L’Italia, ma soprattutto Napoli, scopre il Napoli. Dopo averlo dipinta per mesi come una squadra senza nerbo, arraffazzonata, guidata da una sorta di Don Chisciotte dal passato sì glorioso ma fino a un certo punto (“e abbiamo capito che ha vinto una Champions, ma l’ha vinta a culo”), dopo averlo contestato nemmeno dieci giorni fa per una partita di Europa League, dopo aver pubblicato un sondaggio (Il Mattino) in cui tre napoletani su quattro ne chiedevano l’esonero. Insomma, dopo questa valanga di incompetenza frammista a boria, il Napoli di Rafa Benitez scuote il calcio italiano e impartisce una lezione di calcio alla Roma di Rudi Garcia. Unico giornalista ad aver pronosticato un successo degli azzurri è stato Mario Sconcerti, l’unico che da mesi si affanna a predicare calma e a ripetere che questa è una buona squadra.
Il cantiniere – come a Napoli alcune persone amano definire Benitez– non fallisce l’appuntamento che conta. Sono già due partite che il suo Napoli domina. Ma il pubblico le statistiche non le vuole leggere. Vuole i fatti. E oggi i fatti sono arrivati. Il Napoli ha annientato la Roma. Non l’ha mai fatta giocare. Il primo quarto d’ora è stato strabiliante: sembrava che i giallorossi si fossero appena svegliati; il Napoli andava a mille. Ha aggredito la partita dal primo secondo. Trentanove secondi dopo, era già in gol: annullato per fuorigioco. Due minuti e il gol è stato regolare. Una torsione di Gonzalo Higuain per una semirovesciata degna del Carletto Parola immarcescibile simbolo delle figurine Panini.
In un San Paolo affatto pieno (secondo me questa è la capienza ideale), i presenti quasi non credevano ai loro occhi. Si sono ritrovati davanti il Napoli che l’anno scorso sconfisse Borussia Dortmund, Arsenal, Roma (due volte), Juventus. Raramente si è assistito a uno spettacolo calcistico del genere da parte del Napoli che presidiava perfettamente il campo. Una squadra corta e intensa, secondo i dettami classici del sacchismo. Un Insigne devastante e una squadra concentrata. Se non ricordo male, il primo tiro in porta della Roma è arrivato attorno al 20esimo. Dopo che Callejon aveva colpito l’incrocio dei pali in un contropiede devastante e De Sanctis aveva tolto dall’angolino basso un tiro a giro di Insigne.
Garcia aveva tenuto fuori De Rossi e inserito Keita. Chi conosce e capisce il calcio italiano ha sempre sentenziato che il Napoli gioca in inferiorità numerica a centrocampo; figuriamoci contro la mediana più forte d‘Italia. Ai noi sempliciotti non è sembrato. David Lopez e Jorginho non gettavano una palla, Insigne e Callejon accorciavano che era un piacere prima di ripartire, così come Maggio, Ghoulam e i due centrali difensivi salivano. Nel primo tempo non si è vista una sbavatura. Mai. E non ci sono mai stati più di due metri e mezzo tra un calciatore e l’altro. Una fisarmonica perfetta. Imperfetto, invece, il nostro attacco che colpiva un’altra traversa, con Hamsik, dopo che Higuain aveva mancato il colpo decisivo ancora su assist di Insigne.
La Roma non pervenuta. Il famigerato Gervinho non è mai entrato in area; Totti mai stato pericoloso. Benitez conosceva perfettamente i punti deboli dei rivali, vale a dire gli esterni di difesa, e lì ha martellato. E ha fatto male. Si è andati al riposo per 1-0; i gol avrebbe dovuto essere almeno tre, come ha ammesso lo stesso Garcia.
Nella ripresa, un po’ di Roma si è vista. Poca roba, in verità. È ovvio che l’ansia del tifoso non rende il giudizio sereno. Il Napoli ha corso un solo pericolo in 95 minuti: il destro di Florenzi di poco a lato su discesa di Pjanic sulla destra. E basta. Rafael, di fatto, non ha dovuto compiere una parata. Questo per chi ha deriso le statistiche in cui si evince che il Napoli è una squadra che subisce pochissimi tiri in porta che – ahinoi – troppo spesso diventano gol. Errori individuali o modulo sbagliato? Oggi la risposta è apparsa nella sua nitidezza. E magari ogni tanto ti gira anche meglio.
Nella ripresa non è stato il Napoli del primo tempo. Sarebbe stato impensabile. E avrebbero allertato l’antidoping. Quando ha visto la squadra in difficoltà, Benitez ha tolto Hamsik e inserito Gargano e ha portato Jorginho un po’ più avanti. Gli attacchi della Roma, mai troppo convinti, sono sbattuti quasi sempre su Koulibaly, il migliore in campo oggi, che a un certo punto si è persino involato sulla destra e ha servito a Callejon una palla d’oro. Niente da fare.
Mentre la paura aleggiava sul San Paolo, Benitez cambiava definitivamente la mediana e tirava fuori un esausto David Lopez per Inler. Nella Roma l’unico che continuava, indomito, a combattere era Nainggolan. In uno dei contrasti a centrocampo, la palla finiva a Inler che la serviva a Higuain: assist per Callejon. Due a zero. Contro ogni scaramanzia, a quel punto la bandiera di Rafa poteva essere srotolata. La partita era finita.
Qualcuno dovrebbe chiedere scusa a Benitez. E magari anche a De Laurentiis – di cui va apprezzata la sobrietà nel post-partita: in altri tempi si sarebbe preso il palcoscenico, oggi non lo ha fatto. Il Napoli è un’ottima squadra che ha vissuto un inizio di stagione tribolato. Ha faticato a ritrovarsi. Gli è andato male tutto quello che poteva andar male. Ma non è una squadra di brocchi. E, va da sé, non è guidata da un signor nessuno.
Insomma, la stagione non era finita a Udine. Ora se se ne resi conti anche quelli – tra i giornalisti – che quasi si sono divertiti a maramaldeggiare. Tante, tantissime, le cattiverie che sono circolate. Soprattutto nei confronti di Benitez, un tecnico incredibilmente deriso che invece ha dimostrato cosa significhi avere fiducia nelle proprie idee, non derogare dai propri principi, nemmeno nei momenti più foschi. E – anatema – bisogna fare i complimenti a una società che lo ha comunque sostenuto. Perfetto oggi è stato Riccardo Bigon che sarcasticamente ha definito fortunati i nuovi acquisti Koulibaly e David Lopez. Davvero non si capisce perché l’atteggiamento dell’ambiente – in particolare dei media – debba essere per forza critico. Ancora prima che la stagione cominci.
Vabbè, serviva una partita che aiutasse a girare quella famosa chiavetta. È arrivata. Facciamo i napoletani e scurdammoce ’o passato. Il Napoli è forte e i tifosi hanno una signora squadra tra le mani. Ora, però, ci farebbe piacere rileggere un nuovo sondaggio. Sarebbe interessante.
Massimiliano Gallo