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Napoli-Atalanta 0-2, pagelle / Albiol guida la difesa Titanic, Hysaj e la Spinazzola nel fianco

I voti della strana coppia: l’iceberg orobico Caldara affonda il Titanic della difesa. Nei momenti bui il sarrismo non ha fantasia

Napoli-Atalanta 0-2, pagelle / Albiol guida la difesa Titanic, Hysaj e la Spinazzola nel fianco

REINA – A parare para: due volte su Conti, una su Petagna, ma anche lui fa tremare con quel regalo al citato Petagnone Ercole maldestro che potrebbe goleare e invece rimane all’asciutto – 5,5

Premessa: ero allo stadio, stasera. Ma non traiamo facili conclusioni: ho un range di vittorie altissimo, fuori abbonamento, pari alla media gol/minuti di gioco di Zapata quando era nel Napoli, Fabrizio caro – 5,5

Hysaj e l’anticchia di lucidità

HYSAJ – La battuta è banale, modello “Il Mattino”: lì a destra, il povero albanese ha uno Spinazzola enorme nel fianco. Al 37’ del primo tempo, Hysaj gli stende persino un tappeto rosso e lo fa entrare in area. Perdipiù, rimasto senza un’anticchia di lucidità, rischia di farsi espellere – 4,5

È che contro un Napoli così è difficile tenere alta la media. Manco le preghiere al Padreterno avrebbero potuto qualcosa. E contro Hysaj, stasera, nei Distinti, ho sentito solo jastemme – 4  

MAGGIO dal 34’ del secondo tempo – Che poteva fare entrando a soli dieci minuti dalla fine? – senza voto

Veniamo allo stadio, però. Mentre lo guardavo da lontano, avvicinandomi piano verso il varco 14, pensavo che veramente è quasi pari a un gabinetto, il nostro San Paolo – sv

Il gigante e il Papu pigmeo

MAKSIMOVIC – Il gigante e il Papu pigmeo, che talvolta riesce pure a controllare bene. Ma Maksimovic riserva sempre, immancabilmente, una cappellata letale e così buca l’intervento su Petagnone, cui rimedia Reina (vedi sopra) – 4,5

L’ultima volta che ci ero stata non c’era il display luminoso, e in campo c’erano molti meno preparatori nell’allenamento pre-partita. E i sediolini erano più rossi. Oggi mi è parso tutto stinto. A questo pensavo mentre mi chiedevo, come tutti, cosa ci facesse Maksimovic in campo – 4  

La difesa Titanic

ALBIOL – Caldara è l’iceberg orobico che affonda la difesa Titanic guidata dal comandante Albiol. Un disastro, plasticamente rappresentato dal raddoppio nerazzurro: l’Atalanta è in dieci e l’uomo più vicino a Caldara è Insigne – 4

Però che bella quella sospensione nel silenzio. Il Napoli gioca e il pubblico assiste zitto, pronto a lasciarsi andare a un “ohhhhhh” appena sfuma un’azione o uno degli undici idoli fa qualcosa che sembra bello. Ecco, stasera gli ohhhhh si sono contati sulle dita di una mano – 4  

La disperazione dei cross

GHOULAM – La disperazione dei suoi cross ossessivi, di cui uno solo azzeccato, quello per la cabeza di Callejon, fotografa l’oscena impotenza del Napoli di stasera – 5

E la sospensione ha riguardato anche i classici riti. Perché quando torni dopo anni al San Paolo te lo chiedi se è il caso di comprare il solito Borghetti prima di entrare, o se devi varcare il gate saltellando sul piede sinistro. Poi ci pensi bene e decidi che no, che dopo tanto tempo è meglio sparigliare. Compri solo due pacchetti di noccioline. E rimpiangerai tutto il tempo, mentre imprechi contro l’assenza di cross, di non aver fatto incetta di sambuca o Borghetti, Fabrizio, almeno ci sarebbe stato un senso alla serata – 5  

ZIELINSKI – Avrebbe dovuto spaccare e scardinare il muro atalantino. E invece sono loro a spaccare lui. Va al tiro un paio di volte ma è poca cosa – 5

Gli angoli. Oh Fabrizio, ecco cosa porto a casa, questa sera. L’incubo angoli. Quanti ne ha avuti l’Atalanta? 78? 92? Me ne ricordo 4 consecutivi. I nostri invece sarebbe meglio non averli. Non si vede uno che butta la palla al centro nemmeno a pagarlo a lingotti d’oro – 5

La scioltezza di Diawara

DIAWARA – Il centrocampo orobico è uno show di tattica e di solida precisione che lui argina con tocchetti ripetitivi. Come svuotare l’acqua del mare con un guscio di noce – 4,5

L’unica nota positiva della serata: la scioltezza di Diawara. Mi sono sempre chiesta, nella mia vita da divanista, se il flessuoso corpo di Diawara sembrasse analogamente stiloso anche dagli spalti dello stadio e oggi ho scoperto di sì – 6

