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Autobus di juventini aggredito, la Polstrada di Firenze: «Né spranghe né sassi, il bus è fuggito»

Parla il comandante della Polizia Stradale: «Un’aggressione verbale che poteva diventare fisica,, il pullman colpito con aste di bandiera. Individuati i responsabili».

Autobus di juventini aggredito, la Polstrada di Firenze: «Né spranghe né sassi, il bus è fuggito»

La ricostruzione dei fatti

Abbiamo voluto vederci chiaro sull’aggressione di ieri all’autobus dei tifosi della Juventus in Toscana. Troppe versioni contrastanti, tra ieri e oggi. A cominciare già dall’identificazione degli “aggrediti”, del quale parleremo in fondo. Ma l’aspetto principale non è questo. Riguarda la natura dell’aggressione. Ecco quindi le parole chiarificatrici di Paolo Pomponio, comandante della Polstrada toscana. Il Napolista l’ha sentito al telefono, in modo da ricostruire nella maniera più fedele (e “ufficiale”) possibile i fatti. Ecco la trascrizione della nostra intervista:

«Abbiamo ricevuto un allarme proveniente dal bus che ospitava i tifosi della Juve diretti a Genova. Sul tratto Arezzo-Firenze, all’altezza di Impruneta, sono stati avvicinati da alcuni van (mezzi da nove posti) occupati da tifosi del Napoli. Da lì è scattato un diverbio verbale che poteva trasformarsi in aggressione fisica, ma che è stato evitato grazie alla “fuga” del bus della Juventus, che è riuscito a svincolarsi e a procedere nel percorso verso la Liguria»

«Materiale plastico»

La nostra domanda: cosa intendiamo per diverbio? «Una discussione molto accesa, di quelle che capitano per le strade. I tifosi del Napoli hanno avvicinato il bus e hanno colpito la carrozzeria con delle aste di bandiera di materiale plastico. Nessuna spranga di ferro, nessuna pietra. Il bus è stato danneggiato, ma solo alla carrozzeria. È importante dare bene la notizia, nel senso di non enfatizzare i fatti e raccontare di un raid o di un assalto. Le mie parole vogliono chiarire proprio questo punto».

Il resto del racconto: «Quando ci hanno segnalato l’accaduto, ci hanno fornito dei numeri di targa. All’uscita di Empoli, uno di questi veicoli corrispondenti è stato intercettato. Gli occupanti sono stati identificati, e nel van sono state trovate le aste di bandiera utilizzate per colpire il bus. Il secondo mezzo è stato intercettato sulla strada del ritorno, quindi sul tratto Firenze-Arezzo».

Conclusione: «Il nostro dispositivo di prevenzione ha funzionato, in quanto dopo l’allerta abbiamo subito rintracciato gli aggressori. Avevamo predisposto le nostre forze per l’arrivo dei tifosi napoletani a Empoli, e abbiamo svolto al meglio il nostro lavoro. Ora, tutte le informazioni raccolte sono state passate alla Digos, che procederà secondo i termini di legge».

Tutte le versioni lette in mattinata, dunque, sono state in qualche modo “corrette” da queste dichiarazioni ufficiali. Riportiamo che il Corriere Fiorentino aveva riportato una versione praticamente uguale dei fatti. Quindi, praticamente uguale anche alla realtà. Ovviamente per noi del Napolista resta la gravità dell’intenzione, sono episodi che noi naturalmente condanniamo sempre (è persino superfluo sottolinearlo, ma di questi tempi non si sa mai). Giornalisticamente, però, ci sembra doveroso riportare i fatti nella maniera più aderente possibile alla realtà e quindi siamo andati alla fonte.

Il club di Alife

Eravamo in debito con voi sulla provenienza degli “aggrediti”, definiti da più parti come appartenenti al Club Juventus di Alife, in provincia di Caserta. È arrivata la smentita dello stesso club, attraverso un post su Facebook. Nei commenti allegati, si legge di come ad Alife ci siano due circoli bianconeri. E che quello riconosciuto ufficialmente dal club non ha subito alcuna aggressione, né tantomeno ha rilasciato dichiarazioni in tal senso. Sotto, il post su Facebook.

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