E venne il giorno dell’incontro tra papa Francesco e il presidente De Laurentiis

ANSA XXXXXYYY – Sua Santità Francesco, papa Bergoglio, ha accettato l’invito del presidente del Napoli De Laurentiis ad essere presente allo stadio san Paolo in occasione della partita Napoli-PSG del 27 luglio 2013 (saletta Frecciarossa di Napoli Centrale. Il presidente del Napoli, il Papa, l’arcivescovo di Napoli, Sepe. Personaggi dei due seguiti. Più numeroso quello […]

ANSA XXXXXYYY – Sua Santità Francesco, papa Bergoglio, ha accettato l’invito del presidente del Napoli De Laurentiis ad essere presente allo stadio san Paolo in occasione della partita Napoli-PSG del 27 luglio 2013

(saletta Frecciarossa di Napoli Centrale. Il presidente del Napoli, il Papa, l’arcivescovo di Napoli, Sepe. Personaggi dei due seguiti. Più numeroso quello dell’imprenditore cinematografico, nel quale spicca il direttore Bigon).

Dela: Santità, che onore e che piacere, lei qui, i napoletani già allo stadio che aspettano. Sarà un trionfo…

Papa: Mi escusi, presidente, ma io non verrò allo stadio.

Dela: Oh per la Mad.., voglio dire, diamine, Santità. Lei è venuto a Napoli, c’era stato un invito da parte nostra…

Papa: c’era stato un invito anche da parte di sua eminenza Sepe che è qui accanto a me, e quell’invito ho accettato. Adesso andremo a visitare tutti i luoghi di dolore e di sofferenza di questa città…

Dela (spontaneo, non riesce a trattenersi) E stamo apposto Santità se deve visità tutti i pezzenti de sta città der piffero ce mette du’ anni… (si ricompone rendendosi conto della gaffe). Intendo dire, santità, e mi scuso per il mio linguaggio, ma abbiamo preparato un’accoglienza speciale, fuochi d’artificio e i nostri giocatori argentini, le mie troupe sono pronte per un documentario speciale che andrà in tutte le sale. E poi il Napoli è un po’ la summa, l’epitome di tutti i mali di questa città…

Papa (sorriso ironico assai accentuato): Presidente, intanto di argentini non gliene sono rimasti molti, visto che Campagnaro è all’Inter. E poi, parli com’è abituato a fare e lasci stare i toni alti. Peraltro io, come sa, sono un tifoso di calcio, l’ho giocato fino a quando non mi hanno tolto un polmone e me ne intendo abbastanza…non mi pare che lei possa autoeleggersi quale paladino de questa città de Napoli e della sua squadra de futbol

Dela: Santità, perdoni l’ardire, ma io per questi qui ho fatto praticamente un miracolo. Erano falliti, staveno ‘n tribunale, nun se li filava un piffero de nessuno, voglio dire nessuno si occupava più di loro e li ho riportati nel giro del grande calcio

(il cardinale Sepe si avvicina all’orecchio del Pontefice. Sussurra qualcosa che Dela non riesce a udire. Il Papa annuisce)

Papa: presidente, non siamo né protestanti né ebrei e quindi non le dirò che la bugia è peccato mortale, ma non faccia il birichino, perché anche per i cattolici mentire non va per niente bene. Lei ha fatto in questa città quello che le è servito per arricchirsi. Mi sbaglio o la squadra ha di nuovo fallito la qualificazione champions?

Dela: Santità, ammazza che livello de informazione, e sì, ma sa c’era quell’allenatore toscano che mo se n’è annato…

Papa: Mazzarri

Dela: resto onestamente basito dalla sua competenza

Papa: non si basisca, e mi dica perché questa squadra manca sempre gli obiettivi che farebbero felici i napoletani

Dela: (sussurra: Ao’ ma che sto a sognà? Svejateme, er papa me contesta la gestione della squadra. Bigo’, damme un pizzicotto)

Papa: Cardinale Sepe, il presidente non gradisce i nostri argomenti, forse si è fatto tardi…

Dela: No, Santità, ma che dice? Io sono emozionato come un bambino, solo me consentirà ‘n pochetto de sopresa, lei viene qui e me parla della Champions

Papa: sono un tifoso di calcio, come lo ho detto. Conosco il cuore e la passione del tifoso.

Dela: e ho capito ma io pensavo che fosse na notizia dei giornali, cioè na cosa farza, na stronz… voglio dire una cosa così, tanto pe’ dire…

Papa: e invece è vera. Dunque lei cerca il profitto personale o vuole dare una gioia a questa città?

Dela: Santità, ma da quando in qua le due cose sono separate? Er profitto mio nun contrasta co’ i risurtati…

Papa: a guardare com’è andata sembrerebbe di sì. Mi sbaglio o stasera nel Psg c’è Lavezzi e Edinson Cavani è ormai a Madrid?

