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Lo disse Galliani, io lo ripeto: pensate a come li abbiamo schiantati

Vent’anni, diconsi venti. Diceva don Peppino Marotta. Noi ne abbiamo aspettato anche di più. Trent’anni, diconsi trenta. Tanti ne sono passati da quando fu assegnato quel rigore inesistente, non come quello di ieri, appena un metro fuori area. L’altro, quello che ci è rimasto in groppa, appunto per tren’anni, fu assegnato qualche centinaia di metri fuori dall’ area di rigore. Tanta è la distanza che separa il campo dallo spogliatoio di S.Siro, dove fu pianificato il misfatto tra Mazzola, Facchetti, Fraizzoli e l’arbitro Gonella. Fatti  accertati e passati in giudicato, come da confessione dello stesso regista occulto dell’intera faccenda, il vicepresidente, di origini napoletane, avv. Peppino Prisco, autore di memorabili battute contro i cugini rossoneri, come quando, in occasione della seconda discesa del Milan in serie b, dopo che era già retrocesso una volta per lo scandalo scommesse, affermò: “la prima volta sono retrocessi pagando, la seconda sono scesi gratis”.
Fin dal fischio finale della splendida partita di sabato, i vari commentatori si sono affannati a voler dimostrare che il risultato era stato falsato dall’arbitro Rocchi. Un altro che era in debito con gli azzurri. E che debito. Quando l’anno scorso  abbiamo perso col Milan che si era visto spianato la strada da un rigore inesistente assegnato dall’ineffabile arbitro toscano, Galliani, ospite a quella specie di bagaglino, cui hanno ridotto la più gloriosa ed antica trasmissione Rai, La Domenica Sportiva, pretese, ed ottenne, dai suoi interlocutori che non si parlasse degli errori arbitrali, ma del modo in cui il Milan aveva, indubbiamente, schiantato il Napoli. Proprio quello che è successo in Inter-Napoli. Gli azzurri hanno letteralmente travolto gli avversari. Ho contato fino a trenta passaggi senza che l’Inter toccasse la palla. Il secondo gol, poi, è stato un concentrato di arguzia tattica, con l’uomo messo da solo davanti al portiere, dopo che la palla era stata toccata da quasi tutti i giocatori del Napoli. Ma tutti a sottolineare gli errori di Rocchi, il quale se errore grave ha commesso, è stato quello di non espellere il portiere, dopo l’ignobile sceneggiata (Gattuso docet) messa in scena sotto gli occhi di tutti. Figuriamoci cosa sarà successo negli spogliatoi, per costringere l’arbitro a far notificare a Ranieri, come da regolamento, di non rientrare in campo nella ripresa. Un altro paio di batoste come quelle di ieri, e le milanesi abbandoneranno l’idea di vincere il campionato e si concentreranno esclusivamente, avendone capacità e mentalità, sulla CL.  Certo la vittoria della Juve non ci voleva. Ma le facce di Galliani ed Allegri a fine partita ci ripagano anche del momentaneo primato bianconero. Purtroppo temo che l’unica vera rivale quest’anno sarà proprio la Juve, che ha dalla sua il valore aggiunto di Conte, oltre all’effetto “pubblico” creatosi grazie al nuovo stadio. Altro indubbio vantaggio è quello di non disputare le coppe. Se i loro tifosi il mercoledì si potranno dedicare ai cineforum, la squadra ne trarrà sicuro giovamento. Anche se a livello di prima squadra, il Napoli se la gioca con tutte  in Europa,  le dolenti note vengono dai ricambi. Tanto per rimanere solo all’attacco, la Juve ha in panchina gente come Matri, Quagliarella, Iaquinta ed un certo Del Piero.  Inoltre temo un già diffuso senso “risarcitorio” del palazzo nei confronti dei bianconeri. Certo c’è da dire che, Chievo a parte, anche le riserve azzurre si stanno comportando egregiamente. Se la partita con l’Inter ci ha detto qualcosa è che il Napoli può fare a meno anche di Cavani. Oggi gli unici insostituibili nel Napoli sono Maggio e Lavezzi. Col fatto che Maggio, per fare la differenza deve essere in piena forma e rendere al 100%, mentre il Pocho è determinante anche quando il suo stato fisico non è al massimo della condizione. Ma un plauso vorrei farlo a Morgan De Santis. A dispetto delle milanesi, che  fra poco decideranno di sostituire i portieri con un citofono, e con julio Cesar che si appresta a ripercorrere il cammino del connazionale Dida (dalle stelle alle stalle), il nostro portierone si vede sbarrata la strada della Nazionale solo da Buffon, per il suo passato, non certo per il suo presente. Smaltita  la sbornia meneghina, siamo pronti a rituffarci nel sogno. Anzi, nei sogni, perchè non dimenticherei che siamo in piena corsa anche in Europa. Se battiamo Parma e Bayern al S.Paolo….

Un caro saluto a tutti dal mondo dei sogni di

PASQUALE DI FENZO

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