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‘O ciuccio tanno cammina
doppo ch’ ha abbuscato

Il sistema di neuroni che mi collega alle partite del Napoli accoglie l’influsso impalpabile di don Vincenzo. Lui, il portiere del palazzo al Vomero in cui abitava mia nonna, mi aprì gli occhi sul realismo dei proverbi napoletani. Per ogni fatto da commentare, un riscontro immediato in frammenti di antica saggezza. Tifosissimo del Napoli (allora si chiamavano “patuti”) mi lanciava al volo modi di dire e frasi canoniche dopo ogni partita. Quando gli azzurri uscivano da un periodo opaco con una vittoria, mi diceva: “Guagliò, ‘o ciuccio tanno cammina, doppo ch’ ha abbuscato…”. Con riferimento alle critiche e ai mugugni che spronano a riprendere la corsa.Certo lo avrebbe detto anche all’indomani di Parma-Napoli. La sconfitta a san Siro (frutto della “svista” arbitrale ma anche di un gioco flebile) e il pareggio deprimente col Brescia avevano fatto serpeggiare – accanto alla rabbia per certe decisioni delle ex giacchette nere – anche preoccupate analisi sullo stato generale della squadra azzurra: il Napoli filava a 100 all’ora, ha rallentato; il Napoli è stanco e non ha più ritmo; il Napoli è nervoso e i suoi assi perdono visibilità. Non erano scudisciate ma nemmeno carezze. Con l’ansia per un progressivo acuirsi del male oscuro. Per il “ciuccio”, un’ondata di diagnosi di relativo pessimismo. Mai sfociato, però, nella sfiducia. Momenti di stanchezza comprensibili e compresi, dopo gli impegni stressanti a ripetizione, tra campionato e sfide europee. In ogni caso, momenti senza gioia. Equivalenti, per il Napoli, a qualche energico strattone. Anche il primo tempo di Parma sembrava dover confermare questa brutta impressione. Non hanno più benzina? Non usano più quelle incantevoli fionde che scagliavano frecce inesorabili? Ma poi, tornati in campo, ecco gli azzurri riprendere l’antico slancio, grazie alla giostra veloce di Lavezzi e a un complessivo riapparire dei riflessi più svegli e decisi. 3 a 1 sul campo che il 20 giugno del ’65 vide il Napoli tornare in A con due reti di Canè e due di Gastone Bean. In panchina, Bruno Pesaola. Diecimila tifosi partenopei sugli spalti colorati di azzurro, quel giorno. Come ieri, per la presenza di tantissimi supporters napoletani. Che, con tutti gli altri, ora sperano che il ciuccio cammini senza più bisogno di “abbuscare”. Mimmo Liguoro

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