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La realtà è che il Napoli si gioca la Champions a Torino (solo la Juve ha vinto all’Olimpico)

Il secondo posto della squadra di Sarri passa per un match contro un avversario dall’anima offensiva, che ha un ottimo rendimento interno.

Agenda setting

Torino-Napoli si giocherà tra tre giorni e poche ore. Eppure, per tutto il mondo comunicativo che gira intorno all’universo Napoli, l’agenda setting è occupata da alti eventi. Il trentennale dello scudetto, lo stadio a Bagnoli. L’unica cosa discretamente tecnica è il rinnovo del contratto di Mertens, che ogni tanto salta fuori e ricorda a tutti che esiste. Pare che si faccia, ma non è questo il punto.

No, perché Torino-Napoli una partita dalla splendida narrativa e di importanza capitale. Il Napoli ha la possibilità di sorpassare nuovamente la Roma al secondo posto, di mettere la testa davanti in attesa che i giallorossi giochino in posticipo contro la Juventus. Domenica sera mancheranno due giornate al termine del campionato e il Napoli ha la possibilità di essere al secondo posto. Si parla di altro, ma la realtà del mondo è questa. Quello che conta sempre, alla fine. Il campo.

Gli avversari

Non sarà facile. Non può esserlo. Perché gli avversari hanno il nono miglior ruolino casalingo, non un grande numero, ma hanno perso una sola volta tra le mura amiche dell’Olimpico, oggi Grande Torino. Contro la Juventus, tra l’altro. In una partita equilibrata, decisa solo dal miglior Higuain. Per il resto, 8 vittorie e 8 pareggi. Di questi ultimi, 4 sono arrivati nelle ultime 4 (contro Sampdoria, Crotone, Udinese e Inter).

Nonostante questo periodo di relax, i granata restano la settima squadra per produzione offensiva in Serie A (395 occasioni create, solo 5 in meno rispetto alla Juventus)  ma sono 13esimi per conclusioni concesse (14.3). I granata di Mihajlovic hanno anima offensiva, probabilmente l’impostazione migliore per il Napoli. A patto che la squadra di Sarri offra una buona prestazione difensiva (dopo parleremo del match d’andata, emblematico per gli scompensi tattici ed emozionali).

Poi c’è Belotti, che ha un certo interesse nel continuare a cercare il gol. Per il giovane attaccante bergamasco, l’occasione è ghiotta quasi quanto quella per il Napoli. A quanto pare, Dzeko salterà il confronto diretto con la Juventus. Il Gallo avrà quindi la possibilità di accorciare sul bosniaco (in questo momento il giallorosso è avanti di due, 27 a 25) e vorrà ripetere l’exploit dell’andata. Proprio contro il Napoli, nel settembre 2014, i suoi primi gol in Serie A. Era un Napoli-Palermo. Nei rosanero, giocavano insieme lui, Dybala e Vazquez. Come cambiano le cose.

Il Napoli

La presentazione del Napoli, al solito, è un esercizio abbastanza facile. Difficile pensare a qualche deroga rispetto all’assetto consolidato della squadra di Sarri: le prime indiscrezioni sulla probabile formazione parlano dei soliti dubbi a centrocampo, della difesa “classica” (rientrerà anche Koulibaly dopo il turno di squalifica) e del tridente leggero, che proprio nel match di andata diede una delle prime prove di assoluta affidabilità realizzativa.

Proprio il 5-3 dell’andata rappresenta qualcosa di importante, un punto di partenza ma non di arrivo: fu una delle partite meglio approcciate dal Napoli, 3-0 dopo pochi minuti e avversario non solo annichilito, ma anche depotenziato. Nella ripresa, tre gol subiti e due realizzati diedero un’altra prova della forza assoluta di questa squadra, ma anche della sua vulnerabilità mentale. Da allora qualcosa è cambiato (il Napoli ha perso solo contro l’Atalanta e ha pareggiato con Fiorentina, Palermo, Sassuolo e Juventus), è migliorato, ma pregi e difetti di background sono rimasti gli stessi. I primi vanno esaltati, i secondi vanno messi in un cassetto. La Champions passa da qui. E non ripassa più.

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