Basta uscire dalla città per rendersi conto che la percezione del club partenopeo è ben lontana dallo scoramento dei tifosi “locali”.
Esci dal Napoli e ti accorgi che l’idea che la gente ha del Napoli è totalmente irreale. L’Hertha, ad esempio, che ospita gli Azzurri sabato pomeriggio a Berlino, dedica al club partenopeo addirittura una pagina del suo sito web, con tanto di foto gigante. Ne ricorda la storia – “di una nave e un ciuccio” – che accomuna i due club; il passato glorioso, gli alti e bassi, il fallimento e i successi degli ultimi anni, giunti a coronamento della straordinaria capacità di soffrire dei propri fedelissimi, che hanno sostenuto la squadra lungo il dramma dei libri contabili che pure non sono riusciti ad uccidere una storia secolare.
Le coppe – proprio così, questi tedeschi le chiamano “coppe” – del 2012 e 2014, hanno portato gli italiani del sud, i meridionali, a festeggiare di nuovo la squadra. Che oggi ha trovato casa in cima alle classifiche, dove le compete.
A leggere l’interesse per il nostro passato, l’onore ed il piacere che hanno nell’incontrarci sul campo, il racconto che costruiscono delle alterne fortune della squadra azzurra, del suo sapersi sottrarre al destino infausto per tornare grande, e della qualificazione in Champions dello scorso anno che mostra che il meglio debba ancora venire, si capisce che all’estero, del Napoli, questi poveri illusi non capiscono nulla. Si sa, capisci Napoli solo se sei di Napoli. I tedeschi, d’altra parte, non sanno godersi la vita come noi napoletani.
