ilNapolista

La guida Napolista alla trasferta di Torino

Tour dei luoghi, dei monumenti e dei sapori del capoluogo piemontese: da Piazza Vittorio al Bicerin, dal museo della Sacra Sindone fino allo stadio Olimpico.

La guida Napolista alla trasferta di Torino

Benvenuti a Torino, “patria di Pietro Micca, del vermouth, e dell’avanguardia”. Così la definiva Alberto Arbasino in ‘Specchio delle mie brame’.In realtà se vi siete organizzati per visitare la città oltre che per seguire la partita del nostro undici, sappiate che Torino offre molti spunti per trascorrere ore divertenti e la possibilità di scegliere tra più itinerari. Per quelli classici, con la visita alla Mole, al fantastico Museo Egizio, al Parco del Valentino e alla Basilica di Superga, occorrono molte ore, tra file e spostamenti. Per cui se non avete molto tempo a disposizione, il suggerimento è di “limitarsi” a una passeggiata e a qualche assaggio. Se vi fidate, seguitemi.

La Piazza

Entriamo nella “quieta e aristocratica Torino” (Friedrich Nietzsche, Ecce homo) passando davanti alla chiesa della Gran Madre di Dio, attraversiamo il Ponte Vittorio Emanuele I e siamo nella Piazza Vittorio Veneto, che i torinesi chiamano più semplicemente Piazza Vittorio, la piazza – tra quelle dotate di portici – più grande d’Europa con i suoi 9.960 mq (360 metri di lunghezza e 111 metri di larghezza).

Qui si può sfruttare il parcheggio interrato (le rampe di accesso sono ben segnalate, proprio nella piazza; i costi sono: 0 – 30 minuti: 0,75 euro; prima ora: 1,50 euro; ogni ulteriore frazione da 30 minuti: 0,75 euro; massimo giornaliero: 16,00 euro) per poi godersi la passeggiata a piedi verso il centro della città, imboccando via Po con i suoi portici sotto i quali vivono locali storici torinesi come il Caffè Gelateria Fiorio, aperto nel lontano 1780; o la cremeria pasticceria Ghigo, nata nel 1870.

Il caffè a Torino

Il caffè ha una lunga tradizione e una storia importante qui a Torino, dove è perfino nata la prima macchina da caffè espresso, brevettata dall’imprenditore torinese Angelo Moriondo (che la presentò al pubblico in occasione dell’Expo Generale di Torino del 1884).

Su tutti, merita l’assaggio il bicerin (in piemontese significa bicchierino), che è una bevanda composta di tre strati: cioccolata calda, caffè nel mezzo e crema di latte in superficie. Un nettare, scrive Umberto Eco ne ‘Il Cimitero di Praga’, “che derivava dalla bavareisa anche se, mentre nella bavareisa latte caffè e cioccolata sono mescolati, nel bicerin restano separati in tre strati (tenuti caldi), così che si può ordinare un bicerin pur e fiur, fatto di caffè e latte, pur e barba, caffè e cioccolata e ‘n poc’ d tut, e cioè un po’ di tutto”.

Il consiglio è di assaggiare il bicerin (6 euro a bicchiere) nello storico locale dove è nato, che si chiama proprio Il Bicerin (uno dei 177 Locali Storici d’Italia) e si trova in Piazza della Consolata (segnatevi questa tappa, in pieno centro, poco distante da Piazza della Repubblica).

Tra i tram torinesi ci sta pure ‘o tram!

Proseguendo per via Po si arriva in Piazza Castello, dove potete ammirare, tra l’altro, le facciate del Teatro Regio e dell’Armeria Reale. Un centinaio di metri più avanti ci sono il Duomo con la Cupola opera dell’architetto Guarino Guarini (i cui lavori durarono ventotto anni, terminata nel 1694), il museo della Sindone (situato in Via San Domenico n. 28, circa dieci minuti a piedi dalla Cattedrale), il Palazzo Reale con i retrostanti Giardini Reali Superiori, dove è possibile sostare grazie alla dotazione di sedie e sdraio messe a disposizione gratis.

