ilNapolista

Il Napoli ha preso otto gol su palla inattiva, di cui sette pesanti

Le squadre che hanno segnato al Napoli su corner o punizione indiretta: Roma, Besiktas, Udinese, Atalanta, Juventus, Real Madrid. Il problema è il sistema?

Il Napoli ha preso otto gol su palla inattiva, di cui sette pesanti

Il tema del giorno

Non si parla d’altro, oggi, a Napoli. I calci d’angolo, le marcature, la zona e l’uomo, Sergio Ramos che salta più in alto di tutti o una difesa che non è riuscito a tenerlo? Noi abbiamo (malauguratamente?) anticipato il problema, pubblicando in settimana un pezzo sulle difficoltà del Napoli nel rispondere difensivamente ad un pallone laterale. Lo trovate qui, non si parla di corner o calci piazzati in generale ma di situazioni in movimento. Scrivevamo così:

Il Napoli deve necessariamente curare questo aspetto del suo gioco. I gol subiti in stato di difesa posizionale, e tra questi quelli su palla proveniente dall’esterno, diventano una certezza all’aumentare della qualità dell’avversario.

Stamattina abbiamo parlato dell’altro “problema” urgente e specifico della difesa del Napoli. Abbiamo scritto le stesse identiche cose sulle occasioni concesse agli avversari in occasioni di palle perse in costruzione bassa:

Non è un caso che i gol subiti dal Napoli su palla persa siano arrivati per la maggioranza in Champions (Real Madrid all’andata, Benfica all’andata, Benfica al ritorno, Besiktas) e contro Roma e Milan in Serie A. Squadre di un certo livello tecnico, e pure con una buona organizzazione di gioco. L’esempio massimo a Madrid, in occasione del gol di Casemiro.

Ecco: che ci crediate o no, succede più o meno la stessa cosa anche con i gol subiti su calcio piazzato. Aumenta la qualità degli avversari, aumentano i gol.

Elenco lungo (ma non lunghissimo)

Il Napoli ha subito gol su palla inattiva “diretta” dalle seguenti squadre: Roma, Besiktas, Juventus (campionato), Udinese, Atalanta, Juventus (Coppa Italia) e Real Madrid (x2, ieri sera). Ci sarebbero altre situazioni al limite, contro Crotone e Palermo, ma parliamo di azioni successive alla battuta del corner (in Calabria) o a schema lungo atto a muovere la difesa (contro i siciliani al San Paolo, un gol che rientra nella dinamica da cross).

Si tratta, quindi, di 8 gol subiti. Non sono tantissimi, considerando che la Juventus ne ha subiti sei (in campionato). Che possiamo dividere in due gruppi fondamentali: errori gratuiti errori in marcatura. Al primo sottoinsieme, curiosamente, appartengono le due reti incassate allo Stadium contro la Juventus – firmate da Bonucci e Higuain – e quella segnata da Caldara in Napoli-Atalanta. Quella del difensore bergamasco nasce da una deviazione di Albiol. La prima della Juve nasce da un errore in rilancio di Ghoulam, che cicca il pallone. Quella in Coppa Italia, invece, da un’uscita errata di Reina in combo con una lettura non perfetta del cross di Koulibaly. Insomma, parliamo di due situazioni in cui c’entra poco l’eventuale discorso sulla marcatura zona/uomo. Se un difendente serve letteralmente l’avversario solo in area e il portiere esce sul pallone ma non lo colpisce, il sistema difensivo non ha particolari colpe. Non può averle.

Gol subiti dal Napoli, per colpa del Napoli

Restano le reti incassate contro Roma, Besiktas, Udinese, Atalanta e Real Madrid (x2). I primi due su calcio di punizione, gli altri tre da corner. I marcatori di queste reti sono: Dzeko, Aboubakar, Perica, Caldara e Sergio Ramos. L’altezza di questi calciatori: 1.93 (Dzeko), Aboubakar (1.84), Perica (1.92), Caldara (1.87) e Sergio Ramos (1.83).

