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Benfica: la maledizione delle finali, il nuovo ciclo di Jonas e dei giovani (Horta, Kalaica e Zivkovic)

Secondo focus del Napolista sulle avversarie di Champions del Napoli: i lusitani, campioni del Portogallo in carica, restano una delle migliori squadre del continente.

Benfica: la maledizione delle finali, il nuovo ciclo di Jonas e dei giovani (Horta, Kalaica e Zivkovic)

Se ne facciamo una questione di titoli nazionali, nessuno come loro. 35 volte campioni della Primeira Liga portoghese, 25 coppe di Portogallo, 7 coppe di Lega e 5 Supercoppe portoghesi. Un palmares assolutamente super. Cui non fa seguito però un adeguato palmares continentale, fermo alle due Coppe dei Campioni conquistate nel 1961 e nel 1962. La maledizione di Bela Guttman (il tecnico bicampione che, andato via sbattendo la porta, disse che per cento anni il Benfica non avrebbe più vinto una Coppa dei Campioni) c’entrerà pure fino a un certo punto, ma il fatto che i lusitani da allora abbiano perso ben otto finali – 5 di Coppa Campioni e tre di Coppa Uefa/Europa League – resta qualcosa di quasi inspiegabile. In ogni caso, i dati appena snocciolati chiariscono subito un aspetto: abbiamo a che fare con una delle grandi riconosciute, almeno a livello storico, del panorama continentale. E le due finali di Europa League e i quarti di finale di Champions degli ultimi anni lo confermano. Al di là del sospiro di sollievo di ieri pomeriggio, quando il buon Ian Rush ci ha piazzato nel loro girone invece che con Barcellona o Bayern.

Organico e risultati

Quella a disposizione del tecnico Rui Vitoria, che un anno fa sostituì Jorge Jesus duellando con lui e col suo Sporting Lisbona fino alla fine per la conquista del titolo portoghese, è in effetti una squadra, a guardarne i nomi, non di primissimo piano ma assolutamente insidiosa. Cambiamenti, rispetto a un anno fa, pochi eppure sostanziali: sono andati via infatti Renato Sanches e Nico Gaitan, a rinforzare le fila rispettivamente di Bayern e Atletico Madrid. I lusitani non hanno investito granché dei 60 milioni ottenuti dalle due cessioni, ma lo hanno fatto con criterio. Innanzitutto, confermato Mitroglou (dopo il prestito dello scorso campionato), per garantire un’alternativa di peso e qualità a quel Jonas che la scorsa stagione sfiorò addirittura la Scarpa d’Oro. Il brasiliano forse non ripeterà quell’annata fantastica ma resta attaccante di sicuro affidamento. Per il resto, operazioni molto interessanti soprattutto in prospettiva: il reparto esterni offensivi è stato puntellato con gli arrivi del peruviano Andrè Carrillo dallo Sporting e dell’argentino Franco Cervi, di cui si dice un gran bene. E al posto di Renato Sanches è arrivato dal Vitoria Setubal Andrè Horta, un classe ’94 che può disimpegnarsi in molti ruoli a centrocampo. Ha già messo a segno il primo gol al debutto in campionato, ne sentiremo parlare. Da non sottovalutare nemmeno gli arrivi dei giovanissimi Branimir Kalaica, proveniente dal florido vivaio della Dinamo Zagabria, e di Andrija Zivkovic, uno che è già campione mondiale Under 20 con la Serbia. In generale, il Benfica si schiera con un 4-2-3-1 che può diventare 4-4-2, unendo l’esperienza dei veterani (Julio Cesar tra i pali, i centrali Luisao e Lisandro Lopez, il mediano Frejsa, i due attaccanti di cui abbiamo già detto) all’esuberanza di molti giovani, tra cui l’altro centrale Lindelof che pare sia stato seguito dal Napoli. Non è più giovanissimo Eduardo Salvio, ed è atteso per l’ennesima volta alla stagione della consacrazione e con le qualità che ha potrebbe finalmente farcela. Tirando le conclusioni, è una squadra che potrebbe rivelarsi anche più forte di quella vista all’opera negli ultimi anni, che già era piuttosto competitiva.

I precedenti con il Napoli e con le italiane

Chi scrive aspettava da tanto l’occasione di poter reincontrare il Benfica. Il precedente del primo turno di Coppa Uefa nel 2008/09 è ancora carico di rimpianti: al 3-2 del San Paolo (che avrebbe potuto essere anche più largo senza alcuni peccati di inesperienza) fece da contraltare il sanguinoso 0-2 del Da Luz, passato alla storia per errori nostri (leggi Zalayeta) e qualche contestazione arbitrale. Piuttosto negativo, il bilancio complessivo del Benfica con le italiane: in totale 8 vittorie, 4 pareggi e 13 sconfitte per un saldo di 10 eliminazioni e 5 passaggi del turno. Gli ultimi due, però, sono stati appannaggio proprio dei lusitani: oltre al già ricordato precedente con gli azzurri, altra vittima fu la Juventus nella semifinale di Europa League del 2014. Il Napoli di oggi si è costruito un pedigree internazionale sufficiente per provare a prendersi la propria rivincita e per dimostrare di poter stare a pieno titolo tra le grandi del continente.

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