Mazzarri, uno di noi: molto Mourinho, poco Fornero
Manca la prova, lo so, ma pongo la questione di fiducia, come farebbe un Monti qualsiasi: credetemi, io stavo scrivendo un sms a Max per chiedergli di difendere Mazzarri, dopo la sua espulsione, quando eravamo ancora sullo zero a zero e sembravamo destinati a una clamorosa eliminazione. Anche in caso di fallimento, secondo me il […]
Manca la prova, lo so, ma pongo la questione di fiducia, come farebbe un Monti qualsiasi: credetemi, io stavo scrivendo un sms a Max per chiedergli di difendere Mazzarri, dopo la sua espulsione, quando eravamo ancora sullo zero a zero e sembravamo destinati a una clamorosa eliminazione. Anche in caso di fallimento, secondo me il nostro allenatore non solo andava difeso, ma anche elogiato perché per la prima volta da quando è a Napoli l’altra sera ha mostrato il suo volto più umano, la sua rabbia più sincera, la sua iraconda impotenza.Altro che defileè con camicie bianche e frecciatine all’arbitro da salotto televisivo, altro che rimbrotti ai giornalisti e finte incazzature con i sostituiti, altro che patetiche lamentazioni col quarto uomo.
Ieri sera Mazzarri era vero, uno di noi, un tifoso noi che prende a calci la tv quando l’arbitro non ci dà un rigore, che urla nel palazzo spaventando vicini che neanche saluta, che sfancula la suocera con i bigodini appostata dietro del divano. Molto Mourinho, poco Fornero. Molto “dito infilato nell’occhio”, poco “lacrima di coccodrillo”, molta passione, poco calcolo, molta umanità, poca fiction. È questo il Mazzarri che vogliamo, e che avremmo voluto sempre, anche se non avessimo portato a casa la qualificazione.
Sia chiaro, non credo che la sua espulsione abbia favorito la scossa del Napoli: secondo me determinanti sono stati più i due gol del Manchester, che hanno liberato le menti dei nostri da calcoli e speranzelle. Ma quella presa da sumo è stata spettacolare, mi ha emozionato, quasi commosso. Pochi istanti prima, invece, mi aveva turbato, quasi schifato, l’immagine di Fernandez e Santana che sghignazzavano in panchina, dopo un tiro altissimo di Inler, mentre noi soffrivamo sui divani. Ed eravamo ancora sullo zero a zero.
Luca Maurelli
ps: è vero, l’sms a Gallo non l’ho mandato, ma a casa mia, in zona tv, non c’è linea. Di questo ho le prove.