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La guida Napolista alla trasferta di Bologna

Cosa fare nel capoluogo emiliano, tra deriva culturale, monumenti e – ovviamente – il cibo. Con un occhio alle iniziative del Napoli Club Bologna.

La guida Napolista alla trasferta di Bologna

Dotta (forse), grassa e rossa

Sarà pure dotta, Bologna, ma lo striscione esposto tre anni fa al Dall’Ara in occasione della partita Bologna-Napoli, quello che fece incavolare pure Gianni Morandi, dice tutt’altro. Probabilmente nei secoli la città ha perso quell’aura intellettuale e colta a cui deve uno dei tre soprannomi.

“La Dotta, la Grassa, la Rossa”, viene chiamata Bologna. La Dotta, lo si deve all’università che risale al 1088, la più antica del mondo occidentale; la Grassa, deriva dalla tradizione culinaria, fatta di piatti saporiti, sostanziosi. Infine, la Rossa, starebbe a indicare “i riflessi dei mattoni con i quali fin dal medioevo sono stati costruiti torri e palazzi”.

Un odio senza un perché

Tra i sostenitori azzurri a Bologna e seguaci de Il Napolista c’è Mario Barba, tifoso napoletano doc, di San Giorgio a Cremano ma in Emilia Romagna dal 2005 per motivi di lavoro. Mario non si spiega perché ci sia tanta acredine da parte dei bolognesi: «Si accaniscono contro di noi – dice – e non solo calcisticamente. I loro striscioni, i cori che intonano allo stadio inneggianti a un’eruzione, non hanno nulla di sportivo ma nemmeno nulla di civile». Come dargli torto?

Chissà, vivendo in questa epoca, cosa avrebbe detto Ippolito Nievo che ne ‘Le confessioni d’un italiano’ scriveva: «dal sommo all’imo di questa povera Italia non siamo per tanto diversi gli uni dagli altri come vorrebbero darci a credere. Anzi delle somiglianze ve n’hanno di così strambe che non si riscontrano in veruna altra nazione» per poi aggiungere all’elenco delle somiglianze quella tra acquaioli di Caserta e dottori bolognesi che a suo dire gareggiavano nell’eloquenza.

La città

Deriva culturale a parte, però, vale sempre la pena visitare la città, i suoi monumenti più caratteristici, dalla Fontana del Nettuno a Piazza Maggiore, dai portici alla torre degli Asinelli e all’antico mercato nel Quadrilatero. Tra le curiosità, il consiglio è di dedicare qualche minuto per una visita alla Finestrella di Via Piella, scorcio della città noto anche come come “la piccola Venezia”, in quanto tra i palazzi, si può vedere scorrere “uno dei pochi tratti d’acqua che tra i primi del Novecento e il dopoguerra non fu ricoperto di asfalto”.

Al numero 15 di via D’Azeglio c’è la casa di Lucio Dalla, un bolognese che tanto ha amato Napoli e i napoletani. Poco o niente è stato fatto, purtroppo, per rendere fruibile in tutti i giorni dell’anno la casa-museo del grande artista scomparso nel marzo del 2012, una delle icone della musica italiana. Sulla homepage del sito acasadilucio.it sono state scritte solo 3 date: 2-3-4 marzo 2017. Nulla più. Varrà comunque la pena, per i tifosi napoletani a Bologna in questo week end, farsi un giro dalle parti di via D’Azeglio.

Dove mangiare

Farlo e uscire dal solito giro di locali del centro? In via Cividali, poco distante dal Parco del Velodromo e dalla Rotonda Romagnoli sull’Asse Sud-Ovest, c’è il Ristorante pizzeria Sporting, il cui proprietario, Giampiero, è un napoletano e dunque c’è un felice connubio tra cucine: quella tradizionale partenopea e quella locale. Tra le specialità: la vellutata di fagioli, guazzetto di moscardini, piatti a base di pesce. Il locale sorge in una vasta area verde attrezzata. Naturalmente, la sera, nelle sale dello Sporting verrà trasmessa Bologna-Napoli.

Napoli Club Bologna

Intanto per il Napoli Club Bologna lo speciale sabato calcistico comincerà molto prima del match. Con un pre-partita organizzato presso il Circolo Arci di San Lazzaro che inizierà alle 12, con la presentazione del libro “Il resto della settimana”, di Maurizio De Giovanni. È stato invitato l’autore che converserà con Maurizio Criscitelli, presidente del sodalizio azzurro. A seguire il pranzo sociale, il cui menù prevede: spaghettoni all’amatriciana, salsiccia e patate, torta celebrativa. E un mortadellone di 60 chili. Sono stati invitati giornalisti e altri personaggi noti dello sport e dello spettacolo e, tra le le varie iniziative, ci sarà l’esposizione delle maglie storiche del Napoli.

«Anche quest’anno abbiamo deciso di non fare un pranzo ‘normale’ – spiegano dal club azzurro di Bologna -. Sosterremo le realtà come Libera Contro le Mafie proponendo lo spaghettone commemorativo dei loro 20 anni e la scelta di farli all’amatriciana è dettata dalle notizie che ormai sono di cronaca. Sosterremo anche una new entry, la Coop Lazzarelle che produce all’interno del carcere femminile di Pozzuoli ‘a tazzulella ‘e cafè, che offriremo alla fine del pranzo. Questo per noi significa ‘Passione & Identità’ e crediamo che questi momenti debbano essere sempre orientati al sostegno di modelli positivi e unici derivanti dalle nostre terre». Poi tutti allo stadio. A tifare azzurro.

Quella del calcio è l’unica forma di amore eterno che esiste al mondo. Chi è tifoso di una squadra lo resterà per tutta la vita. Potrà cambiare moglie, amante e partito politico, ma mai la squadra del cuore.
Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista.

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