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Lo so, non mi credete, ma il mondo non è finito a Torino

“Torino mi ha bagnato l’anima”, Vittorio Zambardino. “Timori di un tifoso che è in astinenza e che vorrebbe rimuovere la Juve”, Gianluigi Trapani. “Sarà pure provinciale Rafé però la Juve vale più dell’Europa, è una storia antica che non conosci ma che devi sentire per capirci davvero”, Claudio Botti.

Li cito, li cito solo. Stavolta non ripeterò il mio pensiero, altrimenti il provinciale sarei io. Mi guardo attorno, e capisco che gli sguardi sono diversi. Lo sento che non si sono ripresi. Lo vedo. Lo hanno stampato in fronte. E in verità non so che fare. Come rapportarmi a loro. Vorrei dire che abbiamo perso una partita ma sarei sciocco, darei solo prova di essere un dissociato. Bisogna fare i conto con la realtà: per i tifosi del Napoli, perdere tre a zero allo Juventus Stadium è come prendere una sportellata in pieno volto, come scoprire un tradimento. Sono trascorsi quattordici giorni e non ci siamo ripresi.

Lo ammetto, per me è diverso. Il mondo non sarebbe finito a Torino, nemmeno se avessimo vinto quattro a zero. Ma stavolta non sparo sentenze. Stavolta vorrei solo accarezzarli tutti, prenderli mano, tirar loro su il morale, provare a farli sorridere. Prima ancora che mostrar loro la classifica, anzi le classifiche. Anche loro le classifiche le conoscono, le guardano, ma quel peso dallo stomaco non va via.

Io invece sono eccitato. Sono curioso. Dopo ogni batosta, puntuale, il Napoli di Benitez si è rialzato, ha dimostrato di avere carattere. Non ha mai sottovalutato una partita alla vigilia della Champions. Mai. Rafa ha promesso che avremmo lottato su più fronti. E così è stato. Almeno fin qui. Non ha mai scelto. Anzi. Ha persino lasciato fuori Behrami nella sfida col Marsiglia alla vigilia dello Juventus Stadium.

È vero, dal suo punto di vista Botti ha ragione quando dice che Rafè deve capire che cosa voglia dire la Juventus per noi. Però è anche vero che lui non ci ha promesso di battere la Juve. No, lui ci ha promesso che avremmo lottato per tutti gli obiettivi. Lui deve capire noi. Ma anche noi dobbiamo provare a comprendere lui. E a provare a guardare avanti. Lo so, è come quando proviamo a dire a un amante deluso che la vita continua. Però la vita continua davvero. E noi siamo là. Vivi, più vivi che mai.

Abbattiamo il Parma. Col campo pesante, col freddo, come volete. Ma abbattiamo il Parma. Ci sentiremo tutti meglio. Magari qualcuno si porterà ancora quel peso dentro. Ciascuno ha i suoi tempi per metabolizzare il lutto, per carità. Parafrasando Troisi, “ce sta ancora ’o girone e ritorno”. Questa certezza, forse, può essere di sollievo per tutti.
Massimiliano Gallo

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