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“Il bambino è mio e gli cucino io”. Mamme, refezione e malumori a Napoli per la ditta Sodexo

Riunione pubblica alla Quinta Municipalità. I genitori non sono contenti del cibo, domani al via i test di gradimento per i bambini. Nostalgia per la vecchia ditta.

“Il bambino è mio e gli cucino io”. Mamme, refezione e malumori a Napoli per la ditta Sodexo

Riunione pubblica alla Quinta Municipalità

Nuovo capitolo sul fronte refezione scolastica. Questa mattina, nei locali della V municipalità Vomero-Arenella si è svolta una riunione pubblica sul tema, alla presenza di diversi consiglieri municipali, del presidente della commissione refezione scolastica municipale (costituita lo scorso novembre), Valter Savarese, della direttrice della municipalità, Giuseppina Silvi, e di un gran numero di mamme, molte delle quali con figli alla scuola Piscicelli, quella in cui, per intenderci, è stato ritrovato il coleottero https://www.ilnapolista.it/2017/01/scuola-pensavano-fosse-uninvasione-erano-pellecchie-e-un-insetto/.

All’ordine del giorno, naturalmente, il caso Piscicelli, in merito al quale è stato presentato un documento di sintesi delle istanze raccolte tra le mamme. Nel documento viene evidenziata, in particolare, la percezione che la qualità dei pasti, con il cambio di ditta, sarebbe peggiorato e che le analisi effettuate dall’Asl sull’insetto rinvenuto nella pasta non hanno soddisfatto in pieno i genitori, che continuano dunque nelle loro richieste di maggiore trasparenza e informazione.

Tra le richieste, quella di attivare, ad opera della ditta, le modalità di valutazione della soddisfazione dell’utenza previste dal capitolato di appalto comunale e di diffusione, sempre ad opera di Sodexo, dell’elenco dei prodotti Dop e Igp utilizzati per i pasti forniti, con indicazione della provenienza da parte di fornitori certificati, oltre a tutti i criteri igienico-sanitari seguiti nella preparazione e somministrazione dei pasti, a garanzia dell’intero processo.  L’intenzione era di condividere il documento, arricchirlo, e farne un documento più circostanziato da far poi approvare dal Consiglio Municipale, cosa che verrà fatta nei prossimi giorni.

La preoccupazione per la nuova ditta

Come si può bene immaginare, i toni della riunione, per quanto riguarda le mamme, sono stati a tratti tutt’altro che pacati: l’insetto ha destato grande preoccupazione, in virtù, soprattutto, ci è sembrato di intendere, del cambio della ditta che gestisce la distribuzione dei pasti dal 9 gennaio e che lo farà fino a giugno. Ricordiamo infatti che la nota multinazionale Sodexo si è aggiudicata, per la V municipalità, la gara per sei mesi bandita dal Comune di Napoli per la refezione scolastica, andando a sostituire la ditta familiare già nota, accreditata ed apprezzata dall’utenza, Vegezio srl.

La novità ha preoccupato le mamme, anche perché in tante hanno appreso del cambio quando era ormai già cosa fatta. Non solo, a preoccupare i genitori è il ribasso straordinario (del 17%) con cui la Sodexo si è aggiudicata l’appalto. Come ha spiegato l’assessore all’Istruzione del Comune di Napoli Annamaria Palmieri, nell’intervista pubblicata ieri, infatti, la gara, bandita con i criteri dell’offerta economica più vantaggiosa), è stata vinta – a pari qualità tra le ditte che vi hanno partecipato – da quella che ha proposto il ribasso più alto, del quale è stata chiamata a dare conto con opportuna giustifica, che sarebbe stata prodotta ed esaminata dalla commissione di gara.

La teoria del panino

Ma torniamo alla riunione di questa mattina. La maggior parte dei genitori con figli iscritti alla Piscicelli ha chiesto, in sostanza, di essere autorizzata a portare il panino da casa, non fidandosi di una ditta appena subentrata a quella storicamente in essere nel lotto V. In tanti hanno insistito sul fatto che, poiché il Tar ha autorizzato con una sua sentenza, l’ingresso a scuola di un pasto dall’esterno, non c’è nessuno che debba autorizzare a sua volta i genitori, tanto meno il Comune, e che quindi questi possano agire di conseguenza.

Pazienza (per alcune mamme) se poi si vanifica la validità educativa della refezione o se si verificano intolleranze alimentari: “E non ho capito, se mio figlio fa assaggiare il panino a un suo compagno e quello si sente male perché allergico, poi la colpa deve essere mia?” ha chiesto una signora. Punto su cui si inalberano le dirigenti che si oppongono all’ingresso del pasto dall’esterno, naturalmente, dato che la colpa per eventuali problemi ricadrebbe tutta su di loro, come spiegato anche in questo caso dettagliatamente dalla Palmieri nell’intervista pubblicata ieri su queste pagine.

