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Poco possesso palla e lanci lunghi. Signori, il Livorno

Rafa lo ha detto ancora. Sin prisa pero sin pausa. Lo ha detto perché immagina come andrà, conosce bene la partita che il Napoli rischia di trovarsi di fronte. Il Livorno è squadra che preferisce trascorrere la maggior parte della gara nella propria metà del campo. Rispetto allo scorso campionato di serie B, l’allenatore Nicola ha trasformato l’idea di squadra, ricostruendone una più adatta a fronteggiare avversarie di qualità superiore. Il Livorno attuale è squadra che lascia il pallino del gioco in mani altrui, ha il secondo possesso palla più basso della serie A dopo il Chievo, preferisce colpire di rimessa negli spazi che eventualmente si aprono. Nicola rinuncia al palleggio prolungato, che per caratteristiche tecniche (6 passaggi sbagliati ogni 50) sarebbe anche complicato imporre. Molti lanci lunghi, uso delle fasce laterali e cross ridotti al minimo. Il pacchetto di centrocampo è totalmente coinvolto nel lavoro di schermo alla difesa, il Livorno è tra le migliori squadre nella copertura del reparto arretrato, poche volte subisce l’uno contro uno: preferisce aspettare, intercettare (Biagianti è il numero uno in serie A in questa fase del gioco) e provare a riproporsi. Una cautela raddoppiata da quando il difensore Emerson viene utilizzato da mediano davanti alla linea dei centrali: poche raffinatezze, molti palloni scaraventati alla cieca in avanti. Coda è il difensore che accorcia, che riduce gli spazi fra i reparti, mentre Rinaudo e Ceccherini se ne stanno più bloccati. Il Livorno è una delle squadre che spende meno falli, il Napoli poi meno di tutti in serie A (secondo in Europa dietro il Cardiff), perciò sarà probabilmente una partita poco spezzettata, con una continuità di manovra molto alta. La regia è affidata a Luci, il 10, un numero ritrovato: il Livorno era con il Napoli la sola squadra di serie A ad aver ritirato il 10 (loro per Protti), poi su richiesta dello stesso Protti la maglia è stata riassegnata. Luci, con Mbaye, garantisce pure una discreta interdizione. Il principale terminale in attacco è Paulinho, tre gol finora, l’alternativa più frequente al tiro in porta è Emeghara. L’asse sul quale si sviluppa più spesso la costruzione del gioco in trasferta è Luci-Schiattarella, sulla destra. Greco, a sinistra, prova a rompere ogni tanto gli schemi. Come ha scritto ieri Mimmo Carratelli, davanti a un simile bunker può risolvere un tiro da fuori, specialità peraltro in cui il Napoli eccelle, avendo segnato in questo modo più reti di ogni altra squadra europea. Ma bisognerà anche allargare la difesa livornese, aprirla sui fianchi con le giocate degli esterni, mettere in inferiorità la loro difesa a tre, costringerla alla situazione che non amano, l’uno contro uno. Tutto ciò però senza prendere rischi, e dunque almeno inizialmente a ritmi bassi, per non sfiancare Mesto e Armero. Inler sarà chiamato al solito gioco di raccordo (nessuno in serie A tocca più palloni di lui nella metà campo avversaria), non dico di regia, ma dovrà badare a non esporre la difesa alle incursioni veloci dei livornesi una volta che dovessero recuperare palla. Per il Napoli ci sono sette vittorie nelle ultime 8 partite giocate al San Paolo, dove in tutto il 2013 non abbiamo perso mai (10 vittorie e 3 pareggi). Rafa l’ha detto, sin prisa pero sin pausa. Serve un pomeriggio di grande pazienza.
Il Ciuccio

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