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Real Madrid e Barcellona marcano a uomo sui calci piazzati

Su quindici squadre negli ottavi di Champions in undici marcano a zona, più o meno esasperata. Con due casi significativi casi isolati.

Real Madrid e Barcellona marcano a uomo sui calci piazzati

Un sondaggio video

Alla fine, l’abbiamo fatto. Quasi due giorni dopo, con l’incredibile gol di Sergi Roberto ancora nella mente. Una rete che chiude una rimonta storica, la sesta incassata nella partita dal Psg, con una tattica del fuorigioco fatta su un calcio di punizione al 95esimo e oltre. L’abbiamo scelta come immagine d’apertura. Insomma, pura zona applicata. Come dire: non è Sarri, a essere strano. C’è anche chi, possibilmente, fa peggio di lui. Per “capire” la tendenza del grande calcio europeo, abbiamo vivisezionato gli ottavi di finale di Champions League. Quindici immagini per quindici squadre a parte il Napoli. Quindici calci piazzati (soprattutto corner, ma in ogni caso palle scodellate in area) per capire quali come si marca sui calci piazzati. Vediamo com’è andata. Vi anticipiamo che vince la marcatura a zona, con significativi casi isolati di marcatura a uomo: il Barcellone di Luis Enrique e il Real Madrid. Il Bayern Monaco adotta un sistema misto, così come la Juventus.

Arsenal

L’immagine migliore di tutte, la più chiara. I Gunners, ripresi frontalmente su un calcio d’angolo del Bayern, si dispongono davanti l’area piccola cercando di occupare tutti gli spazi possibili. Segniamo un punto per la marcatura a zona.

Atletico Madrid

Su corner battuto corto dal Bayer Leverkusen, si capisce la natura duplice della difesa di Simeone. Si formano duelli individuali in zone dell’area non prossime alla linea di porta, ma ci sono anche calciatori colchoneri liberi a copertura di una porzione di campo. Possiamo definire questo sistema come ibrido, però è visibile un orientamento all’avversario più che all’occupazione dello spazio. Diciamo uno a uno.

Barcellona

La stessa storia dell’Atletico: duelli individuali e uomini a protezione di altre zone dell’area. Anche in questo caso, pur verificando la natura mista del sistema, dobbiamo dare il “punto” alla marcatura a uomo. Due a uno.

Bayer Leverkusen

Punizione da dietro e occupazione degli spazi prima di tutto per le aspirint. Oltre che un tentativo (maldestro, per la verità) di mantenere la linea. Torniamo in parità: due a due.

Bayern Monaco

Sistema misto, ma prima linea puramente a zona. Nel senso: in area si formano alcuni duelli individuali, ma la cerniera centrale davanti a Neuer copre esclusivamente lo spazio. Si capisce dalla posizione dell’estremo destro, che (teoricamente) potrebbe lasciare al calciatore più largo a sinistra dell’Arsenal la possibilità di un terzo tempo. La zona torna in vantaggio: 3 a 2.

Benfica

Zona pura. Due uomini bassi per l’eventuale tocco corto, uomo dal palo che si stacca e diga centrale a protezione del salto avversario nei pressi dell’area piccola. Quattro a due. Netto, in questo caso.

Borussia Dortmund

Altro sistema misto: formazione di duelli individuali più un uomo libero, dietro, a protezione, e altra coppia al limite dell’area. Continuando ad “assegnare i punti” come fatto sopra, questo frame racconta di una marcatura a uomo. Quattro a tre.

Manchester City

Zona per Guardiola. Linea di cinque uomini davanti a Bravo, con due difendenti a disturbo dell’eventuale terzo tempo degli “attaccanti centrali” avversari. Cinque a tre.

Psg

Sistema misto, per il Paris, ma stavolta l’orientamento è più “zonista”. Le distanze sono più ampie rispetto adlla formazione delle coppie, Cavani (come a Napoli) funge da primo colpitore in uscita (non marca nessuno) e dietro ci sono altri due uomini a comporre una prima linea che genera superiorità numerica nello spazio senza “puntare” un avversario diretto. Diciamo sei a tre.

