mercato

Non è finita qui, per Fassone: «Abbiamo fatto ciò che avevamo in mente, e anche qualcosina di più. Ma faremo ancora qualcosina, o qualcosona. Dipende anche dalle uscite e comunque non abbiamo fretta. Questa è una squadra già ottima, mancasolo la ciliegina. Che, in ogni caso, sarà un arrivo eccellente, di livello. Comunque tutti gli acquisti sono stati fatti ai prezzi corretti. I tifosi? Abbiamo scelto la strada di parlare dritti alla gente, via social, in tempo reale. Prima per strada avvertivo scetticismo, ora sento euforia e passione. Volete un dato? In questi primi quattro giorni di campagna sono stati venduti cinquemila abbonamenti».

Il racconto dei colpi già messi a segno: «Per André Silva è stato un blitz: arrivati a Oporto nel pomeriggio e prima di cena avevamo già chiuso. Abbiamo incassato anche dei no, per motivi di prezzo e prima del closing. Kolasinac, ad esempio, non è arrivato proprio per questo. Io e Mirabelli, però, non ci siamo mai fermati. Bonucci? I rapporti con la Juve sono buoni, il merito è di Montella: ha insistito e ci ha spronato».

Belotti, Kalinic, Aubameyang: «Potrebbe esserci anche un’altra figura, un Mister X».

Gli introti

Nel caso del Milan, rassicurare i tifosi vuol dire individuare le fonti finanziarie di una campagna di rafforzamento così imponente. La parte commerciale in Cina, ad esempio: «Partecipare a tournée come queste vuol dire creare un’onda lunga con la gente che dura tutto l’anno. Occorre pianificare in paesi lontani, dove ci sono tanti potenziali tifosi. Milan China, la nostra controllata, partirà a brevissimo. Nel nostro piano quinquennale contiamo di passare dagli attuali 200 milioni di fatturato in una forbice fra i 400 e i 500. Stadio escluso, ovviamente lì c’è dentro tutto: Champions, diritti tv, ricavi commerciali in Cina. Diciamo che nel 2022, se vogliamo parlare di obiettivi, sarebbe bello avere il Milan fra i primi 5 top club mondiali. Tra l’altro sta ripartendo anche la macchina delle sponsorizzazioni: la settimana prossima ne annunceremo uno di primo livello. Ora le imprese hanno più attenzione nei nostri confronti. E poi nel 2018­/19 l’ingresso in una Borsa orientale è uno degliscenari più probabili».

La Uefa e il voluntary agreement: «Siamo grati alla Uefa. Abbiamo inoltrato altri piani, garantendo che in autunno ci presenteremo con cose concrete e non solo progetti. Il voluntary ci darà un anno di ossigeno. La stagione 2019­20 è quella del break even, quella successiva contiamo di iniziare a distribuire qualche piccolo dividendo».

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