HAMSIK – Kessié è un incubo nerissimo, che non lo lascia mai fiatare – 5

Peccato che non ha funzionato nulla, stasera, non la difesa, non il centrocampo, e nemmeno l’attacco. Peccato che abbia colto la sostituzione di Hamsik quasi come un sollievo – 5  

Milik non è un alieno

MILIK dal 14’ del secondo tempo – Uno scambio con Mertens, un tentativo di tiro, ma nel surreale contesto di stasera, surreale soprattutto per l’abulia azzurra, solo un giocatore di un altro pianeta poteva ribaltare tutto – 5

Surreale. Che parola azzeccata che hai usato. Come l’indigestione che ho fatto di noccioline, caro Fabrizio – 5  

Callejon il divoratore

CALLEJON – Masiello, guardiano benedetto dall’ayatollah Gasperini, lo tormenta senza sosta e senza fine. Non punge mai, Callejon, indi si mangia il golletto che poteva far sperare. Avrebbe meritato la sostituzione, al posto di Insigne – 5

Mi è sembrato che la fascia di Callejon sia quasi rimasta immacolata, a dire il vero. Una tragedia – 4,5

MERTENS – Solo lui e Insigne meritano la sufficienza. Il belganopeo si appalesa al 39’ del primo tempo con uno stop fantastico di sinistro, seguito da tiro a lato. Su punizione incoccia nella combinazione Berisha-traversa. Nello score altri due tiri pericolosi – 6

Cosa mi è piaciuto? La sportività del San Paolo quando un bergamasco si è fatto male salvando l’area e si è temuto il peggio. Quando è entrata la calcio mobile. L’applauso è continuato quando l’infortunato si è alzato, un applauso continuo – 5,5

Insigne almeno non è apatico

INSIGNE – Nella prima mezz’ora, poteva essere lui, e non Caldara, a rompere il noioso equilibrio da partita di scacchi con quella magia di destro fra tre difensori nerazzurri. Ma la magia scheggia solo la traversa. Talvolta pasticcione, almeno non è apatico – 6

Oddio, forse sarebbe stato meglio apatico che pasticcione. Perché il pubblico dei Distinti, subito dopo aver applaudito l’infortunato bergamasco, avrebbe voluto ammazzare il piccolo frattese – 5

Un’inutile sostituzione

PAVOLETTI dal 34’ del secondo tempo – Una sostituzione inutile a quel punto (vedi Maggio) ma su cui si possono ricamare densi retroscena sulla scissione di Madrid tra Sarri e il presidente emigrato negli Stati Uniti – senza voto

Su Pavoletti in campo si sono sprecati gli insulti alla mamma di De Laurentiis, Fabrizio. E ho detto tutto – sv

SARRI – Stasera il Maestro non è lui, ma Gasperini. Ai laici aperti al dialogo, non agli antipapponisti che predicano il Dogma Sarrita, segnaliamo che forse il suo difetto principale è quello di non saper leggere la partita in corso. Non saperla leggere per poi correggerla. Nei momenti bui il sarrismo non ha fantasia, è scontato e prevedibile, quanta differenza per esempio tra il Rog invisibile di Sarri e il Pjaca di Allegri che segna in Champions – 5

All’89’ la curva intona ‘Un giorno all’improvviso’. E io, Fabrizio, non ho cantato! Quando è troppo è troppo, caro mio – 4

La prece a San Gennaro

ARBITRO CELI – Grazia Hysaj col doppio cartellino ma non Kessié. (Le mie pagelle stasera sono in memoria di Michele Pepe, compagno di lotte studentesche e di fede azzurra: che la terra gli sia lieve) – 6

È negli ultimi secondi di gioco che si registrano le note più incredibili della partita. un po’ perché, finalmente, la fine dello strazio è sembrata più vicina (non si abbandona mai lo stadio prima della fine, Fabrizio, perciò mi sono maciullata le carni fino all’ultimo), un po’ perché, al 90’ in punto, il bambino sotto di me si rivolge al padre dicendo: ‘Papà, se perdiamo mi devi comprare la maglietta’. Fede perpetua nei colori azzurri. Intanto, dietro, un ragazzo poco più che ventenne si appellava a San Gennaro. Lo ha fatto fino alla fine, come fosse una nenia. Poi ha detto: ‘Così non si fa, San Gennà, me ne fai andare arrabbiato’. L’amico suo gli è andato in soccorso con una pillola di saggezza: ‘Gaetà, amm’ perz. C’amma rassignà’’. È stato bello, Fabrì, vedere la religiosità, toccarla con mano. Come di incanto, all’uscita, aveva smesso di piovere, almeno. La pioggia, prima o poi, si ferma sempre – 5,5

 

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