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Basta paura, ora andiamoli a prendere

Sono le 6 e sono caduta dal letto. E’ che sono inorridita da me stessa. Come ho potuto vacillare e avere paura? Lo considero quasi un tradimento alla mia natura. Colpa di Gallo, ovvio che è colpa sua. Però è sempre grazie a lui che sono rinsavita. Vi racconto. Ieri sera, ovviamente, ho visto il derby. Milan contro Milan: l’Inter dov’era? Ora, a parte che se Buddha è grande (oggi non voglio appellarmi a nessun santo  ma solo al karma) quelli vengono a giocare anche qui come hanno giocato ieri e noi li scamazziamo 5-0, a parte questo, il risultato milanese mi ha illuminato la mente. In primo luogo c’è stato, appunto, l’sms di Gallo arrivato sul 2-0: “forse è addirittura meglio la vittoria rossonera”. Lo detesto il Gallo quando canta così. Perché gli ho risposto che era una cazzata e lui non ha risposto a me. È stato allora che ho capito che non ci crede. Si sta guardando dietro, non in tutte le direzioni. Ed io questo sguardo a 360° proprio non voglio perderlo. Secondo, dopo la partita ho dato un’occhiata ai commenti al mio delirio di ieri e ci ho trovato Caligola che raccontava che tanta la paura era andato via e che non sapeva se sarebbe tornato tanta l’ansia. E se Caligola e Gallo hanno paura assieme c’è da star male per il terrore e scappare via a gambe levate. Terzo, ho ragionato un attimo, a mente lucida. In fondo, parlare della paura, la mattina, mi aveva pure fatto bene. Come quando si facevano gli esami all’Università. Io sono sempre andata nel panico due giorni prima, così scaricavo tutta la tensione e poi andavo lì serena e facevo una strage. Stessa cosa oggi: esorcizzata la paura raccontando di lei, mi sono improvvisamente rasserenata, ho recuperato le forze e la ragione e mi sono ricordata chi sono e dove sono. Io voglio il secondo posto. Ormai è noto. Lo vado predicando da mesi che voglio fare lo spartiacque dei Navigli. E per il nostro secondo posto questo risultato capita a fagiolo. Infine. Con la vittoria del Milan mi scatta anche un bel po’ di spirito guerriero. Vogliono essere inseguiti? Bene, e allora andiamoli a prendere. Ha ragione Francesco Amitrano, che in un commento dice “dobbiamo aver paura solo di noi stessi” e pure Trapani, che mi scrive “nientepocodimeno la Puglia ha paura. In altre occasioni avresti aperto in due la discussione a furia di calci e cuore. Io ci ho letto qualcosa di diverso dal semplice timore per la partita”. La verità: ho avuto una settimana del cazzo e l’ho pagata vacillando. Me ne scuso, perché non fa parte di me e perché, anche se solo per un attimo, ho tradito. Ma sono tornata. A questo punto, però, voglio pure rilanciare. Sì, perché Trapani mi ha fatta riflettere anche su un’altra cosa. Mi ha detto che non capisce perché una con il mio carattere non esca pazza per il Pocho, dice che il Pocho fa sangue. E allora mi è apparsa una visione: il Pocho in armatura tosto come non mai. Muscoli lucidi, tatuaggi in bella vista, sorriso sornione e occhi da scugnizzo. Andatura morbida e leggera, un po’ da guappo, ma con la testa bassa e gli occhi che brillano ad ingannare tutti con la timidezza. E, dentro, una cazzimma che più grande non si può. È così che lo voglio guardare il Pocho, oggi. Sì, il Pocho mi stupirà. Come io stupirò tra un istante voi: FORZA POCHO. IO OGGI VOGLIO IL POCHO. SOLO LUI. E per piacere non chiamatemi schizofrenica. Lo so che in tre giorni ho cambiato idea tre volte, ma accettatemi così come sono. L’aria adesso è pulita ed io sono pronta ad una giornata da pasionaria. Oggi registro sensazioni ed eventi e poi torno qui a raccontarvi tutto. Comunque vada. Perché, in ogni caso, in una stagione in cui non siamo stati programmati per stare lassù ci restiamo da mesi e questo è già un successo. Perché anche da Bologna in su ci guardano come a un Salvatore, e questo mi da una carica infinita. Perché lo stadio sarà tutto esaurito e io il ritorno al San Paolo voglio godermelo così. Perciò freghiamoli tutti e scaliamo quel gradino in più. La sciarpa napolista non la porterò comunque. Non me la sento. Io sono quella che contro il Cagliari ha rifiutato di ingerire una sola patatina San Carlo perché mangiare allo stadio porta male, figuriamoci se introduco un elemento nuovo così particolare come una sciarpa in una partita così importante. Non ora, non qui. Insomma, attraversiamola questa strada e scopriamo ciò che ci succederà. Qualunque cosa sia, io sono pronta. Però andiamogli a mordere le caviglie. Non più sotto del secondo posto, Pocho, non più sotto del secondo posto. Ripeti con me. E Forza Napoli. Sempre.
di Ilaria Puglia

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