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Diciotto passaggi consecutivi in 47 secondi, otto giocatori coinvolti: il secondo gol del Napoli ricorda l’Olanda del 74

Diciotto passaggi consecutivi in 47 secondi, otto giocatori coinvolti: il secondo gol del Napoli ricorda l’Olanda del 74

Ci sono azioni che restano impresse nella storia del calcio. Che vengono utilizzate anche in altri settori, non solo come esempio morettiano di intelligenza collettiva nella surreale scuola di “Bianca”. E non stiamo parlando soltanto della Juventus di Omar Sivori. Chissà quante volte in una convention aziendale, per esemplificare il concetto di squadra, è stato fatto l’esempio dell’Olanda del 1974, e del rigore conquistato dopo appena 54 secondi nella finale mondiale senza che la Germania toccasse mai palla. Cinquantaquattro secondi e quattordici tocchi fino all’atterramento in area di Crujiff. Azione famosa perché dopo due minuti la Germania si ritrovò a centrocampo sotto di un gol senza averla mai nemmeno sfiorata. Un’azione che si svolse inizialmente quasi tutta nella metà campo olandese con Krol, Suurbier, Haan e Rijsbergen a fare titic e titoc (versione partenopea del tiki taka) fino all’accelerazione di Johann Crujiff che a un certo punto, a quaranta metri dalla porta, decide di partire in slalom come Alberto Tomba a Wengen prima di essere atterrato da Uli Hoeness.

Il paragone a qualcuno sembrerà blasfemo ma i numeri sono numeri e non mentono. L’azione del gol di Allan è il sogno di ogni allenatore. I secondi sono quarantasette, e non cinquantaquattro, e ci sono quattro tocchi in più: diciotto, con otto giocatori coinvolti (solo Albiol, Reina e Hysaj non entrano nell’azione). Senza che la Lazio tocchi mai palla. Un’azione che parte dal centrocampo, arriva al limite dell’area di rigore della Lazio, torna indietro nel cerchio del centrocampo, si giochicchia sulla sinistra, di nuovo nella metà campo del Napoli e poi in quella della Lazio, passaggio filtrante di Insigne per Allan e gol. Sedici tocchi. Quarantasette secondi in cui la Lazio non prende palla. La raccoglie Marchetti dal fondo della porta. Chiamatelo come volete, Olanda del 74, Barcellona di Guardiola o anche Napoli di Sarri.

Succede al 33esimo del primo tempo. Per la precisione al minuto 33 e 23 secondi. E finisce alminuto 34 e 10 secondi. Con Hamsik che ruba palla a Basta. È Hamsik ad appoggiarla (1) a Higuain, Gonzalo si avvia verso l’area avversaria, poi rallenta, torna indietro, la gioca con Callejon (2) che sulla fascia destra attende la sovrapposizione di Hysaj ma non gliela ridà, preferisce tornare (3) da Gonzalo (come si fa a tressette). Higuain alza la testa e dal limite dell’area (4) lancia verso il cerchio di centrocampo dove all’erta sta Koulibaly che la stoppa. Nel frattempo Hamsik si è spostato, si fa vedere e Koulibaly (5) gliela appoggia. Marek è poco fuori l’area e la gioca (6) con Ghoulam sull’altra fascia. L’algerino stoppa, due tocchi e di nuovo a (7) Marek. La Lazio, nel frattempo, se ne sta a guardare come le stelle. L’ottavo tocco è una ripetuta, ancora per Ghoulam (8) che appoggia di nuovo ad Hamsik (9) che nel frattemp è arretrato. Sembra quel gioco della Settimana enigmistica, “Unisci i puntini”. Marek prosegue il disegno ancora all’indietro (10) a Jorginho che nel frattempo gli è venuto incontro. L’ex Verona chiude il triangolo scaleno con lo scarico in avanti (11) per Ghoulam. Ancora indietro per Jorginho (12) e siamo nella metà campo del Napoli.

Negli scacchi si direbbe matto in cinque mosse. Impensabile a guardare il campo in quel momento. Jorginho (13) la dà a Koulibaly che vede davanti a sé in una retta immaginaria Hamsik e Insigne. Il primo passaggio è per il capitano (14) e siamo di nuovo nella metà campo della Lazio. Tocco di prima (15) per Ghoulam sulla fascia mentre la difesa della Lazio si apre. L’alfiere algerino vede il cavallo Insigne nella sua mattonella preferita (16), da lì Lorenzinho alza la testa e già sa che sta partendo Allan. Palla telecomandata (17) e il brasiliano si ritrova da solo davanti a Marchetti. Il diciottesimo tocco è il suo. Dall’inizio dell’azione sono trascorsi 47 secondi. La Lazio non ha mai toccato palla. La rivede nel cerchio di centrocampo. Come capitò alla Germania del 1974, che peraltro rimontò e quella partita la vinse. La squadra di Pioli, invece, ne ha presi altri tre. Che non sono diventati altri quattro soltanto perché Damato col triplice fischio finale ha inspiegabilmente fermato Callejon lanciato a rete: una sorta di lancio dell’asciugamano nel pugilato. Qui sotto il video di Sennolino tratto da Youtube.

Il secondo gol è l’emblema della partita di ieri sera. Una lezione di calcio. A centrocampo Onazi, Parolo, Lulic e Mauri non l’hanno mai presa. E a poco è servito sostituirne due (Lulic e Mauri) a fine primo tempo. I dati del possesso palla sono mortificanti per la squadra di Pioli: 64% contro 36. Dieci tiri nello specchio della porta contro uno. E il gioco è passato tutto per i piedi di Jorginho, l’ex oggetto misterioso: ne ha toccati 106, dietro di lui Koulibaly con 83. Un dato che conferma l’impressione avuta già contro il Bruges: alla costruzione dell’azione partecipa più lui che Albiol (ha toccato 68 palloni). Le statistiche confermano anche quel che Sarri diceva del 4-3-3 («Higuain è più fuori dal gioco»): Gonzalo è quello che ha toccato meno palloni di tutti, appena 25. Reina ne ha toccati 46, uno in più di David Lopez. Venticinque, però con due gol. Tanto per farsi un’idea, Mauri ha toccato nove palloni in 45 minuti e Lulic appena dieci in più.

È stato bravo Sarri a tornare sui suoi passi, a capire che questa squadra non andava stravolta, che il Napoli aveva la sua forza nelle ali. È stato bravo a non difendere oltranza il suo pupillo Valdifiori e ad accantonare Chiriches (per il cui acquisto, peraltro, non fece salti di gioia). Il risultato è una squadra che quando gioca sembra polverizzare gli avversari. È successo nel primo tempo contro la Sampdoria e poi contro Bruges e Lazio. Siamo a due indizi e mezzo. Manca l’ultima metà per fare una prova. Chissà se valgono quei diciotto passaggi ininterrotti in quarantasette secondi.
Massimiliano Gallo

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