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Come segna il Real Madrid: la stagione “umana” di Ronaldo e le transizioni di Zidane

Analisi sull’attacco del Real Madrid: Benzema è molto criticato dai tifosi merengue, ma la squadra di Zidane segna tantissimo (e con molti giocatori).

Come segna il Real Madrid: la stagione “umana” di Ronaldo e le transizioni di Zidane

Potenza di fuoco

Dopo aver analizzato la difesa del Real Madrid, passiamo a trattare l’attacco. Vale a dire, il reparto che più fa paura, la potenza di fuoco a disposizione di Zidane. Un arsenale capace di segnare a qualsiasi difesa, in qualsiasi modo e in qualsiasi momento. Vero, mancherà Bale (anche se i rumors delle ultime ore spingono per un incredibile lancio da titolare), ma i rimanenti due terzi della BBC sono abili e arruolabili (non abbiamo pensato nemmeno per un momento, ieri, che ci fosse qualche possibilità che Cristiano Ronaldo non fosse della contesa). I nomi di Isco e Lucas Vazquez, quelli che potrebbero completare il tridente blanco, non rubano l’occhio come quelli dei titolari. Ma sono ugualmente sinonimo di gran qualità.

Isco. Ovvero, il ragazzo si farà (anche se ha le spalle strette)

Numeri

Partiamo da un dato. Il Real Madrid segna sempre. Non una sola partita, quest’anno, in tutte le competizioni in cui le merengues siano rimaste a secco. 33 gare sempre in gol. 54 reti in 20 partite di Liga, 16 in sei gare di Champions, 22 in sei match di Coppa del Re. Più le tre reti segnate in Supercoppa Europea. Fanno 95 gol in totale, quasi tre di media a partita. Solo in cinque occasioni, realizzati meno di due gol. Sì, è abbastanza per essere piuttosto preoccupati.

Almeno per quanto riguarda la linea delantera in quanto tale, però, i numeri non sono spaventosi come potrebbe sembrare. Prima di tutto, c’è un Cristiano Ronaldo decisamente più umano rispetto al solito. 21 gol in stagione, solo uno in più di Mertens. Quel che fa piuttosto strano, soltanto due reti in sei apparizioni di Champions. Anche perché è quello che ha tirato di più (5,5 volte a partita) in tutta la fase a gironi.

Il caso (?) Benzema

Pure il contributo complessivo di Benzema è tutto sommato normale: 12 reti in 27 apparizioni totali, appena meglio di Morata (10 reti in 27 gare) di cui pure si dice che abbia avuto un impatto non felice. Ciò che impressiona veramente è la capacità contributiva quella squadra di Zidane: 18 marcatori diversi nella Liga. Il totale in effetti, a parte CR7 (14 reti), è stato piuttosto ben distribuito: 6 reti per Morata e per Sergio Ramos, 5 per Benzema, Bale e Isco, più tutti gli altri marcatori. I pericoli, insomma, possono arrivare da chiunque. Ma non era una novità, a pensarci bene.

Un dato che dovrebbe essere accolto positivamente dalla tifoseria, quello della distribuzione dei gol, è invece fonte di critiche. Di critiche ad personam. Nei confronti di Karim Benzema, che in qualche modo è sempre (o quasi) il capro espiatorio di tutte le colpe del Madrid. A Zidane, tecnico dall’indice di gradimento piuttosto alto al Bernabeu, viene rimproverata la cocciutaggine sull’impiego del francese. Incide anche il fatto che siano connazionali, certo. Diciamo che orienta il dissenso. Esattamente come la condizione di “campione e canterano” di Morata, cavallo di ritorno un po’ scontento per lo scarso impiego. Un sentimento contrario verso Benzema, che quest’anno, però, è verificato nei numeri, soprattutto quelli della Liga. Per l’ex Lione, appena 5 reti – come detto – in campionato. Non è roba da Real Madrid.

I gol del Madrid: ovvero, la varietà

L’ampia scelta delle soluzioni offensive, va da sé, è notevole. Tra campionato e Champions, 48 reti segnate da azione manovrata ma anche 14 su palla inattiva. Detto che su queste ultime bisognerà stare particolarmente attenti a quel pericolo pubblico che risponde al nome di Sergio Ramos (otto gol totali in stagione a febbraio, ed è un difensore) o a non concedere posizioni di sparo idonee a Cristiano Ronaldo (difficile, in ogni caso, visto che parliamo di quasi ogni punto del campo a 30 o meno metri dalla porta), ci sono dei dati che possono spiegarci il modo di giocare e di attaccare dei madrileni.

Essendo le statistiche della Liga, dove il pallino di fatto ce l’hanno sempre loro ed è normale che sia così, piuttosto relative, in Champions scopriamo che il Real è soltanto decimo per possesso palla totale (53%), ma è la seconda squadra che conclude di più (18,7 tiri a gara) dopo il Bayern Monaco e la prima per tiri da dentro l’area (11,5). Questo ci dice di una squadra capace, quando decide di accelerare, di arrivare facilmente in area anche con pochi tocchi del pallone ribaltando rapidamente il fronte.

Tale e tanta è la qualità degli spagnoli, che non sorprende nemmeno questo atteggiamento “poco Real”, orientato alle transizioni. La caratteristica principale della squadra di Zidane è proprio quella della gestione. Dei tempi della partita, del suo ritmo. Anche del possesso, che viene “lasciato” agli avversari in modo da colpirli con le ripartenze in verticale che esaltano Cristiano Ronaldo. Sotto, qualche esempio di questa pratica di gioco. Qualche esempio devastante, ci viene da dire.

Quindici giorni fa, tre reti alla Real Sociedad: due su palloni verticali, una su cross dalla destra. La Real Sociedad è quinta nella Liga. Della serie: non parliamo di una squadretta.

Le soluzioni da fuori, tutto sommato, sono poco esplorate: 5,5 volte a partita in Champions (esattamente come il Napoli), decimo dato complessivo sulle 32 della fase a gironi. Sorpresa delle sorprese, nonostante la presenza di due autentici fenomeni nella batteria contraerea come Sergio Ramos e Cristiano Ronaldo (e anche Varane non sarebbe malissimo), il Real è solo quartultimo tra le 32 finaliste di Champions per duelli in quota: 17,8 a partita. Certo, è chiaro che parliamo di una squadra che predilige il gioco palla a terra e non potrebbe essere altrimenti, ma il Napoli, per dire, supera i 20 duelli aerei a gara. Da questo punto di vista, forse, ci saranno davvero pochi motivi in campo per alzare lo sguardo, cosa che Cassano ha consigliato a Insigne di non fare per non subire l’impatto del Bernabeu.

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