ilNapolista

“Voglio arricchirmi”. La vera rivoluzione di Sarri che rompe il tabù del denaro a sinistra

Compie la sua Bolognina e spazza via l’ipocrita ideologia che lo avvolge. Il denaro non è più lo sterco del diavolo e supera Occhetto in barca a vela e le scarpe di D’Alema

“Voglio arricchirmi”. La vera rivoluzione di Sarri che rompe il tabù del denaro a sinistra
Maurizio Sarri fotografato da Matteo Ciambelli

La Bolognina di Sarri

La frase di Sarri sulla voglia di arricchirsi è materia per Zdanov. Noi qui, in poche righe, non possiamo che apprezzare la Bolognina di Maurizio Sarri che con poche parole ha spazzato via l’ipocrita ideologia che lo stava avvolgendo. Pane al pane e vino al vino. Altro che progetti e amenità buone per chi deve riempire paginate di giornale nel tentativo di adescare lettori che, chissà come mai, vengono ritenuti deficienti. Sarri ha spazzato via l’ipocrisia che avvolge il calcio. È un lavoro. E come in ogni lavoro la retribuzione conta e conta tantissimo. Potremmo dire anche tutto.

L’abbandono del posto fisso

Sarri ha ricordato anche le sofferenze patite – non quelle della fame, non stiamo dicendo questo – per una scelta, quella di lasciare lo zaloniano “posto fisso”, e andare ad allenare squadre su campi polverosi dove c’erano tanti appassionati che giocavano a pallone nelle ore libere dal lavoro. Una scelta che la famiglia avrà silenziosamente approvato ma che, evidentemente, ha nascosto più di una domanda. Adesso, Maurizio Sarri sente che è giunto il momento di ripagare i suoi familiari.

I ringraziamenti a De Laurentiis

È stato onesto a ringraziare Aurelio De Laurentiis («L’unico che ha avuto le palle di prendere me») perché sono tutti bravi a parlare col senno di poi. Ma chi ha preso Sarri e gli ha consegnato una squadra di giocatori molto forti – ricordiamo che fu bollata come fallimentare un’annata con la Supercoppa in bacheca, una semifinale di Europa League, una di Coppa Italia e un quinto posto per un rigore sbagliato a dieci minuti dalla fine – è stato De Laurentiis.

Supera Occhetto e D’Alema

Lo sapete, di Sarri non abbiamo apprezzato e non apprezziamo questo continuo battibecco con la società, questo occhieggiare alla tifoseria che non ama il presidente De Laurentiis. Per noi è sempre stato un atteggiamento in odore di ingratitudine e di paraculaggine. Ma oggi Sarri lo elogiamo per la sua sincerità. Il calcio è anche un lavoro, e può dirlo apertamente uno che ha rischiato pur di assecondare la propria passione. Il denaro non è più lo sterco del diavolo. Sarri rompe l’annoso tabù della sinistra: i soldi.

Sarri vuole arricchirsi. Non frequentare i salotti à la Bertinotti che con la moglie Lella negli anni Duemila era in testa alle classifiche romane di presenzialismo. Non c’è Che Guevara, com’è giusto che sia, c’è una sinistra contemporanea che è meritocratica e per il profitto. Sarri smette i panni del veterocomunista. Traccia una nuova via. Che poi non è nuova manco per niente, ma una certa sinistra italiana ha sempre avuto un brutto rapporto con il denaro.

Maurizio Sarri non si vergogna dei soldi. Supera Achille Occhetto a Capalbio E Massimo D’Alema in barca a vela e con le sue scarpe. “Sono di sinistra e voglio arricchirmi col mio lavoro”. Ora sì che anche il Napolista può definire Maurizio Sarri un rivoluzionario.

ilnapolista © riproduzione riservata