ilNapolista

Ibrahimovic, per esempio. Manca un Juliano che lo faccia sentire re

Caro Napolista, considerato che la situazione Higuain sta purtroppo prendendo una brutta piega, ti propongo un ragionamento: “O ricco marenaro, o povero pescatore”. C’è un calciatore che ha appena dichiarato: “Vado dove mi diverto. Anche senza Champions”. È Zlatan Ibrahimovic, ha 33 anni e chiunque possa farlo dovrebbe spiegargli che non c’è posto più bello del mondo dove giocare a calcio che non sia Napoli. 
Ci elencheranno subito tutta una serie di motivi (oggettivi, sacrosanti) per cui questa operazione è impossibile, sconveniente. Non sono da discutere, hanno tutti ragione. Al Napolista però ce la chiacchieriamo con gusto pallonaro, perché non chiederci: “Se venisse Ibra al Napoli, vinceremmo lo scudetto?”. Personalmente sono d’accordo con chi sostiene che sia l’unico a spostare totalmente gli equilibri di una squadra, insieme solo ad un altro, momentaneamente impegnato con il Barcellona.
Ci sono parecchi indizi che rafforzano questa convinzione. Ne isolo uno, a pretesto. Landry Bonnefoi, terzo portiere della Juventus di Capello, quando Zlatan fu acquistato dal Paris Saint Germain disse: “È un ragazzo molto semplice, con un grande carattere. Ed è un giocatore eccezionale, vuole sempre competere ai massimi livelli, è un vincente ed ha una grandissima mentalità. Pretende moltissimo da se stesso e forse chiede troppo anche ai compagni, ma li spinge sempre a dare il massimo”. Sarri, allenatore senza pedigree come Bianchi e Bigon, potrebbe trovare dunque migliore sostituto del Pipita? E chi vuol capire, capisca.
Che nell’estate 2013 il Napoli ci abbia provato sul serio è indimostrabile, che a quasi 34 anni Ibrahimovic si sia probabilmente convinto che tra lui e la Champions League non c’è attrazione è plausibile. Le cose cambiano. E allora, in un altro mondo in un altro calcio, mettersi sulla strada del Milan sarebbe stato anche divertente. Non per sfruculiare, eh…
Mi accorgo di sconfessare totalmente me stesso quando il Napolista ha gentilmente ospitato il mio primo articolo: servono più i top manager che i top player. Qui però – essendo momentaneamente l’altra eccezione impegnata con il Barcellona – stiamo parlando dell’unica conferma possibile alla regola. E poi, contraddirsi sognando, costa meno che ingaggiare Zlatan, giusto? Questa operazione con il Napoli non potrebbe mai essere esclusivamente una questione di danari. Sentirsi un re, chi saprebbe spiegare a Ibra quanto il significato profondo del termine “inebriante” coincida esattamente con questo stato a Napoli? 
In un capitolo de “Il resto della settimana”, Maurizio De Giovanni romanza Dieguito che si trova di fronte Totonno Juliano e si lascia convincere perché “gli era piaciuta la faccia del dirigente, quello che aveva parlato con lui: silenzioso, gli occhi decisi. Un solo sorriso, e alla fine. Perché solo alla fine si deve sorridere, gli altri sorrisi sono finti”. Gli uomini straordinari e le loro storie finiscono nei libri che si tramandano, quasi sempre perché fanno di testa loro. Non è che a Aurelio De Laurentiis questo interessi?

Marco Del Checcolo

ilnapolista © riproduzione riservata