ilNapolista

Spalletti, arrenditi a Totti e a Roma (insomma, stacce)

Ilary ha solo ricordato il peso della storia. A Roma vince Totti, il papa laico. Spalletti si rassegni, come dicono loro: stacce.

Roma. Perché solo a Roma poteva succedere. E solo alla Roma. Dove due mesi dopo la conquista dello scudetto, a Testaccio ci fu la protesta dei residenti – anche quelli di fede giallorossa – che volevano dormire. Perché a Roma, l’anno prima, dopo la conquista dello scudetto da parte della Lazio, i romanisti girarono per le strade della città al grido “Roma è nostra”. Perché a Roma Totti è il papa laico. Perché quindici giorni fa Nainggolan ha esclamato: «Perché i tifosi si fanno sentire solo quando entra Totti?» Anni fa, Ilary in una intervista disse: «Non usciamo mai, una volta andammo in via del Corso, i genitori gli mettevano i bambini in braccio, volevano che lui li toccasse». Come un Papa, appunto.

Ovviamente il partito degli anti-Totti esiste, è fisiologico. Sono segnati con cerchietti rossi sulla cartina della città, ma ci sono. Spalletti non ce la potrà mai fare. Non si capisce nemmeno perché sia tornato con in testa l’idea di compiere una rivoluzione antropologica. Ha già perso, ancora prima di cominciare. Loro ti direbbero, come solo loro sanno dire, che la storia non la batti mai. È più forte di te. Come il mare. Ma te lo dicono in quel modo che non puoi non sorridere e prenderne atto. Roma, al contrario di Napoli, non si dibatte in eterne questioni su di sé e su quel che non va. Roma è Roma. È stata Roma. E devi farci pace.

Sì, ci sarebbe il tema della moglie. Ma è relativo di fronte alla forza impetuosa di Totti. Nato il 27 settembre del 1976 – pochi mesi prima della conquista della Coppa Davis – e in serie A già nel 1993, 28 marzo. Da Porta Metronia, a pochi passi dal Colosseo, allo stadio Olimpico. Casa sua da ventitré anni: 763 partite ufficiali con la maglia della Roma, 306 gol di cui 250 in serie A.

Spalletti, lo sappiamo, “piccolo uomo” non è gradevole. Teoricamente, saremmo dalla tua parte. Anzi, lo siamo. Ma non hai scelta. Abbozza: non puoi mai vincere. Come dicono loro, stacce.

ilnapolista © riproduzione riservata