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Sarri: «Per diventare grandi al Napoli manca la continuità e la capacità di soffrire anche con le piccole»

Sarri: «Per diventare grandi al Napoli manca la continuità e la capacità di soffrire anche con le piccole»

Sarri: «Abbiamo cambiato la partita innalzando il ritmo e l’aggressività nella parte di campo della Fiorentina. Nel primo tempo abbiamo fatto grande fatica come a Empoli dopo la sosta. A ritmi medi la Fiorentina ha un palleggio straordinario. Alzando il ritmo, l’aggressività e l’intensità è cambiata la partita. In tante ripartenze corte siamo stati pericolosi. La giocata di Ilicic è stata tanta roba. Ma avevamo avuto più occasioni di loro. La squadra è stata molto brava a reagire immediatamente. Su un’ennesima riconoquista della palla nella metà campo avversaria abbiamo vinto la partita. Ci può stare che siamo stanchi dopo la sosta visto che tanti vanno fuori.

Bellissimo vincere in questo stadio, avevo chiesto l’inferno e così è stato. Vincere qui non ha eguali, ti ripaga delle polemiche che ci sono quando i risultati non sono positivi. 

Per diventare grandi ci manca la continuità, a cominciare da Verona contro il Chievo che è una squadra difficile da affrontare che sta giocando un ottimo calcio.

Fin quando la condizione mentale sarà questa, la condizione fisica sarà ottimale. Da giovedì in Europa League comincerà un po’ di rotazione come abbiamo fatto a Varsavia. Quattro giocatori hanno giocato due partite con le Nazionali, uno di loro oggi ha avuto un problemino. Il calendario è sovradimensionato. Un tempo c’erano Jugoslavia e Urss che ora sono diventate venti squadre. È bassissimo il livello tecnico di qualificazione agli europei. Bisogna creare pre-gironi e far entrare dopo le squadre più forti.

L’euforia? Dobbiamo esere bravi a estraniarci. Siamo quarti grazie alla classifica avulsa con Lazio e Sassuolo.

Determinanti Insigne e Higuain, nei primi venti minuti non sembravano al massimo della brillantezza. Per noi è importante che continuino così così come è importante che venga fuori qualcun altro. In panchina abbiamo attaccanti importanti, come Mertens, El Kaddouri e Gabbiadini che prima o poi deve venire fuori per forza perché è bravo. 

La capacità di soffrire e la reazione. Sono due qualità che dobbiamo confermare. Le stiamo tirando fuori con squadre importanti. Nella testa l’umiltà di accettare la sofferenza contro una grande squadra può accadere. Ora bisogna avere l’umiltà di saper soffrire contro le piccole. 

Se non vai in pressione con tutta la squadra in maniera decisa, la Fiorentina esce col palleggio e ti costringe ad abbassarti. C’è stata secondo me anche una componente fisica. Nei primi tenta minuti a Empoli erano di grande difficoltà, ci è successo anche oggi seppure in maniera minore. 

Jorginho? Sono arrivato convinto che fosse un buon giocatore. A Verona mi aveva dato idea di avere palleggio, intensità, aggressività, sta confermando queste doti. Non sono io il protagonista di questa esplosione. 

Hamsik. «C’è l’aspetto positivo delle Nazionali, la Slovacchia ha fatto un’impresa storica e lui ha avuto quest’entusiasmo. Non ricordavo di avergli detto che avrebbe fatto una grande partita.  

La linea difensiva è cresciuta, la sensazione è che la squadra protegga più la difesa rispetto alle prome giornate. La cazzata è sempre dietro l’angolo. Loro hanno segnato un grandissimo gol. 

Reina dà sicurezza chi gioca vicino a lui, ma è chiaro che Koulibaly sta crescendo. Fa ancora qualche scelta sbagiata. Comincia ad avere le stimmate del grande difensore.

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