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I legami tra Napoli e la Polonia: dal babà a Milik e Zielinski

Polonia significa Chopin, Arkadiusz richiama Sannazaro, la Rivoluzione e uno dei nostri dolci tradizionali. Sarri forse ha scelto gli uomini giusti.

I legami tra Napoli e la Polonia: dal babà a Milik e Zielinski
Milik e Zielinski con la maglia della Polonia

Arkadiusz.

Atletico, giovane, uno sguardo bello vispo, come dice il Mister.

Bisogna dire che questo giocatore mi è piaciuto, credo che sia piaciuto al di là del gol un po’ a tutti i tifosi.

Con quel nome poi, Arcadio, che richiama alla bellezza della poesia del napoletano Jacopo Sannazaro, la sua arcadia, il paradiso perduto, l’accademia di poesia che perde le sue radici nell’antichità, e di cui fu illustre allievo anche il “nostro” mantovano preferito, Virgilio, napoletano poi di adozione e per sepoltura.

Arcadia, posillipo, armonia, forza, lealtà.

Poeticamente mi pare Milik un giocatore leale, altruista e corretto.

E Zielinski, beh, che dire… l’anno scorso sarebbe entrato Lopez, con tutto il bene che vogliamo a Davidone, e avremmo perso, schiacciati davanti all’area di rigore. Invece, il polacco è rapido, forte, ha piede di trequartista e anima di mezz’ala con un fisico da mediano, un calciatore che imprime accelerazioni decisive nelle fasi delicate della partita.

Le premesse ci sono tutte.

E rinsaldano un legame storico tra Napoli e la Polonia.

Ci sono grandi rivoluzionari polacchi che nel 1820 hanno provato ad aiutare i moti carbonari nel regno di Napoli, i primi tentativi ( da parte dei meridionali) di guidare il processo di unità d’italia partendo da Napoli capitale.

C’è un legame tra Polonia e Napoli, politico, culturale, antropologico, con tanti polacchi che popolano la nostra città.

Ho spulciato tra varie suggestioni, e trovo, come forse molti lettori sapranno, che il simbolo della nostra pasticceria è un dolce polacco.

Ebbene, il Babà, o Babbà, fu un’idea di un re polacco, cito Wikipedia “

Stanislao Leszczyński[2], suocero di Luigi XV di Francia; Leszczyński era uso dilettarsi nell’invenzione culinaria ma, essendo privo di denti, era impossibilitato a mangiare dolci quali il gugelhupf, originario dell’Alsazia, che egli trovava troppo asciutto; decise allora di ammorbidirlo nel Tokaj e nello sciroppo.”

Il Babka divenne a Napoli Babbà nell’800, e da lì poi è diventato un simbolo della città, della sua tradizione culinaria.

Più di questo, che vogliamo?

Abbiamo due giocatori che sono proprio due babà, come sapore ovviamente, e come bontà, ai quali aggiungere rum, senza tema di smentita.

Ecco, solo questo volevo dire.

Abbiamo tante cose in comune con questi polacchi, forse qualcosa in più rispetto ad altre popolazioni affini come “disordine” e vocazione all’eccesso, ma siccome per noi Napoli è nobilissima anche nella sua miseria, tifo per questi nuovi calciatori e ho grande fiducia in una squadra che unisca l’estro alla disciplina, il senso di squadra con il guizzo individuale.

Forza Mister, forse li hai veramente azzeccati gli uomini giusti.

Noi amiamo la maglia, e già stravediamo per il duo dell’est.

E poi Polonia significa tra le altre cose Chopin, i suoi notturni che tanto bene si adattano alle nostre lune, il romanticismo e la spiritualità di un popolo spesso sottomesso ma mai domo, che come noi conosce la sofferenza, l’emigrazione e il sacrificio.

Forza Napoli, che bella partita.

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