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Contro il Chievo tocca a Chiriches l’ex enfant prodige che conosce l’arte del silenzio

Contro il Chievo tocca a Chiriches l’ex enfant prodige che conosce l’arte del silenzio

Vlad Chiriches è uno che parla poco. Anzi, che parla niente. Cercando in rete, si trovano giusto un paio di dichiarazioni della sua stagione napoletana. Un’intervista concessa a Natale al mensile È Azzurro, qualcosina sulla sua presentazione. Poi, basta. La sua immagine pubblica è un po’ lo specchio del rendimento in campo: i maligni lo definirebbero “anonimo”, i più indulgenti direbbero invece che Chiriches è uno poco appariscente, che dà il suo contributo e offre un rendimento affidabile. Abbiamo deciso di schierarci tra questi: un po’ per fiducia sulla parola, un po’ perché, effettivamente, riguardare le prestazioni del centrale rumeno vuol dire non trovare grandi sbavature. Semplicemente.

In realtà, le occasioni per giudicare l’ex Tottenham sono state veramente poche: cinque gare da titolare in campionato, di cui due nelle prime tre giornate di Napoli in cantiere. Più 7 partite in Europa League, di cui 5 nel gironcino (d’allenamento). Un totale di 14 presenze, considerando anche le due gare in Coppa Italia, che ci hanno dato l’immagine di un difensore sicuramente affidabile, forse anche al limite del farfallone per la sicurezza palla al piede. Le cifre sono positive: 6 interventi difensivi di media nelle partite di campionato, 7 in Europa League. Paragonare queste cifre ai titolari vuol dire confermare quanto di buono, seppur tra le righe, si è visto di Vlad Chiriches: l’eccezionale Koulibaly e il ritrovato Albiol di questa stagione vantano, entrambi, una media di 7 defensive actions per match. Come dire: nulla di più, nulla di meno rispetto al 26enne di Bacau, città del Nord della Romania. Uno con una storia giovanile particolarissima, da “predestinato sbagliato”: i primi calci nell’Ardealul, il passaggio come enfant prodige della difesa addirittura al Benfica e poi il ritorno in patria, come a dire scusate ci siamo sbagliati. Non del tutto vero, almeno non subito: la rivelazione nell’International di Curtea de Arges, il passaggio nel calcio dei grandi al Pandurii e infine l’approdo alla Steaua Bucarest, nel 2012, da stellina già affermatasi con l’esordio nella nazionale di Piturca.

L’esperienza nella capitale è di quelle che ti segnano: 42 presenze in campionato, ma soprattutto 13 in un’Europa League vissuta da protagonista, sia da Chiriches che dalla Steaua. Raccontiamo soprattutto il doppio confronto negli ottavi di finale, contro il Chelsea di Rafa Benitez. A Bucarest, il 7 marzo di tre anni fa, la Steaua vince con un gol di Rusescu su calcio di rigore. Nel ritorno a Stamford Bridge, Mata impatta al 34esimo lo 0-1 dell’andata, ma poi è proprio Chiriches a segnare un gol che vale una storica e incredibile qualificazione. Resterà un’illusione: prima Terry, poi Torres fermeranno il cammino dei romeni. Non di Chiriches, però.

Perché l’Inghilterra e Londra sono nel destino di Vlad Chiriches che diventa uno dei Magnificent Seven di Franco Baldini, i sette calciatori acquistati da Baldini, per il Tottenham Hotspur, con gli 86 milioni di sterline incassati dal Real Madrid per Gareth Bale. Solo che non tutto va come sperato, e lo capisci soprattutto dalle reazioni della tifoseria degli Spurs alla sua cessione al Napoli. Roba da rassegna di tweet celebrativi (realizzata da goal.com), di esultanza, quasi a rimarcare l’inutilità di un acquisto da 41 presenze totali (e due gol) in due stagioni a White Hart Lane. Abbastanza per essere nominato capitano della Romania (settembre 2014), troppo poco per i tifosi del Tottenham e per il suo allenatore Mauricio Pochettino che lo cede senza alcuna esitazione a Giuntoli durante l’ultimo calciomercato estivo per una cifra relativamente bassa: circa 6 milioni di euro.

Il resto è la storia recentissima di un calciatore che parla poco e fa parlare poco di sé: nessuno ha mai scritto o detto una parola su Vlad Chiriches, nemmeno Vlad Chiriches. Che è un giocatore di livello internazionale e ha già collezionato 22 panchine stagionali in campionato senza dare fiato alle trombe della scontentezza, magari utilizzando la brillante parlantina di uno zelante procuratore. Quindi è un professionista, e l’ha dimostrato ogni qual volta è entrato in campo: nessuna sbavatura di concetto, giusto qualche preziosismo di troppo che è di troppo soprattutto per chi soffre di cuore. È la sufficienza di chi sa che può permettersi determinate giocate, anche quando forse è meglio evitare. Sarri si affiderà a lui, sabato sera, per ovviare alla prima squalifica dell’anno di uno dei due centrali, nella fattispecie Albiol. Sarà il ritorno da titolare di Chiriches in campionato dopo i 67 minuti di Napoli-Sassuolo, il 16 gennaio scorso, e la partita col Villarreal. Partite in cui si è fatto trovare pronto, e ha fatto il suo dovere senza troppi strombazzamenti mediatici o interviste alla radio. I professionisti fanno proprio così.

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