Mazzarri: «Con la mia espulsione ho dato una scossa ai miei»

SILENZI E SUSSURRI DI MAZZARRI — In attesa che le parole di un politico diventino i fatti, quelli veri li ha realizzati la banda Mazzarri. Walter, il grande progettista del fenomeno. L’espulsione – per la spinta a Nilmar – ha un po’ rovinato il copione festoso della serata. E il tecnico di Livorno, arrivato nell’ottobre […]

SILENZI E SUSSURRI DI MAZZARRI — In attesa che le parole di un politico diventino i fatti, quelli veri li ha realizzati la banda Mazzarri. Walter, il grande progettista del fenomeno. L’espulsione – per la spinta a Nilmar – ha un po’ rovinato il copione festoso della serata. E il tecnico di Livorno, arrivato nell’ottobre del 2009, è rimasto dietro le quinte, in silenzio. Ma alla fine la sua è stata una strategia: lasciare il palcoscenico i suoi ragazzi. E il giorno dopo si lascia andare un po’, quando l’adrenalina è finalmente smaltito: “Quello che si dice all’esterno, mi interessa fino a un certo punto. Anzi vedo anche cose che non mi piacciono. Ma quello che più conta è il rapporto con i miei giocatori. Io godo di questo e lavoro duro con i ragazzi che mi conoscono meglio di ogni altro. Poi sono felice per i tifosi, che ci seguono con grande passione. Avanti così. Quanto fatto, per chi capisce di calcio, rimane qualcosa di stratosferico”.

SCOSSA ESPULSIONE — Ci sono dei retroscena, che fanno capire anche l’intensità con cui venga vissuta la vita di gruppo nel Napoli. Forse Mazzarri aveva caricato troppo i suoi per questa gara fondamentale e che con lo 0-2 finale ha scritto una pagina storica del club azzurro. Al di là di quello che dice all’esterno come maschera (riguarda l’intervista della vigilia per capire come il tecnico parlando pensi ad altro clicca qui), Mazzarri è uno esigente con se stesso, pronto a cambiare se si convince di aver sbagliato, magari senza ammetterlo mai in pubblico. E allora ecco che quell’espulsione diventa un sacrificio: nel momento in cui capisci che la squadra ha bisogno di un qualcosa di scioccante, che non recepisce in quel momento le indicazioni. Allora t’inventi qualcosa e lo fai e basta, a costo di prenderti poi le critiche. “Ho visto che i ragazzi erano tesi e il Villarreal perdeva tempo. Con quella spinta a Nilmar che ha causato la mia espulsione ho voluto dare la scossa. Avevo appena detto ai ragazzi ‘giocate come sapete’. Non bisognava permettere ai nostri avversari di addormentare la partita”. Dopo c’è tempo per spiegarti con i tuoi ragazzi, che è l’unica cosa che ti interessa. All’aeroporto di Valencia, nella notte dopo il successo a Vila-Real, Mazzarri ha parlato a lungo con Lavezzi, un modo per capirsi per migliorare l’intesa. Una intesa quasi fra padre e figlio quella fra i due: e oggi la squadra aveva bisogno di riposo, non di allenamento. E papà Mazzarri ha capito e ha concesso una giornata libera, per liberare la mente. Un modo per stringere ancora di più un patto di gruppo. Perché questo Napoli può continuare a realizzare “qualcosa di stratosferico”.
Maurizio Nicita (gazzetta.it)

Correlate