ilNapolista

Sarri e l’intelligenza di cambiare idea

Non solo turn-over, Sarri sta rinunciando a quelli che sembravano dogmi (come Jorginho) e sta sfruttando la rosa del Napoli.

Sarri e l’intelligenza di cambiare idea

Reazione a Pescara, da 0-2 a 2-2 e se Rocchi non ci avesse lo zampino. Reazione in Napoli-Milan dopo il pareggio dei rossoneri che sono risaliti da 2-0 a 2-2: poi, 4-2. Reazione a Kiev, Champions League: sotto di un gol, il Napoli ribalta la partita con Milik. Quattro giorni e situazione simile in Napoli-Bologna, da 1-0 a 1-1, altra reazione, altra doppietta del polacco e 3-1. Quattro vittorie in cinque partite (compresa quella di Champions) e quattro reazioni del Napoli. Che dei 14 gol realizzati, ne ha segnati nove nel secondo tempo.

In campionato, tre vittorie e un pareggio. Dieci punti. Dodici gol segnati, cinque subiti. Callejon capocannoniere del torneo con cinque gol (nessuno su rigore) e Milik al secondo posto con quattro (anche lui nessuno dal dischetto). Gli altri tre li hanno segnati Hamsik e Mertens (2). In tre occasioni, a Pescara, contro il Milan e contro il Bologna, decisivi sono stati i cambi effettuati da Sarri che ha cambiato l’inerzia delle partite con le sostituzioni. La forza della panchina. Il concetto che è stato alla base della campagna acquisti del Napoli. Una campagna che fin qui ha decisamente ribaltato il mood dell’ambiente che ancora una volta, come dicevano le nonne, ha perso un’occasione per tacere.

Ovviamente l’uomo copertina è Arkadiusz Milik, persino più del capocannoniere Callejon che è arrivato a cinquanta gol all’alba della quarta stagione. Anche lui, quando arrivò, venne accolto da sorrisini di tifosi e giornalisti. L’uomo copertina è Milik perché è stato lui il prescelto per sostituire Gonzalo Higuain e perché fin qui è stato devastante. In quattro giorni ha deciso due partite quasi da solo. E contro il Bologna ha dimostrato che lui con i piedi così male non se la cava.

Ma il personaggio più sorprendente di quest’inizio di stagione è senza dubbio Maurizio Sarri. Un allenatore che, a dispetto delle dichiarazioni spigolose culminate nelle frasi che hanno preceduto Palermo-Napoli, sta dimostrando invece con i fatti che è capace di mettere anche le proprie idee in discussione. Un allenatore che, come abbiamo visto, sta sfruttando la panchina. E lo ha fatto anche ieri sera: ha incluso Strinic nel turn over e poi nel secondo tempo ha sfruttato la freschezza di Ghoulam, Allan e ovviamente di Milik. De Laurentiis e Giuntoli (è bene cominciare a nominare questo direttore sportivo che ama rimanere dietro le quinte) hanno decisamente elevato il livello medio della rosa e Sarri lo sta sfruttando.

Non solo. Maurizio Sarri, spesso accusato (accusa invero comune a molti allenatore) di integralismo, sta invece mostrando non solo duttilità ma anche capacità di tornare sui suoi passi. E non tanto per l’attacco il reparto in cui, se vogliamo, le gerarchie le ha fin qui stabilite il campo in maniera incontrovertibile. Soprattutto per il centrocampo, reparto in cui Sarri ha messo in discussione quelli che sembravano essere dogmi. Ha cominciato col far giocare sempre di più Zielinski un calciatore che strappa come pochi, degno centrocampista di Jurgen Klopp che non a caso lo avrebbe desiderato nel suo Liverpool. Zielinski è entrato in tutte le partite fin qui giocate. E a Palermo e contro il Bologna ha giocato titolare.

Ma la principale novità di ieri sera è stato lo stravolgimento del gioco delle coppie. Perché è vero che Zielinski ha giocato al posto di Allan ma ieri sera il brasiliano ha sostituito Jorginho e non il polacco. Con lo spostamento di Hamsik al centro. Se non una rivoluzione copernicana, almeno un momento importante. Da segnare col circoletto rosso, per dirla alla Clerici e Tommasi. Ovviamente non stiamo annunciando una bocciatura per Jorginho ma la panchina del Napoli, sia pure solo con quattro elementi per il centrocampo, comincia a fornire più di un’alternativa. Anche perché ormai è evidente che gli avversari hanno capito come neutralizzare l’italo-brasiliano. Cambiare idea, ha detto Sarri, è sinonimo di intelligenza. E lui lo ha fatto. «Hamsik può giocare centrale di centrocampo», ha detto. E mancano ancora Rog e Diawara di cui ieri ha parlato bene in conferenza stampa: ha giustamente ricordato che 14 mesi fa giocava in Lega Pro («e nemmeno da titolare») e che poi è cresciuto tantissimo. Ne ha tessuto le lodi per l’impegno in allenamento. «Sta studiando da palleggiatore», ha aggiunto.

È un Sarri che ha smentito l’immagine di innamorato dei titolarissimi. Ha schierato cinque formazioni diverse in cinque partite e il suo Napoli ha sempre mostrato la sua identità. Quando ha giocato male, come nel primo tempo di Pescara, è stato per motivi di carburazione. Sarri sta dimostrando di essere un allenatore capace di sfruttare l’ampiezza della rosa che il Napoli gli ha messo a disposizione. E fa benissimo anche a insistere con Gabbiadini perché Manolo servirà al Napoli. L’impressione, con l’attaccante bergamasco, è che soprattutto lui non creda nelle sue potenzialità.  Ma questo è un altro discorso.

Sono passati solo nove giorni da quelle dichiarazioni di Sarri a Mediaset Premium sulla panchina del Napoli. I fatti hanno smentito quelle parole. Sarri sta lavorando sugli uomini a disposizione e lo sta facendo come al solito in maniera ammirevole. Lentamente, sta anche correggendo o comunque modificando la sua creatura. È giusto che Milik si prenda le copertine, così come Gabbiadini e Reina diventino temporanei oggetti di preoccupazioni, ma il protagonista di questo inizio di stagione è Maurizio Sarri l’uomo che fino a poco tempo fa sembrava malato di nostalgia. E invece stava pensando a come correggere il Napoli.

ilnapolista © riproduzione riservata