Su Napoli si sono sprecati fiumi e fiumi d’inchiostro intinto nella storia e nella retorica. Qui su Linkiesta cerchiamo di essere il più stringati possibile e raccontiamo quel che è accaduto l’altra sera. Come sapete il Napoli ha un’omonima squadra di calcio che mercoledì ha sconfitto in Coppa Italia l’Inter. E fin qui nulla di trascendentale. Nel dopo partita il presidente Aurelio De Laurentiis (l’ha acquistata sette anni fa dopo il fallimento della precedente gestione) si sottopone alle interviste di rito. L’uomo non è nuovo a gesti eclatanti, uscite roboanti, condite da un linguaggio non proprio da educande. E l’altra sera ne ha dato ampio sfoggio. Non davanti alle telecamere, ma nella zona riservata ai giornalisti di carta stampata.
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Riportiamo qui l’audio di quel che è accaduto. Un giornalista gli chiede delucidazioni in merito agli obiettivi della stagione e lui parte in quarta. Per giungere brevemente a esternare il seguente concetto: “Che cazzo (ha detto così) avete vinto a Napoli senza di me? Sì, vabbè, due scudetti. E allora? Sono stufo delle continue critiche perché se mi girano, io me ne torno in America (la sala rumoreggia, ma solo per dirgli di non andar via, ndr)». Per poi concludere: «Ma che cazzo funziona a Napoli, niente. Non funziona un cazzo. Solo il calcio funziona. E allora ringraziatemi».
Adesso, si potrebbe entrare nel merito delle affermazioni del nipote del celebre Dino De Laurentiis. Gli si potrebbe dare persino ragione (più sulla città che sulla squadra). Quel che proprio non ci si aspetta è il più totale silenzio della stampa cittadina. Complice anche l’ora tarda, l’indomani si ritrova qualche passaggio (edulcorato) sui quotidiani che vanno in tipografia più tardi. Basta. Nel pomeriggio, come al solito, l’audio comincia a circolare sul web. Tutti ne parlano, su siti, forum, facebook, eppure la stampa anche oggi continua a ignorare le parole del presidente. E con la stampa la presunta intellighenzia della città. Come se il signor Filmauro nulla avesse detto.
Anche Luigi de Magistris, suo immancabile compagno di poltrona allo stadio (a proposito, per chi avrà tifato il sindaco tra Napoli e Inter?), è stato zitto. Un’intera città prona a un signore che è stato sicuramente bravo nel suo lavoro di imprenditore calcistico, ma che è andato un po’ più in là con le sue dichiarazioni. Oggi, purtroppo, Napoli non sembra avere nemmeno un briciolo d’orgoglio. E come una signora anziana affamata e infreddolita, è costretta ad accettare supinamente gli insulti di un signore (che viene da fuori) che comunque le dona conforto regalandole una coperta e un tozzo di pane. Un’infinita tristezza per chi in quella città ci è nato.
Massimiliano Gallo (tratto da Linkiesta.it)
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