L’eventualità di uscire alle 13

Qualche mamma non aveva ancora ben chiaro l’accaduto, per quanto riguarda l’ormai famoso coleottero, e voleva rassicurazioni sulla completezza delle analisi effettuate dall’Asl. Altre ancora hanno parlato di una “generale” insoddisfazione gustativa dei bambini. Altre hanno chiesto delucidazioni sulle modalità con cui Sodexo si è aggiudicata la gara. Uno dei consiglieri presenti ha chiesto un esame organolettico ulteriore dell’insetto per comprovarne la provenienza.

Ma, soprattutto, le mamme si sono divise con toni aspri sulla possibilità di far uscire i bambini alle 13, farli mangiare a casa e poi farli rientrare a scuola, come permesso dalla dirigente scolastica della scuola Piscicelli, e non, invece, a farli rimanere regolarmente in classe durante il pranzo e fino alle 16 (quelli iscritti all’orario prolungato): “Tu dici che lo puoi prendere a scuola perché non lavori! – una mamma ha urlato contro un’altra – A te questi non servono!”, ha detto mimando il gesto dei soldi con le dita. Insomma, la domanda che le mamme soprattutto hanno rivolto ai rappresentanti istituzionali presenti è stata soprattutto una: ci dovete dire che dobbiamo fare, possiamo far mangiare con tranquillità i bambini a scuola oppure no?

I dati sulla percentuale dei piatti mangiati

Alla maggior parte delle domande e in particolare a quest’ultima ha cercato di rispondere la direttrice della municipalità Giuseppina Silvi: «I vostri figli possono mangiare tranquillamente a scuola – ha esordito rivolgendosi alla platea delle mamme – perché non c’è alcuna presenza di cibo tossico. Non esiste emergenza perché lo dice l’Asl che è l’autorità locale preposta a farlo e mio referente diretto in questa storia». Perché allora nelle scuole girano i Nas, come accaduto ieri alla Vanvitelli Statale?, le è stato chiesto: «Perché la magistratura li ha allertati data la situazione di allarme e per questo stanno girando tra le scuole – ha spiegato la Silvi – Rientra nella situazione di emergenza che si è sollevata”.

La Silvi ha anche sciorinato alcuni dati sul numero di pasti serviti ieri, alla ripresa della settimana scolastica dopo il ‘caso coleottero’: «Ieri i bambini, sul territorio della nostra municipalità, hanno mangiato nella percentuale dell’85% – ha spiegato – Il 15% che non lo ha fatto è quello relativo agli iscritti alla scuola Piscicelli”.

Al via i test di gradimento del cibo

Alla Silvi è stato chiesto se, quando si parla di assenza di cibo “tossico”, si può anche assicurare che quello presente sia “igienico” e lei lo ha confermato con certezza: «Dire che non c’è cibo tossico equivale a dire che il cibo servito è igienicamente adeguato». Non solo, ha aggiunto: «Lo stesso giorno in cui è stata evidenziata la presenza del coleottero nella pasta e lenticchie della Piscicelli, l’Asl si è recata presso il centro di cottura Sodexo, ha analizzato tutte le scorte di lenticchie, gli utensili, le vasche, i contenitori e questo controllo ha dato un esito positivo, nel senso che non ha dato adito ad alcuna rilevanza oggettiva. Sono stati analizzati anche i pasti che restano custoditi ogni giorno presso il centro di cottura proprio per essere esaminati in caso di ritrovamento di corpi estranei e anche quelli sono risultati puliti».

Anche sulla questione panino da casa, la Silvi è stata molto chiara: «I diritti dei singoli incontrano un limite laddove inizia la nostra concezione di refezione scolastica, che abbiamo inteso come momento anche educativo e collegato al diritto all’istruzione». Il panino da casa, in pratica, come già affermato dalla Palmieri, non è in linea con il servizio a domanda erogato dal Comune di Napoli né con la modalità educativa che ha la refezione per l’amministrazione.

La Silvi ha naturalmente ammesso che è tutto perfettibile, anche in termini di refezione scolastica: «Ieri abbiamo parlato con l’Asl anche della gradevolezza degli alimenti – ha spiegato – perché ci è stato detto da più mamme che i bambini sono spaesati di fronte al cambio di fornitura».

Già da domani, dunque, dovrebbero partire i questionari di gradimento – già previsti – per i bambini che saranno chiamati a giudicare con il loro gusto personale il gradimento rispetto ai piatti erogati da Sodexo.

Le richieste dei genitori

Tante le lamentele strettamente legate agli alimenti, sia al gusto che alla composizione sia a come arrivano nei refettori e nelle aule. Una mamma della scuola dell’infanzia Vanvitelli comunale ha fatto notare che le polpette servite la settimana scorsa, dunque prodotte con carne macinata e uovo, sono arrivate crude, e che il 12 gennaio, presso la sua scuola, il pesce non sarebbe stato servito, per volontà delle maestre, perché maleodorante. La stessa mamma ha lamentato la presenza di diverse lische nel pesce, tanto da spingere la maestra in servizio a dare il via ad una gara tra bambini a chi ne trovasse di più pur di evitare di fargliele ingerire.

