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La sera in cui Punta della Dogana diventò Punta Higuain

La sera in cui Punta della Dogana diventò Punta Higuain

Accadono cose straordinarie, talvolta. Momenti in cui la città riesce a fondersi alla tua squadra del cuore, a specchiarsi in essa e a rimandarle riflessi luminosi. Tutto ciò è reso ancora più straordinario dal fatto che la città in questione sia Venezia, la squadra del cuore sia il Napoli, questo cosa ci insegna? Naturalmente che la bellezza si possa trovare ovunque e che bello e bello si riconoscano e si parlino, questo è accaduto ieri sera, a Venezia e al San Paolo, tra le 19,00 e le 19,50, a poche ore dalla primavera.

Questo fine settimana sono venuti a trovarci a Venezia, da Napoli, due amici carissimi, Antonella e Paolo. Paolo è come me un grande tifoso del Napoli, un altro pazzo. Decidiamo di fare una passeggiata tutti insieme anche con in cani, verso le Zattere, e poi fino a Punta della Dogana. Ci avviamo quando manca poco all’inizio del secondo tempo, il Napoli sta perdendo uno a zero, e io e Paolo ci produciamo in bestemmie interiori e speranzosi ragionamenti esteriori. Gesticoliamo, più che altro. Paolo ha sullo smarthpone una app, mediante la quale vede le partite. Il secondo tempo ricomincia e noi camminiamo in questa maniera: Anna e Antonella davanti, i cani non ancora liberi sono divisi tra Anna e me, io e Paolo camminiamo dietro. Paolo guarda la partita, io sbircio. Paolo mi dice che per l’articolo non dovrei guardarla, io non vedo quasi nulla, lo smartphone è in mano a lui, stiamo camminando, tra un ponte e l’altro che vuoi vedere? Ci troviamo esattamente sul Ponte dell’Accademia quando Paolo si produce in un urlo disumano per tutti, incantevole per me: “Gooooooooooolllllll”, io esulto, i turisti che passano a quell’ora ci guardano come se fossimo un’istallazione di Biennale Arte, Anna e Antonella si voltano schifate da un’altra parte, i cani manifestano un notevole distacco. Da ieri sera il Ponte dell’Accademia si chiama Ponte Higuain. Proseguiamo la passeggiata: Zattere, Fondamenta degli Incurabili. I cani finalmente liberi fanno i loro bisogni, io ho tempo di camminare una decina di minuti con il sacchetto della cacca in mano, perché i cestini a Venezia sono frequenti come le presenze di Zuniga dello scorso campionato. Paolo ogni tanto rallenta per guardare meglio, io butto l’occhio, entrambi diciamo più volte che questa partita va vinta. Ci spaventiamo con Cerci, diciamo che il secondo gol andrebbe fatto entro la mezzora. Il Napoli attacca, io penso che vinceremo. Superiamo i Magazzini del sale, passiamo sull’ultimo ponte prima di Punta della Dogana e, proprio quando arriviamo lì, nel punto che più amo di Venezia, Paolo impazzisce e urla: “Mammmmmmma mia e che ha fatto, un gol pazzesco”. Esulto di gioia, capisco che può essere stato soltanto Higuain e, in effetti, che gol pazzesco. Da ieri sera Punta della Dogana si chiama Punta Higuain. Le nostre compagne sono un po’ divertite un po’ schifate, ma che importa? Il tempo di girare dietro la chiesa della Salute e arriva il terzo gol, ma già è un’altra cosa, siamo già nelle calli interne, la meraviglia è stata vista, sancita, vissuta, ora potrà essere ricordata. Una delle passeggiate più belle della mia vita. Higuain ha segnato mentre passavo in quelli che sono due tra i mie posti preferiti al mondo. L’ordinario che diventa straordinario mentre lo straordinario si attraversa.

Ieri pomeriggio ho acquistato per pochi euro un libro di poesia: Il terzo gode di Luigi Ballerini (Marsilio, 1994), lo sfoglio e mi imbatto in una bellissima poesia, ne riporto qui qualche passaggio:

“quando incombe o lacuna o passo falso e galleggia una mano spiccata, oleosa, un profilo diffuso che batte in testa, e c’è l’usanza di dire: «questo ingorgo è una stadera inerte, un fuori gioco», l’inganno è che la fine prenda senso dalla qualità del tiro, alla Puskas.[…]”

Immaginate un pericolo, una matassa da sbrogliare, una situazione che non evolve come dovrebbe, come speravate, immaginate un disagio, immaginate qualcosa di statico. Una stadera inerte, un fuori gioco, la fine prenderà senso, ovvero la soluzione la darà, metaforicamente, la qualità del tiro. Alla Puskas scrive Ballerini, alla Higuain, dico io. Il secondo gol di Higuain (come molti suoi altri di quest’anno) è talmente bello che non può essere chiuso solo nel rettangolo di gioco, può diventare una metafora al contrario, sarebbe bello – da oggi in poi – poter applicare alle avversità della vita come speranza, come potenziale risolutivo il gol di Higuain. Non trovo parcheggio, ci vorrebbe un tiro alla Higuain. Non riesco a convincere la Banca a concedermi il Mutuo? Ci vorrebbe un tiro alla Higuain. Sciopero dei mezzi? Qua, con un tiro alla Higuain arriveremmo a casa in tre minuti. Chi sarà il Sindaco di Napoli? Facciamo decidere a un tiro alla Higuain. Ecco, qualcosa del genere.

Gli appunti del drone Giggino

La partita si presenta difficile, col Genoa lo è sempre. Infatti, partiamo bene ma non benissimo, e segnano loro, registro troppe cose che non vanno bene nell’azione che porta al vantaggio dei rossoblù, così tante che dovrò fare al Mister un nastro a parte. Ma sento che vinceremo, anche se alcuni dei ragazzi stasera sono sottotono e un po’ nervosi. La ripresa non è una passeggiata ma è tutta un’altra musica. Higuain fa il fenomeno, i ragazzi sono molto più sicuri, Jorginho gioca su altri livelli rispetto al primo tempo, portiamo a casa una vittoria importantissima. Il mister, in settimana, deve parlare un po’ con Koulibaly e deve dire giusto una parolina a Reina, ma niente di che, non possiamo essere sempre perfetti. Mi sono occupato personalmente di rifocillare i tifosi del Genoa e di regalare ai loro calciatori delle sfogliatelle miracolose a fine partita. Io e il Mister ieri sera siamo andati a fumare a Mergellina.

Notizie dall’Inghilterra

Sconfitta non piacevole del Watford, in casa, contro lo Stoke City. Britos e Behrami titolari, non ricorderanno questa partita come quella della vita. Il Leicester vince ancora, e ancora uno a zero, e ancora con Inler in panchina, che non entra. Come sono tradizionali da queste parti, nessuno.

Note a margine:

–        Contento per la convocazione di Jorginho in Nazionale

–        Al bar mi hanno chiesto “Oh, ma hai visto Rizzoli…?” Ho risposto che da quando c’è stata la fusione con Mondadori non ne ho saputo più nulla.

–        Mi piacerebbe che facesse un gol Jorginho

–        Ho mangiato due cornetti, uno a Venezia e uno a Milano, si chiamavano entrambi Higuain.

–        #IoStoConSarri dalla prima

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