Dela: Sussurra… Ma che stamo su scherzi a parte? Annamo, ma chi è questo? E’ n’attore, nun po’ esse er papa…Bigo’, vie’ qua, telefona un po’ a padre Lombardi e chiedije ndo sta er papa oggi (si ricompone, parla ad alta voce). C’è stata una volontà dei giocatori che si sono determinati in quel senso, noi abbiamo subito l’attacco di un mercato aggressivo e straricco…

Papa: due affari che le hanno fruttato poco meno di cento milioni di euro di ricavi, di cui meno della metà reinvestiti. Mentre la squadra si è di molto indebolita

Dela: Santità, perdo una parte del mio aplomb e mi chiedo se lei non ha cose più importanti di cui occuparsi…

Papa: io mi occupo dei sentimenti delle persone, del loro cuore, della loro gioia, della loro fiducia in lei. Gente non ricca, per usare un eufemismo, che arriva a versare nelle sue tasche cifre molto grandi per biglietti costosissimi, con un sacrificio assai grande. Tutte queste le sembrano cose poco importanti?

Dela: Ma noi abbiamo sempre soddisfatto la fame di calcio e di divertimento dei napoletani

Papa: E il divertimento è la passione? Avevamo parlato di sentimenti. Di gioia. In Argentina ero tifoso di una squadra non sempre vincente. So che il dolore provocato dalla sconfitta è un dolore vero, profondo, che ferisce. So che in una città povera si mischia al senso di umiliazione, di sopraffazione da parte dei ricchi. Lei sa di cosa parlo, presidente?

Dela: e vuole che non lo sappia? (sussurra: Bigo’, la telefonata a padre Lombardi, ‘tacci tua). A voce alta: Noi siamo produttori di spettacolo, noi parliamo al cuore delle persone

Papa: voi parlate semmai al bisogno di divertimento. Io le parlo del cuore del calcio, che è un nucleo che non ha che fare con la tecnica. Ha a che fare col sentimento di dignità e con l’anelito a sentirsi migliori. Cose di cui questa città ha bisogno…

Dela: Santità, riperdo il mio aplomb (Sussurra: Bigò, guarda se ce sta un motorino nelle vicinanze, me sa che me do’, che scappo, nun ja faccio più de sto terzo grado), e riperdo l’‘aplomb e dico, Santità, ma lei ste cose perché le dice a me?

Papa: perché lei ha in mano il cuore delle persone. Lei di quel cuore dovrebbe occuparsi. Dovrebbe averne cura, come si fa quando si porta per mano un bambino. Sono sentimenti delicati. E il modo per averne cura, guardi, coincide perfino con il guadagno. Il successo non è peccato. Il successo può essere una grazia di Dio, se perseguito con mezzi leciti e cuore puro. Certo ci vuole competenza e non mi pare che nella vostra società abbondi (si rivolge al cardinale Sepe con un cenno che sembra una richiesta di conferma. Il prelato annuisce) .

Dela: (Dice a se stesso sussurrando: Dovresti vede’ quelli da a’ curva B quanto so delicati, papetto mio bello, stai a di’ na montagna de cazzate) : Si ricompone: Santità, sono commosso dalle sue parole. Le prometto di adoperarmi per il futuro in questo senso

Papa: a partire dal mercato di Gennaio? In questo dell’estate 2013 non mi pare si sia adoperato assai…

Dela: (sussurra, ma quasi a voce normale: ma mo’ cor papa devo parla’ del mercato, aho io me so rotto er cazzo, ma tu guarda che me doveva capità, sta città de merda…) Si ricompone, parla a voce alta: Santità, perdoni, ma lei ste cose, perché non le dice pure al sindaco De Magistris, che sta città affoga nella monnezza, nella miseria, nel traffico, si son perfino bruciati la Città della Scienza…

Papa: parlerò anche col sindaco e dirò ciò che penso. Ma lei, nel frattempo pensi a quello che può fare lei

Dela: costruire una squadra da scudetto?

Papa: o forse cominciare a non raccontare sempre cose inesistenti che servono solo a coprire la realtà dei fatti. Si prenda una responsabilità, ogni tanto.

Dela: la trasparenza, è questa la mia penitenza?

Papa: la penitenza gliela darà il confessore, se deciderà di confessarsi. Qui abbiamo parlato di pallone. E già che ci siamo, dica al Pocho, visto che oggi è in città, che diventi più umile. Lui non è Diego. El piede sinistro di Dio è uno solo, presidente, e io l’ho visto crescere.

Vittorio Zambardino
***
Questo testo appartiene al genere della satira di fantasia. Nulla di quanto riferito è mai avvenuto e mai avverrà. E se dovesse avvenire, di certo tutto sarebbe diverso da come qui abbiamo detto (vz)

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