Inoltre, mentre il precedente fornitore portava a scuola il pesce con l’indicazione, nel vassoio, della tipologia di pesce servito, Sodexo finora non lo ha fatto. Sulla sua pagina Facebook, hanno spiegato molte mamme, la precedente ditta rendeva note le grammature dei pasti serviti, le percentuali biologiche degli alimenti e pubblicava anche le confezioni dei cibi utilizzati, come testimonianza di veridicità e trasparenza. “Si può chiedere a Sodexo di fare altrettanto?”, hanno chiesto diversi genitori presenti.

Il genitore degustatore

Subito dopo ha preso la parola un genitore della stessa scuola dell’infanzia Vanvitelli comunale, Marco D’Arcangelo, membro della commissione di refezione di istituto che ha raccontato: «Ho assaggiato il pasto a scuola sia venerdì scorso che ieri (lunedì, ndr). Ho scaricato dal sito del Comune le tabelle dietetiche standard e analizzato il mio piatto, guardato in quello di mio figlio e girato per le classi perché come membro della commissione mensa posso osservare le modalità di somministrazione del servizio. Vi posso dire con estrema sicurezza, pur non essendo un nutrizionista ma solo una persona che da 43 anni mangia, che non esiste corrispondenza tra cibo servito e tabelle nutrizionali pubblicate sul sito».

«Il problema è questo – ha proseguito -. Se Sodexo ha un contratto con il Comune che prevede un costo per un piatto, questo costo è composto da tante voci, compresi gli ingredienti utilizzati e se questi non corrispondono a delle tabelle non dico che debbano favorire la crescita dei nostri figli ma che garantiscano l’adempimento contrattuale, allora c’è un problema». L’avvocato D’Arcangelo ha continuato: «Anche i bocconcini di pollo al limone serviti l’altro giorno erano insapori. Idem per la pasta con la besciamella. Mentre il brasato di bovino è arrivato freddo, gelato». Ha segnalato tutto questo all’Asl?, gli hanno chiesto i consiglieri presenti: «No – ha risposto l’avvocato – perché quel giorno c’era un’altra segnalazione e sono stato preso da altro».

Il caso del bambino celiaco

Ha provato a pacare gli animi il consigliere municipale Adolfo De Santis: «In realtà l’insetto trovato è compatibile con il cibo che noi chiediamo – ha provato a spiegare mentre le mamme mormoravano rumorosamente – perché nel cibo bio può capitare che questo accada. E comunque non c’è nessuna certezza che l’insetto sia arrivato prima o dopo lo scodellamento. La pagliuzza di alluminio che pare sia stata trovata alla Vanvitelli comunale ieri, non è stata evidenziata a noi come municipalità e se non arriva alla municipalità una segnalazione ufficiale nessuno può sapere sia accaduto».

Così come pare non sia giunta alla municipalità neppure la segnalazione del menù sbagliato consegnato alla Piscicelli. Qualche giorno fa, infatti, una mamma della scuola in questione ha scritto al Napolista per raccontarci che a suo figlio celiaco non era stato consegnato il pasto speciale ma quello ordinario, con grave pericolo per la sua salute. La signora ci aveva prodotto le lettere da lei indirizzate alla dirigente scolastica della scuola, all’assessorato all’Istruzione, al presidente della Municipalità, all’Asl e ad alcuni organi di stampa, che però pare non siano mai arrivate, visto che nessuno ne ha contezza. Neanche la ditta ne era stata edotta, a quanto ne sappiamo, ma di questo parleremo in altra sede.

La commissione

In tanti hanno anche chiesto come fare per attivare le commissioni mensa di istituto, unico tramite tra i genitori e la ditta. Nel corso della riunione è stato spiegato che è facoltà del dirigente scolastico accordare il permesso per la loro costituzione poiché la possibilità di istituirle è prevista per legge. Alle mamme è stato suggerito di chiedere ciascuna alla propria dirigente di istituirne una, perché sicuramente, date le ansie generalizzate di questi giorni, daranno il loro consenso. Parrebbe comunque che i veti all’istituzione delle commissioni mensa di istituto provengano solo da due, al massimo tre scuole sul territorio municipale.

Da segnalare un gran turbinio di notizie parziali e reazioni umorali intorno all’argomento, oltre che toni comprensibilmente preoccupati da parte delle mamme, ma anche una generale disinformazione e tanta paura del nuovo che si è concretizzata, per alcune, in una domanda naturalmente caduta nel nulla: “Come fare a revocare l’appalto alla ditta?”.

Nei prossimi giorni la commissione mensa municipale produrrà il suo documento finale e noi ve ne renderemo conto. Restiamo aperti, naturalmente, a ogni segnalazione, lettera o sollecitazione a cui vorrete renderci partecipi.

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