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La retorica allarmistica dei rifiuti colpisce anche la Tav di Afragola

La realtà quotidiana di Afragola fa scattare subito l’allarme sulla “tossicità dei rifiuti” intorno alla nuova stazione dell’alta velocità.

La retorica allarmistica dei rifiuti colpisce anche la Tav di Afragola

Impatto positivo

Come noto, l’11 giugno è stata inaugurata in pompa magna dal premier Paolo Gentiloni, tra le polemiche e gli scontri di piazza, la stazione TAV di Afragola progettata dall’archistar irachena Zaha Hadid. Un’opera moderna e strategica inserita nell’ambito di un disegno di modernizzazione del trasporto nel nostro Paese.

Certo, si poteva fare meglio e prima: i lavori, inizialmente, dovevano terminare nel 2008 poi, però, il termine previsto fu rimandato al 2011, nel 2011 i lavori non terminarono e nel 2012 addirittura furono sospesi per assenza fondi, mancano i trasporti pubblici da e per Napoli, ma sicuramente la nuova stazione potrà contribuire a decongestionare il traffico dei tanti che, per usufruire dell’alta velocità, erano costretti a venire in auto a Napoli. Insomma, un’opera dall’impatto ambientale complessivamente positivo.

Le “resistenze”

Ora, in tempi di NO TAV, NO TRIV, NO TAP etc., era ipotizzabile che l’opera avrebbe incontrato delle “resistenze” e, vista la realtà locale, che ci fosse attenzione agli appalti. Quello che è veramente paradossale è che, partendo da una foto satellitare presa da Google Earth, che mostra una decennale realtà quotidiana in quelle zone, con l’abbandono incontrollato di rifiuti sul territorio, si ipotizzasse la presenza di rifiuti “nocivi” (a chi?, a cosa?, come?, per ingestione, inalazione, contatto dermico o semplice “impatto violento”?) nel sottosuolo (nonostante siano in bella vista SUL suolo) e si tirasse in ballo la trita tiritera del “triangolo della morte”.

Magari attingendo a piene mani dal vocabolario della “terra dei fuochi”: rifiuti “tossici” (tonnellate e tonnellate, ovviamente), “tombati”, “speciali di ogni genere”, camorra che “faceva affari milionari con multinazionali del Nord” (e si sa che in Italia ci mancano proprio le “multinazionali” ma, su un certo pubblico, il termine “multinazionale” fa sempre presa), “bidoni pieni di…. amianto” (sic!) – manca solo lo brucino, l’amianto n.d.r. – “scempio ambientale”, “territorio violentato” etc. Aspettiamo fiduciosi che qualcuno paventi la possibilità di ammalarsi di tumore prendendo il treno ad Afragola, vedrete che prima o poi…

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