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L’Atalanta di Kessié che non dà tempo a Gasperini, nonostante una rosa adatta al suo gioco

Gli avversari di domani: mercato e avvio non esaltanti, ma un organico di buoni giocatori e promesse futuribili. Da Kessié in giù, una batteria che sembra adatta al Gasp.

L’Atalanta  di Kessié che non dà tempo a Gasperini, nonostante una rosa adatta al suo gioco

Kessié e i suoi fratelli, Kessié squalificato. Il leit motiv dell’avvio atalantino è legato a doppio filo con il giovane ivoriano, grande sensazione nel ruolo di centrocampista e monopolizzatore delle cronache con i suoi quattro gol segnati in Serie A nella stagione d’esordio. A 19 anni. Eppure, l’Atalanta è tanto altro, ben oltre il talento pure innegabile di un futuro signor centrocampista: quella degli orobici è stata una rivoluzione silenziosa, portata avanti, dalla scelta del tecnico in giù. attraverso un mercato non scoppiettante ma comunque vicino alle nuove esigenze tattiche.

Mancano ancora gioco e risultati, però: e Gasperini, l’uomo del nuovo progetto, è parso già in difficoltà nei confronti di un ambiente esigente da sempre, che ha iniziato a mugugnare fin da subito dopo le prime uscite non proprio convincenti: «Oggi c’è una bella vittoria da festeggiare, domani ragioneremo meglio. E’ stata una settimana dura, la situazione dovremo analizzarla anche con la società, perché è fondamentale riuscire ad avere una condivisione di vedute». Queste le parole del tecnico dopo la vittoria di Pescara (in casa del Crotone), la seconda in campionato dopo quella interna con il Torino. Dichiarazioni sintomo di un malessere che Gasperini sembra portarsi dietro ogni qual volta che tenta l’avventura lontano da Genova. In luoghi diversi, dove sono necessari tempi ed adattamento per un gioco non convenzionale. Ed è proprio questo che sembra mancare: il tempo per un giudizio sereno. E per un allenatore di campo come l’ex rossoblu, il problema è proprio qui.

Sì, perché poi l’organico non sarebbe nemmeno male. Anzi, come abbiamo detto già sopra, sembra ritagliato sulle esigenze del gioco di Gasperini, basato tutto sulle sovrapposizioni esterne e sulla difesa a tre: difensori centrali in abbondanza, esterni in grado di coprire tutta la fascia e uomini d’attacco fantasiosi ma pure capaci di interpretare le consegne tattiche. Un nome a testa dal mercato: Zukanovic, Konko, Paloschi. Più, come detto all’inizio, Kessié: l’ultimo dei prodotti di un vivaio che non smette mai di sfornare profili futuribili e che quest’anno ha tirato fuori la perla nera dopo il prestito al Cesena. 

Insieme a lui (che sarà assente contro il Napoli per squalifica, lo saprete o comunque l’avete letto tra le righe nell’incipit del pezzo), gli altri calciatori più utilizzati dell’organico atalantino sono i reduci dalla stagione e mezza di Edi Reja sulla panchina bergamasca, un interregno non particolarmente gonfio di successi. Si potrebbe utilizzare la locuzione “di transizione” per identificarlo, che è buona per tutte le stagioni: Toloi, Kurtic, D’Alessandro, Gomez, Pinilla. E quel Conti su cui girano voci di opzioni partenopee per il futuro.

Per il match contro il Napoli, Gasperini (oltre a Kessié, ovviamente) dovrà rinunciare agli infortunati Carmona, Konko, Suagher. Probabile un nuovo utilizzo per Petagna, centravanti baby di scuola Milan autore di due gol in questo scorcio iniziale di stagione. Ultima considerazione, quella sul portiere: Berisha sembra avere tolto il posto da titolare a Sportiello, ed è un peccato dal punto di vista tecnico. Non tanto per il portiere albanese ex Lazio, ci mancherebbe, ma perché Sportiello rappresenta)va?) un patrimonio importante per il club orobico, che dopo le incomprensioni estive sembra preparare il terreno per una cessione praticamente immediata nelle prossime sessioni di mercato. Si parlava di Fiorentina nelle ultime ore di agosto, non se n’è fatto più nulla. Forse, c’è (ancora) puzza di Napoli: dopo l’affare Grassi (a proposito: probabile che tocchi proprio a lui sostituire Kessié), il canale preferenziale sembra aperto. E voi sapete che il Napolista, a Sportiello, l’accoglierebbe a braccia aperte. Intanto, domani non gioca. È già un in(d)izio.

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