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Vendita dei biglietti di Chelsea-Napoli, la Procura apre un’inchiesta

La vendita dei biglietti per la partita Chelsea-Napoli nel mirino della Procura. Ai molti filoni investigativi aperti dai magistrati che compongono il pool reati da stadio (coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo) se ne apre un altro: quello che vuole verificare un sospetto cui hanno dato corpo numerose denunce presentate il giorno stesso e nelle giornate successive alla prevendita che venne effettuata a Fuorigrotta, presso il botteghino dello stadio San Paolo.

La delega d’indagine è precisa e circoscritta: si chiede di verificare cioè se in quella concitatissma ora e mezza in cui andarono letteralmente a ruba i 2.700 tagliandi d’ingresso allo Stamford Bridge di Londra vennero commesse azioni di forza da parte di alcuni soggetti che, scavalcando chi si era diligentemente messo in fila addirittura dalla notte precedente pur di garantirsi il biglietto della partita di ritorno degli azzurri in Champions League (e furono in tanti); ma anche se risulti a vero la circostanza che, per l’ennesima volta, al momento dell’apertura e della vendita entrarono in azione i soliti noti: quei bagarini che continuano – nonostante gli sforzi di polizia, carabinieri e finanza, e della stessa Società sportiva calcio Napoli – a farla da padroni, accaparrandosi intere mazzette di biglietti (cosa vietata, dal momento in cui la vendita di ogni tagliando è personale e può farsi solo esibendo allo sportello un documento di identità dell’acquirente).

Una piaga, quella del bagarinaggio, che tuttavia non può riferirsi ai soli venditori illegali. Già, perché questa volta a correre il rischio di trovarsi invischiato in un’indagine potrebbe essere anche qualcun altro. Com’è possibile – si chiedono i pubblici ministeri, ma in fondo i primi a domandarselo furono proprio gli sfortunati tifosi che con pazienza (ma, soprattutto, rispettosi della legge e delle minime regole di civile convivenza) si disposero in fila molte ore prima che si facessero le ore 9 del 5 marzo, quando cioè iniziò la prevendita – che siano stati venduti alle stesse persone interi blocchetti di tagliandi?

Un ragionamento – quello degli investigatori – che non fa una piega perché punta a capire chi e come sia in grado di eludere il divieto di vendita di più biglietti che finiscono nelle mani delle stessa persone. Come il nostro stesso giornale denunciò – raccogliendo le testimonianze di un gruppo di ragazzi vomeresi che si videro costretti a rinunciare all’acquisto del biglietto per Londra per la prevaricazione di un manipolo di brutti ceffi comparsi improvvisamente davanti ai cancelli del San Paolo, la mattina del 5 marzo – qualcosa non ha funzionato quel giorno. E non è certo la prima volta che accade. Numerose segnalazioni ed esposti su questi stessi fatti giunsero alle forze dell’ordine e presso lo stesso ufficio inquirente partenopeo su presunte irregolarità commesse nella vendita dei biglietti di Champions League; per non parlare del tamtam di lamentele e denunce di quanto sarebbe successo quel lunedì mattina a Fuorigrotta che per giorni interessò anche un gruppo di tifosi – anch’essi costretti a vedersi privati di un legittimo diritto – i quali denunciarono abusi, irregolarità e prevaricazioni anche su Facebook.

Giuseppe Crimaldi
Il Mattino

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