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Napoli, una terra che non è per centravanti

In tutto questo, abbiamo parlato poco del nostro Napoli, unica italiana ancora in lizza in Europa League (stamattina c’è il sorteggio). E abbiamo parlato pochissimo del grande Edinson, dell’immenso Edinson. Non una partita eccezionale quella dell’altra sera contro la Steaua, va detto. Però un match intenso, giocato con grande ardore, seppure con eccessiva frenesia. E’ in serate come quella di mercoledì che si avverte maggiormente l’assenza di un centrocampista coi piedi buoni, uno in grado di dettare i ritmi, di saper aspettare il momento giusto, di addormentare il match per poi ripartire con una fiammata improvvisa. Noi quest’uomo non ce l’abbiamo, nemmeno in panchina. E a un certo punto sembrava che dovessimo sbattere inutilmente contro il muro per novanta minuti.
Ho letto le dichiarazioni di Canè, uno dei pochi a dire che il Napoli non ha giocato bene. Concordo. Se fossimo stati eliminati, i commenti post-partita sarebbero stati di tutt’altro tenore. Ma, si sa, questo è il calcio. Giudizi che stavolta non avrebbero risparmiato nemmeno il nostro Edinson, l’uomo della provvidenza, il centravanti che non avevamo da vent’anni. Non abbiamo creduto ai nostri occhi quando gli abbiamo visto tirare alto quel rigore in movimento, e ci siamo rassegnati quando c’è stato il palo a dire che probabilmente non era la sua serata. In mezzo, quello stop non proprio perfetto a tu per tu col portiere. Ma Edinson parla un’altra lingua, è in contatto con un’altra dimensione e ha avuto la quarta chance. E non l’ha sbagliata. Che giocatore.
Un attaccante di razza, tutto tranne che un giocoliere. Non voglio per forza polemizzare col nostro presidente, però definire Cavani un giocoliere è un po’ come dire che Gargano è biondo. Almeno a Napoli, Edinson ha dimostrato di essere il contrario dei giocolieri. A pallone sa giocare, certo, ma concede poco allo spettacolo fine a se stesso. E’ concreto, maledettamente concreto. Proprio quello di cui avevamo bisogno. Un centravanti che risolve le partite. Ci è mancato come il pane per vent’anni. Ci pensavo l’altro giorno, in fondo Napoli non è terra di centravanti. Qui non avremmo mai potuto avere un Aldo Serena. Qui se a pallone non sai giocare non vai bene. Non a caso gli ultimi centravanti di un certo successo sono stati tecnici: Careca, Giordano. Savoldi. Qui anche un Carnevale ha avuto le sue difficoltà. Certo, qui mi attendo qualche correzione di Carratelli e Liguoro: mi ricorderanno di Sallustro, Jeppson e, soprattutto, di Vinicio. A me sembra che a Napoli se non sai stoppare il pallone non hai vita facile. E Cavani sa fare entrambe le cose: stoppare il pallone e metterla dentro. Per poi alzare le braccia al cielo e ringraziare. Meno male che ci sei, Edinson.
Massimiliano Gallo

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