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Le banderillas di Cavani e Sosa matano il Cesena

Vittoria netta del Napoli sul Cesena (2-0) al “San Paolo”, più un gol fantasma sfuggito alla terna arbitrale, in una partita a tratti confusa con i romagnoli che hanno provato e riprovato moduli di gioco senza venire a capo di nulla. Non una sola parata di De Sanctis, una palla-gol nel finale sciupata a lato da Bogdani sull’1-0 e la banderilla di Sosa (primo gol del Principito) a raddoppiare nei minuti di recupero il gol di Cavani del primo tempo. Il Napoli dopo i primi eccellenti venti minuti ha abbassato le vele, forse confuso dai rimescolii tattici del Cesena, però mai in pericolo, perché stavolta ha saputo difendere, non si è sbilanciato come a Verona, non ha offerto campo all’avversario, ha faticato a costruire, ma non si è dannato a farlo coprendosi bene mentre il Cesena finiva con l’attaccare (si fa per dire) con quattro uomini, le due “torri” Budan (1,85) e Bogdani (1,91), Rosina, Jimenez, più le avanzate di Santon. E’ stato il velleitario finale dei romagnoli.
Un po’ di turn-over dopo la fiacchezza di Verona. Due innesti in difesa (Santacroce e Cribari), Yebda a centrocampo per la squalifica di Pazienza, Zuniga dirottato ancora a sinistra. Il rientro di Lavezzi, dopo lo stop del giudice sportivo, è stato in penombra. Pochi palloni giocati, un po’ di nervosismo del Pocho, un paio di iniziative ficcanti. Una mezza resa incondizionata al pomeriggio contrario.
Il baldanzoso modulo del Cesena (4-3-3) si è rivelato subito un bluff. Ficcadenti ha protetto immediatamente le retrovie infoltendo il centrocampo (4-5-1) con gli arretramenti degli esterni d’attacco Giaccherini e Jimenez, unica punta Bogdani. Il Napoli è andato subito all’assalto chiudendo il Cesena a ridosso della sua area con un pressing alto e il continuo recupero di palloni. I romagnoli rinforzavano ancora di più la difesa (5-4-1), ma il Napoli andava a segno con un’azione da manuale dopo un’uscita vittoriosa di Cribari dalle retrovie. Hamsik faceva correre Maggio sulla fascia, l’esterno azzurro sfuggiva a Santon, entrava nei sedici metri e dal fondo crossava corto per Cavani che, nell’area piccola, bruciava l’intervento di un difensore e toccava in rete (13’). Sempre più goleador il Matador, 18 centri (12 in casa, 6 fuori).
Partita in discesa mentre il Cesena continuava a cambiare volto fino al 4-4-1-1, sempre arretrando Giaccherini e tenendo Jimenez dietro Bogdani. Dopo 25 minuti, i romagnoli, con la spinta di Giaccherini, hanno cominciato ad affacciarsi nella metà campo del Napoli. Mazzarri ordinava la “prudenza” mancata contro il Chievo arretrando Maggio per controllare Giaccherini. Intanto al Napoli mancava l’apporto di Lavezzi, quasi fuori partita, defilato a sinistra. Contemporaneamente, stanchezza o meno, si moltiplicavano gli errori azzurri a centrocampo (Gargano, Hamsik). Il Cesena prendeva coraggio.
La contesa poteva essere chiusa ad inizio di ripresa se l’arbitro e il suo assistente sul lato decisivo avessero visto ben dentro la porta la parata di Antonioli sul colpo di testa ravvicinato di Maggio (48’ cross di Zuniga). La partita degli azzurri continuava così sul filo del rasoio del minimo vantaggio. Giocava bene Yebda a centrocampo, ma anche lui cominciava a perdere troppi palloni. Non erano precisi i tocchi di Hamsik. Gargano correva di qua e di là. Maggio e Zuniga (buona partita e quante botte ha preso!) rafforzavano la difesa.
Negli ultimi venti minuti, il Cesena, perso per perso, sfoderava un ambizioso 4-2-4 giocando con due “torri” avanti, Bogdani e Budan (71’ per Giaccherini) e con Jimenez e Rosina (81’ per Parolo) a sostegno. Rosina era subito intraprendente a ridosso dell’area azzurra, ma il Cesena perdeva la spinta a sinistra dopo avere sostituito Giaccherini (veniva avanti, comunque, Santon). Il Napoli non perdeva mai la bussola. Cavani accorreva in difesa. Il Cesena non costruiva mai pericoli se si esclude il colpo di testa di Bogdani in solitudine oltre la traversa (82’).
Intanto, accolto da grandi applausi, faceva il suo debutto Mascara (74’ per Hamsik). L’ex del Catania entrava subito in partita con due iniziative e, nel finale felice (cinque minuti di recupero), scodellava per Sosa (89’ per Lavezzi) la palla del raddoppio che il Principito scaraventava in rete da centravanti (91’). Dossena intanto aveva sostituito Zuniga (85’) per rinforzare gli argini difensivi. Positivo esordio di Mascara che tornerà molto utile in futuro.
Partita del Napoli un po’ confusa, ma mai in vera sofferenza. Ottava vittoria in casa. Il Napoli non perde al “San Paolo” dal 24 ottobre (1-2 col Milan). Ventidue punti nelle ultime otto gare a Fuorigrotta, 17 gol segnati, uno subito, De Sanctis imbattuto al “San Paolo” da 518 minuti. Cancellata la sconfitta col Chievo.
Toh, c’è il Milan più vicino. Pareggia fuori col Genoa e il Napoli passa da -5 a -3. Ma guardiamoci le spalle per proteggere il secondo posto. Frena la Lazio, ma sono arrembanti Palermo, Udinese e Juventus (risorta con Matri). Aspettando Inter-Roma, per vedere chi altro si avvicina, il Napoli è sempre secondo (sei punti nella settimana di tre partite).

MIMMO CARRATELLI

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