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Argentina, Messi e Higuain cercano di ribaltare la storia

Argentina, Messi e Higuain cercano di ribaltare la storia

Ieri si era addirittura diffusa la voce di un possibile ritiro dalla Copa America, a causa di uno slittamente poco gradito delle elezioni federali. Tutto rientrato, falso allarme. L’Argentina ci sarà, e lo fa con un organico a fortissime tinte italiane. Ben 9 dei 23 convocati iniziali di Gerardo Tata Martino (Biglia si è infortunato e sarà sostituito) hanno avuto, hanno ancora a che fare o si sposeranno presto (Banega) con il campionato italiano. Tra questi, a parte Higuain, due ex Napoli: Mariano Andujar ed Ezequiel Lavezzi.

Difficile non considerare la Seleccion per la vittoria, non fosse altro per una legge dei grandi numeri che però sembra stia prendendo le sembianze della maledizione. La nazionale biancoceleste non riesce a vincere un trofeo senior dalla Copa America del 1993. In mezzo, le cocenti delusioni mondiali (prima tra tutte l’ultima finale) e addirittura tre sconfitte in altrettanti finali del Sudamericano, due volte contro il Brasile (2004 e 2007) e quella dell’anno scorso contro il Cile.

Insomma, è arrivato il momento di vincere. Anzi, sarebbe finalmente arrivato. Per una generazione di grandi campioni ancora a secco di vittorie, per consentire finalmente a Lionel Messi di affrancarsi dalla scomoda etichetta di “vincente solo con il Barcellona”. Per Higuain, perché no: il Pipita deve farsi ancora perdonare il rigore sbagliato durante la lotteria dell’ultima finale, quando un errore suo e uno di Banega consegnarono la prima Copa della storia al Cile. Un errore fratello gemello del rigore sbagliato contro la Lazio nell’ultima giornata di campionato e che in qualche modo contribuì ad alimentare giudizi negativi e le critiche nei confronti di un calciatore che sembrava si stesse gettando via. Il campionato giocato col Napoli e il record di gol segnati (36) sottratto a Nordahl hanno fugato i dubbi, ora Gonzalo ha l’occasione di ripetersi nel Sudamericano special edition (si gioca un anno dopo per il centenario della Conmbebol, la Uefa del Sudamerica). Con il gol all’Honduras, Higuain sembra aver iniziato con il piede giusto. Quello sinistro, con un magnifico pallonetto sull’uscita bassa del portiere avversario.

Accanto al Pipita, ovviamente, c’è Messi. Che, come detto, deve in qualche modo (e finalmente) dimostrare di saper vincere oltre il Barcellona. Ci è andato vicino due volte negli ultimi due anni, con i 29 che si avvicinano e un Mondiale 2018 lontano ancora due anni, per lui è un’occasione d’oro. Forse una delle ultime. Anche perché l’altra favorita d’obbligo, ovviamente il Brasile, ha deciso di rinunciare all’amico e compagno di squadra Neymar, stella polare del calcio sudamericano dietro la Pulga: lo utilizzerà nei Giochi Olimpici di Rio, in una dolorosa (quanto triste, antisportiva, malinconica) scelta tra le due competizioni estive. Messi sarà il re di questa edizione made in Usa. Sulla carta. Poi, gli toccherà dimostrarlo pure in campo.

Il resto della squadra è fenomenale. Tanto forte da permettersi di lasciare a casa Dybala, Icardi e Tevez. In attacco spazio alla vecchia conoscenza Lavezzi, comunque arruolato nonostante il ridimensionamento in Cina della sua carriera. Anche perché la terza punta designata è addirittura Sergio Aguero che con Higuain e Messi andrà a comporre un tridente che non conosce pari in nessun’altra Nazionale. Alta qualità pure negli altri reparti: Di Maria, Pastore, Mascherano e Banega tengono alto il livello tecnico e anche agonistico del centrocampo, mentre la difesa, decisamente il reparto meno affascinante, fa comunque affidamento sulla coppia di Manchester Rojo (United) – Otamenti (City), e sulla garra di Facundo Roncaglia rivalutato quest’anno alla Fiorentina dal tecnico Paulo Sousa. L’unico reparto che forse desta qualche perplessità è quello dei portieri: titolare agli ultimi Mondiali e l’anno scorso in Cile è stato l’ex doriano Sergio Romero destinato a indossare la maglia numero uno anche per l’edizione 2016 del Sudamericano. Riserva allo United di De Gea, l’estremo difensore ex dell’Az Alkmaar non è il massimo dell’affidabilità e quest’anno ha disputato appena 4 partite in Premier League. Dietro di lui, le riserve Andujar e Guzman non offrono molte garanzie. Anzi, non ne offrono per niente, perlomeno a certi livelli.

Nel gironcino di qualificazione, la Seleccion affronterà il Cile per il primo posto: sulla carta, le altre due squadre del gruppo D, Panama e Bolivia, faranno da sparring partner alle finaliste dell’ultimo Sudamericano. Si comincia proprio con l’immediata rivincita il 6 giugno, nella notte italiana, nello scenario del CenturyLink Field si Seattle, stadio che di solito ospita le partite NFL dei Seattle Saunders. Per una sera, diventerà una casa del calcio. Avranno come primi ospiti Messi e Higuain: non gli è andata proprio male.

I convocati:

Portieri: Mariano Andújar (Estudiantes La Plata), Nahuel Guzmán (Tigres UANL), Sergio Romero (Manchester United)

Difensori: 
Victor Cuesta (Independiente), Ramiro Funes Mori (Everton), Jonathan Maidana (River Plate), Gabriel Mercado (River Plate), Nicolás Otamendi (Manchester City), Marcos Rojo (Manchester United), Facundo Roncaglia (Fiorentina)

Centrocampisti: 
Éver Banega (Siviglia), Lucas Biglia (Lazio), Augusto Fernández (Atlético Madrid), Matías Kranevitter (Atlético Madrid), Javier Mascherano (Barcellona), Javier Pastore (Paris Saint-Germain), Ángel Di María (Paris Saint-Germain), Nicolás Gaitán (Benfica)

Attaccanti: 
Sergio Agüero (Manchester City), Gonzalo Higuaín (Napoli), Erik Lamela (Tottenham), Ezequiel Lavezzi (Hebeir China Fortune), Lionel Messi (Barcellona)

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