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Il rimpianto del calciomercato (fin qui) resta Sportiello

Manca un vice Reina più affidabile. La lista a 25 e Sepe come giovane cresciuto nel vivaio complicano l’operazione Sportiello.

Il rimpianto del calciomercato (fin qui) resta Sportiello

Il Napoli ha finito il suo mercato, a meno di clamorosi colpi di scena finali. Sette acquisti. Tutti giovani, costosi, di prospettiva. A parte Giaccherini, unico fuori tema. Sapete, o comunque avrete intuito, qual è il nostro giudizio su questa campagna, da Higuain in giù. Ovviamente, chiariremo ancora meglio la nostra posizione domani con un paio di pezzi appositi. Detto questo, però, vogliamo trasformarci in maestrini severi. In criticoni.

Non possiamo farlo per l’attacco, non ci riusciremmo. Questione di buon senso e di coerenza, oltreché che di opinioni personali. L’anno scorso c’era Higuain, e qualcuno è riuscito a storcere il naso perché “si era gestito malissimo Gabbiadini perché lui è un gran talento”. Quest’anno, il Napoli ha ceduto Higuain e si è quindi indebolito. Giusto, vero, sacrosanto. Però abbiamo preso un calciatore da 32 milioni di euro e abbiamo deciso di tenere Gabbiadini, quello da “gestire meglio perché è un gran talento”, come suo contraltare. E, nel frattempo, abbiamo approcciato Icardi e Cavani. Che però non sono stati ceduti dai loro club. Come l’anno scorso, abbiamo due calciatori per il ruolo di centravanti. Milik è ben più di una scommessa visto che è l’ex centravanti dell’Ajax, è costato più di 30 milioni, è nazionale polacco e ha poi segnato una doppietta al suo esordio al San Paolo. Ovviamente non è Higuain. 

Niente lamentele preventive per l’attacco, quindi. Ma un occhio critico alla gestione della questione-portiere. Nodo fin dal 2013, primo anno di Benitez. Allora furono presi Reina e uno dei giovani più promettenti del ruolo, Rafael, campione del Sudamerica con il Santos e nel giro della nazionale brasiliana. L’anno dopo, sappiamo com’è andata. Meglio non ricordarlo. Un anno fa, il ritorno di Reina ha fatto “cadere” il problema: lo spagnolo, bravissimo nella prima parte di stagione, ha iniziato ad accusare i primi problemi (fisici e prestazionali) e ha costretto il Napoli a partenze ad handicap in alcune partite e a schierare Gabriel a Udine, in un match decisivo. Sintomo che, evaporato Rafael, il Napoli non aveva una riserva seria.

Quest’anno, altra gestione un po’ così. Perché Reina è rimasto intoccabile e non si è riusciti (ancora, ma probabilmente in via definitiva) a prendere un secondo affidabile. Un profilo che ha un nome, un cognome e un’identità precisi: Marco Sportiello, promesso sposo che nemmeno Tramaglino e Mondella. A un certo punto sembrava cosa fatta, poi sono subentrati alcuni problemi. Uno di questi riguarda la lista Figc e la necessità di non superare i 25 calciatori over 21 e di inserire 8 giocatori cresciuti in Italia, di cui 4 nel vivaio del club. Proprio questa regola ha contribuito a bloccare il Napoli nella trattativa: uno dei 3 calciatori del vivaio presenti in rosa è Gigi Sepe, portiere. Su cui il Napoli era inizialmente indeciso, visto il doppio precedente un po’ misto: bene a Empoli, male (anche e soprattutto dal punto di vista caratteriale a Firenze). Alla fine, la scelta (pure abbastanza obbligata) è stata quella di rimanere con lui e Rafael alle spalle di Reina, che a sua volta ha confermato la propensione all’indecisione (il gol di Niang in Napoli-Milan non è frutto di uno strafalcione marchiano, ma un portiere più reattivo forse avrebbe intercettato il tiro del francese).

Spieghiamo perché la scelta è stata “obbligata”: nel caso in cui il Napoli avesse tesserato Sportiello, avrebbe dovuto necessariamente cedere Sepe o lo stesso Rafael. Questioni di lista, non si possono superare i 25. Cedendo Sepe, però, sarebbe venuto a mancare uno di quei calciatori necessari a rimpinguare il contingente dei 4 calciatori cresciuti nelle giovanili del club. Cediamo Rafael, allora. A quel punto, con tre portieri titolari o aspiranti tali (Sepe, secondo le parole del suo procuratore, si è sempre autodefinito al massimo come vice-Reina, mai come terzo), la situazione nello spogliatoio sarebbe diventata ingestibile. La terza opzione, ancora più estrema (che però, ad oggi, sarebbe pure la più percorribile: lo scrive il Corsera edizione bergamasca, lo riportiamo noi qui) è l’acquisto di Sportiello con la conseguente cessione di un calciatore di movimento (El Kaddouri). Una situazione resa possibile dal fatto che il Napoli ha acquistato Rog e Diawara, due titolari o quasi che però sono Under 21 e quindi utilizzabili al di là della lista. Lo slot c’è, a patto che non si tocchi Sepe.

E proprio qui sta il problema: piazzare Sepe dietro Sportiello è stato impossibile dal punto di vista puramente regolamentare ma pure “umano”. Così come sembra almeno complicato far restare questo Sportiello a Bergamo. Soprattutto dopo i problemi con Gasperini, segnalati anche dal Corsera, che ha accusato il suo numero uno di essere distratto dalle voci di mercato. In allenamento, e questo noi non possiamo saperlo. Ma pure in partita, e questo l’abbiamo visto bene con gli errori commessi in queste prime due giornate. Soprattutto per uno degli estremi difensori più continui del nostro campionato, abituato a stagioni e prestazioni di alto livello. Gasperini ha ragione a criticare il suo calciatore, a chiedere e pretendere il massimo impegno. Il Napoli potrebbe inserirsi e coprire quello che, per noi, resta l’unico punto oscuro di questo mercato. Sepe non ci convince, nonostante sia sicuramente meglio di Gabriel. Ma difficilmente potrà essere l’erede certo di Reina, un calciatore che amiamo e stimiamo ma che ormai si avvia al crepuscolo della carriera (proprio oggi compie 34 anni, auguri!) e ha qualche problemino sparso. Noi avremmo voluto Sportiello, e lo avremmo voluto fin da subito. Non è stato (ancora) possibile, difficilmente le cose cambieranno in queste ultime ore. E sarà un vero peccato. Forse l’unico di una sessione gestita al meglio, seppur con qualche ritardo e senza il grandissimo colpo in attacco.

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