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Il Napoli secondo Marco Bellinazzo: società robusta, ma per i ricavi strutturali bassi serve sempre la Champions

Il Napoli secondo Marco Bellinazzo: società robusta, ma per i ricavi strutturali bassi serve sempre la Champions

Il titolo dell’analisi di Marco Bellinazzo sul modello Napoli, pubblicata su goal.com, dice già tanto se non tutto: «Napoli, cosa serve per crescere (e non fermarsi più)». Il giornalista del Sole24Ore, esperto di finanza applicata al mondo del pallone, descrive in queste poche parole la situazione strategico-finanziaria del Napoli di De Laurentiis: ovvero, una società robusta che però «rischia di dilapidare quanto fin qui costruito se ogni anno non raggiunge la massima competizione continentale  o non realizza ricche plusvalenze».

Il problema, secondo Bellinazzo, sta nei bassi ricavi strutturali del club: «Con un introito di 120 milioni, non ci si può permettere a lungo una rosa da 130 milioni tra ingaggi e ammortamenti. Nel 2011 il Napoli aveva ricavi totali per 131 milioni. Nel 2015 è arrivato a quota 143 milioni. Mediamente, in questi cinque anni, i ricavi dal botteghino sono stati pari a 20 milioni, quelli dell’area commerciale a 30,5 milioni e quelli dei diritti tv nazionali a 60 milioni. Questo significa che, tolti gli introiti della Champions e le plusvalenze da calciomercato (vedi Cavani, Lavezzi, eccetera), il Napoli ha un  fatturato “strutturale” (stadio, area commerciale e diritti tv nazionali) intorno ai 110 milioni (che ora potranno salire a 120 visto l’incremento del 20% del contratto tv 2015/18). In sostanza, da solo il nuovo eventuale stipendio di Higuain (da 5,5 a 7,5 milioni annui, quindi un esborso lordo da 11 a 15) assorbirebbe oltre il 10% del giro d’affari del club».

Quindi, ora la domanda è: il Napoli può esporsi sul mercato? Per quanto? Bellinazzo: «La risposta è articolata: guardando a una prospettiva di breve periodo, certamente sì. La partecipazione alla massima competizione continentale garantirà alle casse del club tra i 40 e i 60 milioni (dipenderà dalla qualificazione ai gironi della Roma e dall’eventuale accesso almeno agli ottavi di finale) e il Napoli al 30 giugno 2015 aveva disponibilità liquide per 49,9 milioni (depositi bancari e postali). Il club inoltre non ha esposizioni verso banche e l’indebitamento totale (109 milioni) è composto soprattutto da debiti da calciomercato (72 milioni) a cui corrispondono 71 milioni di crediti (di cui 38 da calciomercato)». C’è un però, che comunque arriva dal mercato: i no dei calciatori contattati per la prossima stagione, più un elenco di rinnovi «sempre più pesante» spinge Bellinazzo a una considerazione finale su un’eventuale cessione di Higuain. Una roba che non piacerà tanto ai tifosi azzurri: «Ecco allora che se qualche club si presentasse con un assegno da 90 milioni per il Pipita il presidente De Laurentiis dovrebbe riflettere bene prima di decidere cosa fare. Avendo in carico il centravanti argentino ormai per meno di 10 milioni potrebbe realizzare una megaplusvalenza da 80 milioni. La sfida allora sarebbe quella di investirne metà per comprare un nuovo attaccante e metà per costruire un centro tecnico moderno in cui addestrare i futuri campioni “made in Naples”. Magari non tutti i tifosi capirebbero, ma sarebbe una scelta lungimirante». Della serie, non fermarsi più. Sì, ma a che prezzo?

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