ilNapolista

Le doppiette di Fanna e Perovic, le parate di Garella e il diagonale di Milanese

Le doppiette di Fanna e Perovic, le parate di Garella e il diagonale di Milanese

La rivalità negli striscioni, sugli spalti, in campo. Napoli-Verona è una classica, molto attesa al San Paolo come al bentegodi. Proprio per queta dimensione di partita storica, abbiamo deciso di andare più indietro possibile nella nostra ricerca di precedenti dimenticati. E abbiamo trovato delle vere e proprie chicche per appassionati e nostalgici. Eccone alcune.

2/1/1983, Napoli-Verona 1-2

L’ultima vittoria scaligera al San Paolo riporta alla mente quella che, probabilmente, è la stagione più disgraziata del Napoli dopo la retrocessione del 1998. Non si apre neanche tanto male quel campionato, due stagioni dopo lo scudetto sfiorato e perso nella sfida interna col Perugia. Ci sono Ramon Diaz e Ruud Krol, pare che i tifosi possano sognare in grande. Addiritturra Bearzot, ct campione del mondo in Spagna, lancia gli azzurri nel novero delle favorite al titolo.

Il neopromosso Verona chiarisce, ove ce ne fosse bisogno, che quel Napoli non potrà mai andare oltre a una salvezza sudata: prima del match con gli scaligeri, sei sconfitte, cinque pareggi e una sola vittoria in campionato. L’avvio dell’anno nuovo, se possibile, è ancora più tragico, con Pierino Fanna che fa quel che vuole nell’imbambolata difesa partenopea. Sul primo gol, il doppio intervento sbagliato di Ferrario ha qualcosa di tragicomico. Il 23 gennaio il Napoli riassaggerà il gusto della vittoria, battendo il Pisa in casa per 2-1. La salvezza arriverà solo all’ultima giornata, grazie a una vittoria di misura sul Cesena. Il Verona di Bagnoli arriverà quarto in classifica, perderà la finale di Coppa Italia con la Juventus e metterà le basi per lo scudetto del 1985.

20/1/1985, Napoli-Verona 0-0

Nel giorno dell’esordio in Serie A di Paolo Maldini, si affrontano al San Paolo due squadre dai destini incrociati. Il Napoli di Maradona, secondo molti, avrebbe dovuto occupare posizioni di alta classifica con vista scudetto; il Verona, invece, era la solita outsider pronta a rompere le scatole alle grandi. In quel gennaio ’85, i veronesi sono campioni d’inverno e il Napoli si è appena risollevato dai bassifondi della classifica.

Quel giorno, il San Paolo conoscerà il valore di uno di quelli che diventerà un alfiere, Claudio Garella. Il portiere veronese, autore di una grande prestazione, è anche al centro di una polemica tra Ameri e Bagnoli, raccntata in tutte le declinazioni possibili dal servizio della Domenica Sportiva. Il calcio anni Ottanta era così, pacato e garbato anche nelle dispute. Nel mentre, la partita: il duello Maradona-Briegel, difesa del risultato più che ricerca della manovra offensiva e zero a zero finale giusto e sacrosanto. Un punto per uno che non fa male a nessuno.

29/9/1991, Napoli-Verona 3-1

Rapporti di forza abbastanza modificatisi, nel frattempo. Il Verona ha vinto lo scudetto del 1985, ma poi ha conosciuto un graduale declino fino alla retrocessione del 1990. Nello stesso anno, il Napoli vinceva il secondo scudetto e imboccava il vialetto della parabola discendente. Alla quinta giornata della stagione 91/92, si affrontano due squadre che hanno conosciuto una gloria recente ma sono ancora alla ricerca di una nuova identità.

Il Napoli di Ranieri è più squadra, ha più talento: sblocca subito il risultato Crippa, poi nella difesa segnano Careca e Padovano, coppia d’attacco sostenuta dal talento di Zola. Nel finale, l’attuale allenatore del PSG Laurent Blanc colpisce di mano un pallone nell’area azzurra, portando il veronese Prytz sul dischetto. Il gol del 3-1 non cambia l’atteggiamento postpartita dell’allenatore azzurro, che sottolinea come «lo scetticismo dei tifosi stia pian piano scomparendo, il nostro pubblico si sta affezionando a noi». Quel tecnico è Claudio Ranieri, che oggi sta vincendo la Premier col Leicester.

8/12/1996, Napoli-Verona 1-0

È l’Immacolata di un bel Napoli, e lo vedi guardando le immagini e lo senti quando Biazzo chiama il record stagionale di presenze al San Paolo. È la squadra di Simoni, costruita al mercato con pochi soldi e molta fantasia. Ci sono Boghossian, Caccia, Aglietti, Beto e Caio che partono dalla panchina. Ci sono, soprattutto, sei risultati utili consecutivi e quattro belle vittorie in campionato più il pareggio a Torino con la Juventus.

La spinta positiva è visibile nella sintesi, in cui è solo il Napoli ad attaccare. Molte palle gol, un palo di Turrini su punizione e poi la rete, a tempo scaduto, di Mauro Milanese. Il terzino che poi finirà all’Inter indovina uno splendido diagonale mancino che batte il portiere scaligero, il giovanissimo Guardalben. Esplode il San Paolo, che vivrà un Natale di alta classifica nonostante le difficoltà societarie. Quel Napoli finirà addirittura 13esimo, poi perderà pure la Coppa Italia in finale col Vicenza. Il Verona di Gigi Cagni, invece, retrocederà in Serie B.

23/1/2004, Napoli-Verona 2-2

Se quella precedente, con la maglia Argentina-style e il rischio concreto di retrocedere in Serie C1, è la stagione più brutta nella storia del Napoli, questa è quella più malinconica. C’è rassegnazione, c’è la consapevolezza che, vuoi o non vuoi, non si andrà da nessuna parte. Simoni in panchina fa quello che può, tipo recuperare al calcio italiano quel bel tipo di Marko Perovic, suo vecchio alfiere in una vecchia Cremonese e in un più fresco Ancona. 

Quella è la sua notte, e neanche riuscirà a portare a casa l’intera posta in palio: perché la doppietta che tiene a galla il Napoli arriva tra due gol del Verona, che va in vantaggio con Salvetti dopo una respinta difettosa di Manitta e poi pareggia nella ripresa con il brasiliano Adailton, uno che contro il Napoli ha sempre saputo far valere doti altrove un po’ nascoste. Il malinteso tra Cvitanovic e Zamboni sul secondo gol scaligero è la fotografia di quella stagione azzurra. L’ultima prima del fallimento.

ilnapolista © riproduzione riservata