Caro Claudio,
da tutti mi sarei aspettato un rigiro della frittata giuridica così pesante, tranne che da te. Non ho mai detto che “non si deve fischiare”. Ho scritto che il 19 agosto – ripeto: il diciannove di agosto – è stato follia farlo. Quindi spettatori-balilla, democrazia, libertà…ma di che parliamo?
Stesso argomento, il diritto democratico al fischio, aveva usato il giorno prima un editorialista del Mattino, che non ho il piacere di conoscere ma che era proprio arrabbiato con noi. Lasciatemelo dire: solo in una città che vive la sua rovina guardandosi l’ombelico è possibile che si chiami in causa la libertà d’espressione per giustificare i fischi allo stadio. Che è come bruciare mobili d’antiquariato perché fa freddo. Fuor di metafora: non ci azzecca niente.
Per tutto il resto del tuo intervento sono solo che d’accordo. Il nocciolo sarebbe capire che cosa, chi, quali comportamenti stiano mettendo in crisi il progetto varato con l’arrivo di Benitez, così come sarebbe anche utile penetrare i molti misteri, tipo quello di Zuniga, che affliggono il Napoli.
Ma guarda un po’, quando sia io che Massimiliano Gallo abbiamo fatto qualche tentativo di lavorare sulle parole e i gesti della dirigenza, tracciando delle analisi di scenario, siamo stati sommersi da furia uguale a quella toccata al povero Insigne.
Si vede che l’importante è fischiare.
Un saluto, un abbraccio e soprattutto: a Bilbao “si può fare”. Per me, fino a mercoledì, non c’è altro.
Vittorio Zambardino