Leicester City

Era ancora il tempo di Ranieri, e, a sorpresa, si marca a zona. Il sistema è misto, con due duelli individuali un po’ più lontano dalla porta a una diga appena di fronte a Schmiechel, composta da quattro calciatori senza marcature fisse. Sette a tre.

Monaco

Come il Psg, forse è una situazione tipica della Francia. Copertura della zona con una prima linea e duelli individuali lontani dalla porta. Curioso il fatto che ci siano otto calciatori in area e due praticamente attaccati alle linee di delimitazione della sedici metri. Anche questa, seppur meno estrema, è marcatura a zona. Otto a tre.

Porto

Sistema palesemente a zona. Una sola linea di calciatori, anche per “cercare” il fuorigioco, e nessun riferimento fisso se non duelli individuali all’interno del proprio spazio. Nove a tre.

Real Madrid

Sistema a uomo classico, vecchio stile. Uno a uno, marcature ad personam. Il contrario del Napoli, contro il Napoli, per far sentire il gap al Napoli. In Champions, Zidane ha fatto vedere questo. E ha avuto ragione, accidenti. Nove a quattro.

Siviglia

Unico caso di rimessa laterale, gestito però come un corner dalla difesa. Che si schiera a zona e forma duelli individuali solo nei pressi del portiere. Anche perché, su rimessa laterale, il fuorigioco non esiste. I tre difensori vicino al vertice visibile dell’area piccola, però, danno l’indicazione della scelta di Sampaoli. Zona, al massimo zona mista. Dieci a quattro.

Juventus

L’abbiamo lasciata per ultima, anche perché ci avvaliamo di un contributo esterno che citiamo (da Ateralbus, scritto da Andrea Lapegna): «Da che ho memoria io (cioè gli ultimi 20 anni di calcio giocato), nessuno utilizza più schemi di marcatura puri a uomo su calcio d’angolo. I vantaggi di un controllo orientato sull’avversario sono molto minori rispetto a quelli del controllo sullo spazio, e un sistema puro è stato nel corso del tempo annientato dallo sviluppo dei celebri “blocchi”. L’unica situazione in cui si possono riscontrare marcature a uomo pure, sono negli ultimi minuti di partita con la squadra in svantaggio, al fine di tenere quanti più uomini alti e pronti alla ripartenza, svuotando così la propria area. D’altra parte, i movimenti richiesti della difesa a zona sono più complessi dell’intuitivo “stai attaccato all’uomo” che si pratica nel calcetto del giovedì».

«La Juventus difende le situazioni di calcio d’angolo con un sistema misto uomo-zona. Cosa significa? La Juventus mantiene giocatori in alcune zone-chiave del campo (o meglio dell’area di rigore); sui corner, si tratta per lo più di coprire in lunghezza e in profondità la cosiddetta danger zone. Altri giocatori invece sono disposti a uomo sugli avversari all’interno dell’area di rigore, per prevenire situazioni in cui a un avversario si concede il mismatch di una rincorsa contro la staticità imposta dalla difesa di uno spazio a ridosso della linea di porta».

Il Napoli

Un po’ quello che è stato imputato a Sarri. Ma che è possibile fare quando i mismatch di cui sopra, a livello di centimetri, sono “gestibili” grazie alla presenza di diversi calciatori con una certa statura. Noi ci aggiungiamo questa nostra piccola parte scritta ieri, in un pezzo che trattava proprio di questo:

Il Napoli, come leggiamo da questi dati, soffre sicuramente un missmatch a livello di centimetri. Lo stesso Ramos non è altissimo – pur essendo universalmente riconosciuto come uno dei saltatori più forti del panorama europeo -, eppure solo tre calciatori in campo ieri con la maglia azzurra svettavano su di lui: Albiol, Koulibaly e Ghoulam (a parte Reina, che però ha degli impegni che gli impediscono di marcare sui corner). Il problema di ieri sera, oltre che l’abilità del centrale andaluso, risiedeva negli altri: Ronaldo, Benzema, Pepe, Bale.  Una batteria di saltatori impressionante. Come spiegato da Sarri, la marcatura a zona serve proprio per cercare di colmare questo gap attraverso il posizionamento. Il Napoli non c’è riuscito, in entrambi i gol.

L’Europa del calcio, oltreché questa considerazione, dà “un’attenuante” al tecnico azzurro.

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