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Mario Sconcerti: «Prima il tifoso partecipava, oggi vuole solo vincere»

Sul Corriere della Sera: «Il tifoso non partecipa più, pretende, per principio e in barba a qualunque legge geopolitica».

Mario Sconcerti: «Prima il tifoso partecipava, oggi vuole solo vincere»

Sconcerti napolista

Colonnino triste quest’oggi di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera. Nostalgico, disilluso, oseremmo dire napolista. Sconcerti parte dall’errore di considerare il risultato di una stagione come se fosse una legge universale. Il Carpi che lo scorso anno totalizzò 38 punti e oggi si salverebbe a occhi chiusi, i giudizi frettolosi sull’Atalanta, persino sulla Lazio. Nessuno si accontenta. A Firenze dovrebbero essere contenti di essere arrivati quattro volte quarti negli ultimi cinque anni. Sconcerti sfonda un portone spalancato qui sul Napolista.

Sconcerti

Il finale è da sottoscrivere in pieno, ovviamente.

Forse la vera novità degli ultimi dieci anni è il cambio di volontà del tifoso. Prima si partecipava alle vicende della squadra, oggi si vuole solo vincere, fare notizia, comparire. Il tifoso non partecipa più, pretende, per principio e in barba a qualunque legge geopolitica.

“Nel calcio cerchiamo una consolazione”

Poi lega il concetto a Juventus-Napoli e qui già è una forzatura, nel senso che ormai è valido per qualsiasi partita come del resto ha spiegato nella prima parte dell’articolo. “Direi che è soprattutto per questo che Napoli-Juve è oggi una grande partita, perché è un autentico «dramma», nel vecchio senso del termine. Comunque vada sarà un problema. Il calcio di oggi sembra questo, una contentezza a metà. E sulle spalle la certezza di aver capito il segreto, qualunque sia. Perché in fondo non vogliamo la realtà, nel calcio cerchiamo una consolazione. Infatti tifano tutti per la migliore del tempo lungo, la Juventus. E il Carpi dei 38 punti è già tornato al suo dovere”.

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