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Chiedo scusa a Schopenhauer e ringrazio Lavezzi

Il tifoso azzurro è un pendolo che oscilla tra esaltazione e autocommiserazione. Chiedo scusa a Schopenhauer per il volgare plagio ma il giudizio sul campionato del Napoli non può dipendere dall’ultima giornata. I conti si fanno sotto al lampione, come spesso ricordano i giocatori di poker. Questa volta non lo ritengo giusto. Se Udinese e Lazio ci daranno una (involontaria) mano, potremmo arrivare in zona Champions. Poi c’è la finale di Coppa Italia, contro la Juventus. Insomma, siamo a un passo dall’esaltazione. O dall’autocommiserazione. Ci sono stati un sacco di errori: della società, dell’allenatore, della squadra, dei singoli. Però abbiamo vissuto momenti di grande emozione. Chi dimenticherà mai quella foto nella quale si vedevano i calciatori del Manchester che, a gesti, comunicavano tra loro: il Napoli sta vincendo col Villareal, siamo fuori. Mancini è gghiuto troppo ‘n’freva, per un presuntuoso come lui era impensabile uscire dalla massima competizione europea per “colpa” del Napoli. E poi vogliamo parlare di Lavezzi? Dai, ragazzi, dobbiamo essere onesti con noi stessi: il Pocho pare stia ricevendo offerte di ingaggio incredibili, percepirebbe quasi il triplo di quanto gli dà De Laurentiis. I calciatori hanno dieci – quindici anni di carriera. Lavezzi ha ventisette anni. Per il suo tipo di gioco, basato sulla corsa e sulla forma fisica, ha ancora cinque anni, a proprio esagerando, per spremere il limone. Voi che fareste al posto suo? La stagione 2011/2012, a mio avviso, è stata buona, con picchi di adrenalina positiva e momenti di enorme incazzatura. Prima di Napoli Siena, ho voluto inviare a direttore e admin queste poche righe per evitare di scrivere, domani sera, sull’onda di formidabile contentezza o immensa delusione. Non dobbiamo essere catastrofisti. E poi per puro caso, per la mia pigrizia (mi scoccio di alzarmi e cambiare canale) la tv è rimasta sintonizzata sul talent show di Maria De Filippi. La moglie di Costanzo sta leggendo agli aspiranti artisti la lettera di mamma e papà. Tutti piangono e pure io mi faccio un po’ prendere dal sentimento buonista nazional-popolare. Grazie Napoli, Grazie Pocho anche se te ne vai. Ci siamo divertiti, emozionati, incazzati, esaltati, depressi e risollevati. Poteva andare meglio ma anche peggio. Per fortuna è arrivato Enrico Brignano che parla delle interrogazioni a scuola, col prof infame e il secchione che boicotta lo sciopero e il mancato ingresso in classe. Si ride. Un po’ di ottimismo, dai. Forza Catania, forza Inter. Ma soprattutto forza Napoli, sempre.

Giuseppe Pedersoli

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