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Il pifferaio magico e la melodia del basket

Avete mai sentito lo stridìo di una scarpetta di gomma su un parquet? Oppure il rumore sordo di un pallone che rimbalza ripetutamente sulla medesima tessera?
Ci risiamo il pifferaio magico è partito. E’ il suono del basket che come un silenzioso tam tam richiama dai quattro angoli della città tutti gli appassionati nella speranza di avere nuovamente una squadra di vertice.
Oggi la presentazione al PalaBarbuto. Bartocci come allenatore, tanti amici nei posti chiave della dirigenza di una società cui faccio i migliori auguri. Ma non è del risultato sportivo che voglio parlare piuttosto del fatto che alle ore 15, con 37 gradi all’ombra, c’erano, ancora una volta, tutti. Con il basket a Napoli accade qualcosa di strano ogni volta che nasce un progetto. Non importa se duraturo o meno, non importa se basato sul nulla o su basi solide. C’è sempre la segreta speranza, anche tra i più scettici, che possa rappresentare qualcosa di concreto.
A Napoli, funziona così. Ci sono gli ultras che una volta contestavano il presidente ma che alla fine, sotto sotto, speravano che li convincesse con i risultati. Rimanendo poi delusi e pronti a sottolineare che loro l’avevano detto. Ci sono i tifosi per i quali l’appuntamento delle 18.15 della domenica è irrinunciabile dai tempi di Fucile, Taurisano, Marchionetti e coach Bucchi. Poi ci sono i giornalisti. Sempre gli stessi, che si ritrovano puntualmente allo stesso rituale molti dei quali solo per il gusto di esserci. Quelli che vogliono fare le pulci al progetto prima ancora che esso parta. E gli iperfiduciosi che ripetono continuamente: facciamoli lavorare, vedrai che è l’anno buono. Possono essere in buona o cattiva fede, possono essere spinti da interessi personali o meno. Ma sono tutti lì per vedere l’effetto che fa e ricordare i bei tempi come in un raduno di nostalgici.
E’ curioso notare come tra il tavolo dei relatori e quello dei giornalisti lo spazio sia così minimo che spesso i ruoli si confondono nel più tipico oggi ci provo io e domani tu. Ma nessuna gelosia dell’altrui riuscita, anzi, si tifa affinché l’altro riesca nel progetto. L’importante è permettere alla melodia di continuare a pervadere l’aria.
Nella fiaba dei fratelli Grimm i ratti prima ed i bambini poi fanno una brutta fine. Ma sull’effetto magico della musica tutti sono d’accordo. Ed allora il pallone che rimbalza, la retina che fa ciuff, le scarpette che stridono, la sirena che suona, la palla a due che dà il via ad una partita. Non importa chi sia il pifferaio. Alcuni sono stati splendidi, altri meno. Ora la musica di Hamlin è ripartita radunando attorno a sé dai quattro cantoni della città giornalisti, tifosi e semplici appassionati.  Sarà la melodia giusta? Noi speriamo che se la cava.
Gianluca Agata

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