Il Napoli, come leggiamo da questi dati, soffre sicuramente un missmatch a livello di centimetri. Lo stesso Ramos non è altissimo – pur essendo universalmente riconosciuto come uno dei saltatori più forti del panorama europeo -, eppure solo tre calciatori in campo ieri con la maglia azzurra svettavano su di lui: Albiol, Koulibaly e Ghoulam (a parte Reina, che però ha degli impegni che gli impediscono di marcare sui corner). Il problema di ieri sera, oltre che l’abilità del centrale andaluso, risiedeva negli altri: Ronaldo, Benzema, Pepe, Bale.  Una batteria di saltatori impressionante. Come spiegato da Sarri, la marcatura a zona serve proprio per cercare di colmare questo gap attraverso il posizionamento. Il Napoli non c’è riuscito, in entrambi i gol. Analizziamo il primo – nel secondo succede la stessa cosa nell’uno contro uno tra Ramos e Koulibaly:

Ramos parte da dietro, garantendosi un’elevazione maggiore rispetto ad Albiol. Le coperture del Napoli non sono a caso: i calciatori più alti, Albiol e Koulibaly, stazionano al centro. In questo caso, la differenza sta nell’eccezionale salto del difensore nel Madrid e in un attacco poco convinto da parte di Albiol.

A Udine, per esempio, la differenza è stata fatta da una pessima lettura del cross di Kums. Un pallone che ha “attratto” addirittura tre calciatori scoprendo la zona attaccata poi da Perica.

Nel primo fotogramma, abbiamo evidenziato Perica e chiuso nel quadrato giallo i tre calciatori che non guardano l’attaccante croato ma vanno incontro alla palla. Sbagliando la lettura, perché il cross è più lungo e alto. A quel punto, Koulibaly (riconoscibile dal colore della pelle nel primo e nel secondo frame) deve chiudere uno spazio troppo ampi per contrastare il terzo tempo del centravanti friulano.

È un rischio, questo, del sistema a zona. Un uomo che interviene in una certa porzione d’area, o che comunque sembra in grado di intervenire, costringe la difesa a seguirlo per anticiparlo o chiuderne la conclusione. Scoprendo fatalmente un’altra zona.

Restano da analizzare solo quelle incassate da Aboubakar e da Dzeko. La prima nasce da un fuorigioco che può sembrare ininfluente. Invece è fondamentale: nella gestione della linea, il tipo di movimento dall’attaccante camerunese (che parte oltre l’ultimo difensore, e quindi guadagna tempo e spazio in fase di inserimento) era stato gestito nella giusta maniera. Dopo, la marcatura potrebbe essere più ruvida, ma il vantaggio accumulato è troppo ampio da coprire.

In un caso limite come questo, se vogliamo trovare un comportamento colpevole, va ricercato nell’idea di mantenere necessariamente la linea senza pensare effettivamente alla copertura dello spazio. Regolamento alla mano, però, l’interpretazione del Napoli è giusta.

L’ultimo caso risale a Napoli-Roma 1-3, la rete dello 0-2 firmata da Dzeko.

Il sistema a zona, qui, diventa colpevole. Non in quanto sistema, ma perché “partorisce” un uomo contro uomo in cui il Napoli soffre uno scompenso. Già al momento del cross di Florenzi, Dzeko è largo sul secondo palo e solo Hysaj può marcarlo da vicino. Un mismatch vero, ampio, con l’albanese che non riesce a tenere il bosniaco, tantomeno a mettersi davanti a lui: Dzeko colpisce indisturbato e indirizza verso la porta.

Conclusioni

Come per le palle perse in uscita. All’aumentare della difficoltà – che in questo caso è parametrata alla forza, all’altezza, e alla bravura degli avversari – il Napoli inizia a soffrire i calci piazzati. Abbiamo visto che molti gol subiti nascono da disattenzioni individuali più che sistemiche. Ma abbiamo anche notato come l’idea di una marcatura a zona fissa possa portare anche a degli scompensi che si ripetono.

Noi, ovviamente, non siamo allenatori. Quindi, non ci sentiamo di consigliare a Sarri di cambiare sistema, perché al tecnico risulterà evidente che questa modalità di copertura è quella che offre maggiori garanzie. O che, almeno, limita maggiormente i danni. Abbiamo provato a evidenziare un problema che tende a diventare più grave quando gli avversari sono più bravi. Quando sono i dettagli a fare la differenza. Quando l’attenzione per ogni singolo attimo di gioco, per tutte le situazioni, fa la differenza. Quello su cui deve lavorare il Napoli per vincere, o quasi. Quello che è rimasto da fare a questa squadra.

ilnapolista © riproduzione riservata