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L’arbitraggio non è stato all’altezza ma non ho condiviso nulla del post-partita di De Laurentiis

L’arbitraggio non è stato all’altezza ma non ho condiviso nulla del post-partita di De Laurentiis

L’arbitraggio di Napoli Dnipro non è stato all’altezza della situazione. Scandalosa la concessione di un gol viziato da un fuorigioco di 2 metri, ma anche la gestione della partita in generale è stata deficitaria. Lo stesso guardalinee nel primo tempo aveva fermato due volte Callejon per un fuorigioco che non c’era, alcuni interventi duri dei giocatori del Dnipro avrebbero meritato il giallo. Un arbitraggio scarso che ha danneggiato decisamente (anche se non irreparabilmente) il Napoli.

Cosa ha fatto De Laurentiis a fine partita? Si è presentato in sala stampa ed ha sciorinato uno dei suoi sermoni in cui ha, tra l’altro, accusato esplicitamente Platini di avere un piano per assegnare la Champions League e l’Europa League alla Spagna. L’accusa pesantissima è stata condita da un po’ di vittimismo (“il Napoli dà fastidio?” si è domandato retoricamente) e da alcune allusioni alla gestione dell’Uefa da parte sempre di Platini su altre questioni.

Devo dire che non ho condiviso praticamente nulla dell’approccio presidenziale. Non credo alla malafede dell’arbitro norvegese e, men che meno, a quella di Platini. Ma non perché sia convinto che il calcio sia sempre pulito e impeccabile (ci sono fior di scandali a contraddire questa tesi), quanto perché nessuno di buon senso penserebbe che per l’Uefa sia auspicabile una finale con il Dnipro piuttosto che con il Napoli. In termini di prestigio, pubblicità, incassi e ascolti non c’è nessun dubbio che il Napoli rappresenta per l’UEFA una garanzia maggiore del Dnipro.

L’intento di De Laurentiis, probabilmente, era quello di “farsi sentire”, il che dà per scontata la volontà dell’Uefa di danneggiare il Napoli e, soprattutto, la possibilità che a questo torto si possa rimediare, magari al ritorno, magari con un arbitraggio favorevole al Napoli.

Invece non è questo il punto. Il punto è che il sistema è talmente poco credibile che il presidente di una delle squadre semifinaliste dell’Europa League, dopo un errore arbitrale, non esiti un attimo e parli senza remore di una competizione truccata. Anzi, di una organizzazione che si dedica a truccare le due massime competizioni per club d’Europa.

Se queste sono le dichiarazioni del Presidente del Napoli, figuriamoci cosa potrà dire l’ultimo dei tifosi nell’ultimo dei bar.

Tra l’altro non è la prima volta che il Napoli subisce torti arbitrali in questa stagione e uno, in particolare, ricorda davvero da vicino quel che è successo ieri. Parlo del gol viziato da fuorigioco della Lazio, al San Paolo, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia. Gol che è costato la finale al Napoli. Se la colpa del fuorigioco di ieri è stata di Platini, mi chiedo, vorrà forse dire che la colpa di quel fuorigioco è stata di Tavecchio? Ma Tavecchio non è stato appoggiato anche da De Laurentiis?

Il ruolo di ribelle e anticonformista che De Laurentiis ha recitato ieri in Europa, in Italia apparirebbe poco credibile e, infatti, rispetto a situazioni molto simili si sono avute reazioni parecchio diverse.

La governance del calcio ha mille sfaccettature e diecimila punti oscuri ed io sarei orgoglioso di un presidente che si batta per il rinnovamento e per il miglioramento delle tante storture che ci sono. Però la battaglia andrebbe fatta a partire dall’Italia e, soprattutto, in tempi di “pace”. Non mi riconosco in un presidente che appoggia Tavecchio in Italia e al primo fuorigioco non fischiato in Europa mette in scena la piece del presidente ribelle contro il sistema.
Fabio Avallone

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