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Italia in contropiede contro la Spagna

Ed eccoci, a prima botta, contro il tiqui-taca, il valzer spagnolo dei campioni d’Europa e del mondo, questa sera (domenica) a Danzica (ore 18), città fatale da dove cominciò la seconda guerra mondiale, lassù sul Mar Baltico. L’Italia di Prandelli un po’ sfilacciata comincia l’avventura europea tra infortunati, partite taroccate, calciatori arrestati, processi giudiziari e sportivi, affrontando la nazionale favorita di questo quattordicesimo campionato continentale, che vincemmo una sola volta col favore di una monetina a Napoli (1968).

E’ un’Italia reduce da tre sconfitte in altrettante amichevoli senza segnare neanche un gol, il peggiore “avvicinamento” degli azzurri a un torneo. Si dice che l’Italia non ha mai meravigliato nelle partite in cui non sono in palio i tre punti e allora vedremo stasera, contro la squadra di Iniesta e Xavi, Busquets e Silva, Piquè e Casillas, che cosa farà la nazionale di Prandelli in un match in cui anche un punto sarebbe beneaugurante per puntare al superamento del girone di qualificazione e sbarcare nei quarti di finale, forse contro Francia o Inghilterra, il minimo che si chiede, andando avanti con gli spagnoli ed eliminando l’Irlanda di Trapattoni e l’imprevedibile Croazia, insidiosi compagni di viaggio nel Gruppo C.

Dodicesima nel ranking mondiale della Fifa e quarta in quello europeo dell’Uefa, l’Italia va incontro a un Europeo di morbide ambizioni. Proprio la Spagna ci fece fuori l’ultima volta, a Vienna, nei quarti dell’Europeo 2008, con gli errori dal dischetto di De Rossi e Di Natale. La nazionale di Donadoni perse ai rigori. Nell’agosto dell’anno scorso, in un’amichevole a Bari, battemmo gli spagnoli freschi campioni del mondo (2-1) e fu una delle maggiori soddisfazioni di Prandelli nella ricostruzione della nazionale dopo il clamoroso flop di Lippi ai Mondiali in Sudafrica cambiando 14 giocatori. Della formazione che vinse a Bari sono ancora in “rosa” 12 giocatori.

La Spagna non è il Barcellona (le mancano l’argentino Messi e il brasiliano Dani Alves, ficcante ala-terzino sulla destra), ma il gioco è uguale, possesso-palla stordente, passaggi rapidi e continui, elevata qualità tecnica, capacità offensiva come arma principale però senza un attaccante decisivo (Torres e Llorente finalizzatori, non proprio il massimo). Se l’Italia si è qualificata alla fase finale di questo Europeo incassando il minor numero di gol (due in 10 partite), la Spagna ha segnato di più (26 reti contro 20), imbattuta come gli azzurri. Ma proprio la difesa di Prandelli, poco protetta dal centrocampo, barcolla, mentre il gioco, che puntava un rinnovamento con un possesso-palla di qualità, si è arenato perdendo nelle ultime partite velocità e inventiva, costretta a rifugiarsi su un unico “tema”, il lancio di Pirlo per le punte.

La “bella” Italia, così sfiorita, dovrà fare i conti anche con la stanchezza di fine stagione dei giocatori. I sette calciatori della Juventus in “rosa” sono reduci da un campionato tiratissimo, dove hanno corso molto. Poiché conta il risultato, e la qualità del gioco spagnolo sembra superiore, la “tattica” potrebbe essere una sola: pressing, rubare palla e non fallire il contropiede fidando negli assist di Cassano e nella “botta” di Balotelli. Troppo poco, direte, ma occorrerà fare di necessità virtù. La nazionale di Prandelli non sembra in grado di rivaleggiare con la Spagna sul suo stesso terreno, quel gioco insistito e condotto in grande sicurezza per i piedi eccellenti degli iberici. Gli assi del Real Madrid sostengono la difesa spagnola, gli artisti del Barcellona predominano a centrocampo. Due “blocchi” di primissimo livello. L’Italia è un mosaico cui concorrono giocatori di sei club. E’ previsto un 3-5-2 (che restituisce Maggio al suo ruolo naturale di esterno destro di centrocampo) con maggiore presenza nella zona dove nasce il gioco e difesa a tre con l’arretramento di De Rossi centrale (Barzagli out), esperimento di necessità nella Roma con Villas Boas e al quale Zeman ha detto che non ricorrerà mai. Manca il “topolino” Rossi in attacco. Centravanti come Matri e Pazzini non sono nella “rosa”. L’Italia giostrerà in attacco con varie soluzioni (Giovinco, Di Natale, Borini), ma, escluso Balotelli, potrà schierare solo pesi piuma.

Il pronostico per il debutto degli azzurri è contrario, Spagna favorita, ma forse è la “molla” necessaria per la sorpresa. Nelle difficoltà, l’Italia ha sempre tirato su la testa. Intanto, la Russia ha tirato il primo botto (4 gol ai ceki alla prima gara). Occhio ai russi: sembrano la squadra più pronta.

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