Nelle vicinanze di Piazza Castello noterete anche dei tram storici accanto a quelli più moderni. Si tratta di un progetto che da anni vine portato avanti con successo nel capoluogo piemontese, teso a restaurare vecchi veicoli su rotaie cittadine, per rimetterli in circolazione con finalità turistiche (vi sono anche 2 tram ristoranti e un tram teatro). Grazie alle pagine web del Museo Virtuale dei Tram di Torino, ho scoperto che tra le vetture attualmente in restauro vi è anche un tram di Napoli del 1934.

Si mangia

Attraverso Via IV Marzo si entra in Largo IV Marzo, un piccolo spazio dove si trovano alcuni tra i locali più frequentati della città per il pranzo, la cena e l’aperitivo. Se non vi spaventano le file è qui che vi consiglio di fermarvi a mangiare. La formula che va per la maggiore è quella del bicchiere di vino con tagliere o piatti a scelta dal menù del giorno. Per il vino, oltre ai più noti piemontesi, se gradite un bianco fresco e profumato, vi consiglio l’Erbaluce di Caluso, un docg regionale.

Un po’ di Campania da gustare a Torino? C’è un’altra opzione per mangiare ed è la trattoria urbana “Gaudenzio Vino e Cucina” (gaudenziovinoecucina.it), in via Gaudenzio Ferrari, a pochi metri dalla Mole e dal Museo Nazionale del Cinema. Il locale, di recente, è stato visitato dal noto chef Alessandro Borghese, impegnato per un format in onda su Sky a scovare la miglior trattoria urbana di Torino. “Piatti, cicchetti e vino” lo slogan scelto da Stefano Petrillo, il proprietario, campano, più precisamente di Cusano Mutri, bellissimo borgo in provincia di Benevento, che dopo essersi trasferito a Torino ha deciso di dare vita a un locale capace di fondere cucina gourmet e stile conviviale. E i risultati sono eccezionali.

Tra i piatti segnalati: risotto acquerello con purea di zucche e ostriche, gnocco vegano, pasta di patate con crema di cima di rapa e piccante, antipasto vegano con carote, crema di sedano e polvere di nocciole.

Io speriamo che me la cavo

E c’è un altro campano che da anni ha eletto Torino a sua città adottiva. Si chiama Mario Bianco. Il nome forse non vi dirà nulla. Si tratta, per renderlo riconoscibile, del bambino simpatico e paffuto che nella trasposizione cinematografica di “Io speriamo che me la cavo”, non poteva rinunciare alla brioche mattutina. E Mario Bianco, lasciato il cinema già da tempo, nell’ambiente dei dolci è rimasto, passando dalla brioche ai cornetti. Infatti, arrivato in Piemonte nel 2007 con la famiglia, dopo qualche anno ha aperto nella centralissima via delle Orfane al civico 28, Cornetti Night (cornettinight.it), una cornetteria molto apprezzata e frequentata, che non nasconde le origini e i gusti calcistici dei proprietari (Mario la gestisce insieme al fratello Valerio, anch’egli con un passato da baby attore).

Su una parete c’è in bella vista la maglia azzurra di Maradona, su altre pareti Napoli e il Napoli fanno da cornice alle foto che ritraggono Mario da attore. Tra le specialità, i panini “Made in Napoli”, il cappuccino night e il famoso Cornetto Torta. La cornetteria è aperta dal lunedì al giovedì dalle 20 alle 3, il venerdì e il sabato dalle 20 alle 6 e la domenica dalle 20 alle 3.

Nei pressi dell’Olimpico

Tre locali, per mangiare, proprio nei pressi dello Stadio Olimpico di Torino: “Osteria La cena coi fiocchi”, in Via Giovanni Spanò, 16. Un felice mix tra cucina siciliana e cucina piemontese; Pizzeria Porca Loca, Via Tunisi, 50. Buona la farinata, consigliata la pizza Sarda con pecorino e salamino sardo; All’Oca di Pulcinella, in Corso Giovanni Agnelli, 2. Apprezzate la pizza al tegamino e la farinata.

Quella del calcio è l’unica forma di amore eterno che esiste al mondo. Chi è tifoso di una squadra lo resterà per tutta la vita. Potrà cambiare moglie, amante e partito politico, ma mai la squadra del cuore.

Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista.

ilnapolista © riproduzione riservata